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Sito non ufficiale dell'apparizione della Vergine della Rivelazione alla grotta delle Tre Fontane a Roma
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RIVELATA NELLA RIVELAZIONE

Bruno Cornacchiola dice che la Madonna al termine di quel lungo discorso, prima di accommiatarsi, gli parlò così: « Ecco, prima di andare via, io ti dico queste parole: la Rivelazione è la Parola di Dio, questa Rivelazione parla di me. Ecco perché ho dato questo titolo, Vergine della Rivelazione» . A chi domandava al veggente: «Perché, secondo te, volle definirsi così?», lui rispondeva: «Come protestante cercavo di combatterla seguendo a mio piacimento l'interpretazione della Bibbia. La Vergine si presentò con la Bibbia in mano, quasi a dirmi: "Tu puoi scrivere contro di me, ma io sono quella che emerge dalla sacra Scrittura validamente interpretata dalla Chiesa, cioè l'Immacolata, Sempre Vergine, Madre di Dio, Assunta in Cielo...". La Vergine , in sintesi, cercava di dirmi: "Tu mi combatti interpretando male la Rivelazione. Io invece sono nella Rivelazione"». Abbiamo già detto che questa apparizione a Bruno Cornacchiola è fortemente «personalizzata». La Madon na tiene conto non solo del modo di pensare e di agire dell'uomo che ha davanti, ma anche del suo passato che l'ha portato a essere quello che è. Con il titolo che proferisce da se stessa vuole far capire a Bruno che lei ha a che fare con la Rivelazione stessa e che i privilegi e i dogmi che la riguardano non sono invenzioni della Chiesa cattolica ma fanno parte della rivelazione stessa, proprio perché fanno parte dell'amore redentivo di Dio mediante il suo piano di salvezza. Lei non è quindi marginale, ma es senziale alla realizzazione di quel piano. Non la si può estromettere dalla Rivelazione, né in tutto né in parte. Parlare di Rivelazione significa parlare anche di lei, anzi non si può capirla senza di lei, dato che la Parola di Dio si è fatta carne, persona umana, per mezzo di lei. Tutta l'umanità del Figlio di Dio è umanità presa da lei e ciò vuol dire che lei è tutta pura, tutta santa, perché non si poteva dare al Figlio di Dio un'umanità inficiata dal peccato e dal male morale. Quindi è la Rivelazione stessa che implicitamente, ma chiaramente, la definisce senza peccato alcuno, totalmente santa, anche se nei limiti della creatura, che non può eguagliare la santità di Dio che è assoluta, mentre quella di Maria è partecipata. Vediamo che come primo passo Maria porta l'attenzione sulla Scrittura, dato che sta parlando a un protestante al quale interessa la «sola Scrittura » . Maria lo invita a cercarla nella divina Rivelazione: è là che la troverà, basta leggerla e accoglierla senza pregiudizi, perché la Parola di Dio, per essere compresa, esige libertà interiore e sincerità d'animo, oltre che l'evangelica semplicità dei bambini. Di fronte ai fiumi di parole vuote e avvelenate che stanno invadendo il mondo, la Vergine richiama all'ascolto di Dio che ci parla, all'ascolto di Cristo suo Figlio che solo ha parole di vita eterna, quelle che non passeranno mai, mentre il cielo e la terra passeranno. Ma c'è da dire che nella Rivelazione Maria è rivelata anche a se stessa. E la prima discepola del Figlio. Anzi, prima ancora che egli potesse muoversi e parlare, lo Spirito, mediante gli avvenimenti o mediante persone da lui ispirate, fa prendere sempre più coscienza alla Madonna della propria identità e della missione ricevuta. Inoltre possiamo dire che lei stessa diviene «rivelazione», rivelazione del Figlio, dello Spirito santo, del Padre di cui lei è riflesso, manifestando umanamente le delicatezze del suo amore materno. Sì, Maria è lo specchio di Dio. La Trinità in essa si riflette e riverbera sul mondo la sua luce. Riflettendo sul fatto delle apparizioni, appare chiaramente che quasi sempre quando la Madonna parla, intende riferirsi non soltanto ai veggenti ma a tutta la cristianità e a tutto il mondo. Ecco perché nell'espressione «Io sono la Vergine della Rivelazione» riteniamo ci sia anche l'aspetto di «rivelatrice» e non solo quello di «rivelata». Ma che cosa può mai rivelarci Maria? Sappiamo che nelle sue manifestazioni visibili non ci ha mai rivelato nulla riguardo alla fede che noi già non sapessimo. E così deve essere: noi già possediamo la «rivelazione completa», e la Chiesa , guidata dallo Spirito santo, la interpreta autenticamente e ce la ripropone sempre più attualizzata. Ciò che la Madonna «rivela» è soltanto richiamo, ricordo, invito a vivere ciò che già sappiamo. Prima di tutto ci ricorda che lei è la «Vergine». Bruno le contestava questo titolo e questa caratteristica a lei tanto cara e irrinunciabile. Più di una volta amò fregiarsi di questo titolo durante le sue apparizioni. «Vergine» è per lei il titolo che indica la sua totale appartenenza e dedizione a Dio solo, al suo servizio e al servizio di coloro che Dio ama. Nella sua intera vita non ha cercato né perseguito nulla per se stessa. Si è donata a Dio con tutta se stessa, anima e corpo, con tutte le sue qualità spirituali, psichiche e fisiche. Quel suo «sì» all'annunciazione è il «sì» del suo sposalizio che procede e continua nella sua verginità assoluta e perpetua. Per questo il Vangelo ci presenta Maria prima di tutto come «vergine»: «una vergine di nome Maria». Lei è la vergine per eccellenza, unica nella sua verginità associata alla maternità. Ed è su questo fondamento che poggia l'evolversi dell'esistenza di Maria. Innanzi tutto lei è la Vergine della Rivelazione perché è la Madre del Dio fatto uomo, del Figlio di Dio, Verbo, parola, immagine, rivelazione del Padre. Chi vede Gesù vede il Padre, perché Gesù è la Parola di Dio resa visibile, palpabile, udibile, umana insomma. Ma perché potesse essere così, il Verbo di Dio è dovuto passare attraverso una donna, Maria. Per cui anche Maria fa parte di questo progetto rivelatore di Dio. Quando lei si definisce «Vergine della Rivelazione» ci richiama al suo titolo più grande, quello della sua maternità divina. E lei non si è limitata a essere passivamente la «genitrice» del Rivelatore di Dio. Ha dedicato fattivamente tutta se stessa al compito del Figlio. E' lei che lo introduce nel mondo e lo offre a tutti. E ciò appare evidente dai brani del Vangelo che parlano direttamente o indirettamente di lei. Anzi, proprio lei è il Vangelo vissuto, reso vita di ogni giorno. E' Maria che ancora prima della nascita del Figlio lo porta a Elisabetta e a Giovanni, che esultano di gioia. E Maria che lo presenta ai pastori, che poi tornano alle loro greggi glorificando e lodando Dio. E' sempre lei che lo presenta ai Magi, che si prostrano e lo adorano. Lo stesso avviene quando al Tempio offre all'anziano Simeone il Bambino perché lo possa tenere in braccio, e dopo di lui alla profetessa Anna. E a Cana di Galilea, per sua iniziativa il Figlio manifesta la propria gloria divina e i discepoli credono in lui. Inoltre non possiamo dimenticare il ruolo di Maria come «memoria» e «illuminazione» del Figlio per la giovane Chiesa, dopo che questi è asceso al Cielo. Ricordare, presentare, parlare di Gesù, farlo conoscere non è altro che «rivelare», perché la persona di Gesù è la «Rivelazione» per eccellenza. Per questo stringe al cuore quel libricino, immagine del Figlio. Lo stringe a sé come fosse Gesù in carne e ossa, come tante volte fece nella sua vita terrena. Va da sé allora che il gesto di tenere tra le mani quel libro con tanto affetto e venerazione diviene un invito a leggere, meditare, interiorizzare la Parola di Dio contenuta nel testo sacro. In un mondo dove si legge di tutto, dove si ascolta tutti senza discernimento, Maria vuole riportarci alla vera sorgente a cui dissetarci e trovare risposte vere e appaganti sul senso del vivere, del soffrire e del morire. Dichiarandosi «Vergine della Rivelazione», vuole dirci anche che lei ha collaborato alla Rivelazione e questo compito lo svolge anche oggi, per ciascuno di noi. E se vogliamo giungere più facilmente e sicuramente alla conoscenza di Dio, occorre procedere assieme a lei. Diviene più comprensibile allora come mai Maria si sia presentata in questo atteggiamento e con questo titolo a uno dei protestanti, che di solito escludono o minimizzano ogni tipo di partecipazione di lei all'opera di redenzione. Il messaggio è evidente: se si esclude lei, non si entra nella pienezza ed esattezza della Rivelazione, perché senza di lei non si può capire completamente l'opera di Cristo suo Figlio, perché ne andrebbe di mezzo qualche aspetto del mistero dell'Incarnazione. In altre parole: non si può capire il mistero dell'Incarnazione senza passare dalla madre, che continua a essere ancora madre. C'è però ancora un particolare importantissimo che assume un significato speciale rivolgendosi a un protestante. La Madonna dice: «Rivelazione», non «sacra Scrittura». Lei parla sempre con una grande precisione. Vuole far capire al veggente e a tutti che la Rivelazione non si limita alla Scrittura, ma è Rivelazione anche la veneranda Tradizione della Chiesa, che oralmente o per iscritto trasmette la verità autentica insegnata da Cristo. E nella Tradizione viva della Chiesa è da annoverarsi anche la liturgia, che mentre fa pregare, insegna e rivela. Infatti la fonte della fede è duplice: sacra Scrittura e Tradizione, cioè Magistero vivo della Chiesa che, assistita dallo Spirito santo, introduce nella «verità tutta intera», secondo la promessa di Gesù: «Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà alla verità tutta intera» (Gv 16,13).