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Sito non ufficiale dell'apparizione della Vergine della Rivelazione alla grotta delle Tre Fontane a Roma
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LA CONVERSIONE COSTA

Con l'afflusso dei fedeli alla grotta iniziarono anche le reazioni contrarie, specialmente da parte del clero. Un mattino, un cartello stampato, inchiodato di notte all'ingresso della grotta stessa, invitava i fedeli a non prestare fede ai fatti prima del giudizio dell'autorità ecclesiastica. Il parroco della vicina parrocchia rurale della «Montagnola» veniva ogni giorno a osservare l'afflusso dei fedeli alla grotta, ne allontanava suore, religiosi e sacerdoti e toglieva zelantemente ogni volta i fiori che vi erano lasciati, affinché non si creassero illusioni riguardo al famoso profumo «misterioso» che molti asserivano di sentire e non si attribuisse a fenomeno soprannaturale quello che avrebbe potuto essere la normale emanazione profumata di un fiore. Eppure alcuni testimoni di provata oggettività lo sentirono più di una volta. Dicevano che «il profumo era delizioso, piuttosto difficile a definirsi: tra il garofano e la vaniglia». Altre volte è stato avvertito un odore di rose, o anche una forte fragranza di gigli. Il 20 di agosto, festa di san Bernardo, devoto insigne della Vergine e riformatore dei Trappisti, nonché abate della Trappa delle Tre Fontane nel 1100, l 'ondata di profumo fu particolarmente intensa e il 12 settembre, festa del santo Nome di Maria, parecchie centinaia di persone poterono aspirare, a più riprese e per lungo tempo, l'insolito profumo. Frattanto i giornali avevano dato più volte notizia di guarigioni miracolose, avvenute con riferimento alla grotta o a qualcosa di essa, come terra o schegge di roccia. Tali notizie avevano impressionato molto la popolazione, che sempre più numerosa accorreva alle Tre Fontane, al punto che l'Azienda Tranviaria di Roma fu costretta ad aumentare il numero delle corse in direzione del luogo delle apparizioni. Bruno continuava il suo lavoro di tranviere, collaborava in parrocchia e ora a tutti proclamava la grande misericordia di Dio e la tenerezza materna di Maria. Quella «Chiesa» che egli aveva tanto combattuta ora era per lui rifugio sicuro di salvezza ed egli si era messo tutto a sua disposizione. Aveva subito messo in pratica le parole del la Bella Signora : «Entra nell'ovile santo, corte celeste in terra» . Ora anche lui faceva parte di quella corte celeste, anche se l'appartenervi gli costava moltissimo. Non si cambia tutta una vita in un solo momento, quasi per magia. E nella conversione, anche se essa è principalmente opera di Dio, non può mancare la libera e sofferta adesione dell'uomo. Adesione illuminata e confortata sempre dal confessore, come riconoscerà Bruno stesso: « La Vergine non mi mandò dal dirigente del mio partito, né dal capo della setta protestante, ma dal ministro di Dio, perché egli è il primo anello della catena che lega la terra al Cielo». Non sarà certamente la visione celestiale a rendergli facile il cammino. Anzi, a volte, proprio questa può acuire ancora di più la lotta e scavare sempre di più il contrasto tra «l'uomo vecchio» e «l'uomo nuovo» che sta nascendo. Viene consolato da un sogno rivelatore. In una delle sue notti insonni, quando riesce finalmente ad assopirsi, Bruno si trova su un sentiero aspro, ripido, che si restringe sempre di più, man mano che si avvicina alla vetta illuminata da una luce misteriosa. Ogni passo gli costa uno sforzo immane. Il sole batte in modo implacabile. Madido di sudore, teme di non farcela. "Questa strada", pensa nel sonno, "è veramente impossibile". Durante questa ascesa si fanno udire voci suadenti e compassionevoli che lo invitano a fermarsi, a rinunciare, a tornare indietro e a prendere un'altra strada vicina, più agevole e spaziosa. Le parole di Gesù riguardo alle due strade in quel sogno si fanno viva realtà. Ma con determinazione e costanza Bruno, sempre nel sogno, continua nel cammino intrapreso fino a giungere alla vetta e allora viene pervaso da una grande gioia. E qui il sogno svanisce. Il suo rapporto poi con la Madonna , verso la quale prima nutriva fastidio e acredine, dopo averla vista a faccia a faccia era cambiato immediatamente e totalmente. Lo prova il blocco per gli appunti che aveva in mano quel pomeriggio vicino alla grotta: la prima pagina contiene citazioni prese dalla Scrittura, interpretate in senso contrario ai privilegi della Madonna, da Bruno indicata col semplice nome di Maria. Questa pagina è bruscamente interrotta. Quella immediatamente seguente, anch'essa scritta a matita, è riempita di brevi frasi o parole isolate scritte subito dopo la visione, e il semplice nome di Maria della prima pagina è sostituito da « la Vergine », « la Ma donna», « la Madre di Dio», proprio i termini che prima non voleva sentire. Il contrasto stridente tra le due pagine è impressionante, segno evidente di un cambiamento di atteggiamento verso la «Madre di Dio», espressione questa che poco tempo prima lo avrebbe mandato in bestia solo all'udirla. Da aprile al 6 di giugno, secondo le confidenze di Bruno a un giornalista, la Madonna gli era apparsa altre volte, ma non gli aveva parlato: gli aveva soltanto sorriso. Il solito sorriso di Maria quando vuole esprimere la propria gioia e la propria soddisfazione per il figlio che si sta comportando bene, un figlio di cui lei ora va fiera... E gli sorride per infondergli coraggio e sicurezza di fronte alle immancabili difficoltà, incomprensioni e scoraggiamenti. Con quel sorriso impresso nel ricordo e nel cuore si può continuare ad andare avanti. E proprio in quella data, Bruno si domanda: "Chi sa se la Madonna vorrà lì una cappella o una chiesa? Aspettiamo. Lei ci penserà. A me ha detto: Sii prudente con tutti!". Effettivamente le cose di Dio, specialmente quelle di questo tipo, vanno gestite sempre non solo con molta saggezza ma anche con molta prudenza, con tutti, uomini di Chiesa compresi. E la Madonna lo sa benissimo. Per questo mette in guardia il veggente, sempre in pericolo di lasciarsi trasportare dall'entusiasmo e rovinare tutto. Ma il cammino di conversione è fatto anche di ricordi del passato che diventano purificatori. E questi ricordi si affacciano al veggente non solo nella sua memoria ma anche, e forse soprattutto, nelle persone a cui ha fatto del male. E sono questi i ricordi più vivi e dal dolore più cocente che la Madonna non gli risparmia. Perché la purificazione è necessaria e diventa più intensa quanto più si è messi davanti alle sofferenze vive procurate al nostro prossimo, che di esse sta portando ancora le conseguenze. Perché il male fatto non si elimina nelle sue conseguenze con il solo pentimento...: le conseguenze rimangono. Non si può compiere il male con leggerezza, perché, messi in moto certi meccanismi, questi non sempre si fermano con la nostra conversione... E la Madonna vuole che i suoi figli si rendano conto di questa terribile realtà. Lo prova questo fatto della vita di Bruno, di cui si è venuti a conoscenza. Un giorno, dopo la sua conversione, viene invitato da una signorina del gruppo «Pro Sanctitate» a visitare un sacerdote infermo. Egli accetta immediatamente, anche perché l'odio che prima nutriva verso i sacerdoti ora gli si è mutato in venerazione e amore. Entrato nella stanza, si trova davanti proprio una delle sue vittime. Infatti un giorno, durante il servizio, avendo scorto un religioso che stava scendendo dal tram, preso da un impeto di odio, gli aveva chiuso con forza la porta, facendolo cadere malamente. In quella caduta il sacerdote si era fratturato un femore e aveva dovuto essere portato d'urgenza all'ospedale. Ora se lo ritrova davanti, ridotto in quello stato a causa del suo gesto. «Reverendo», gli dice, «ricorda ciò che le avvenne quel giorno scendendo dal tram? Sono stato io a chiuderle violentemente la porta in faccia prima del tempo, con lo scopo di farla cadere e procurarle qualche malanno... Allora ero nemico dei preti, ora invece non più... Le chiedo vivamente perdono». E gli fa da inserviente nella messa che l'infermo celebra nella propria stanzetta.