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Sito non ufficiale dell'apparizione della Vergine della Rivelazione alla grotta delle Tre Fontane a Roma

VERGINE DELLA RIVELAZIONE (Grotta Tre Fontane) di Don Giuseppe Tomaselli

PREFAZIONE

In questo scritto si parla spesso di Bruno Cornacchiola. Chi è quest'uomo, il cui nome da tempo risuona in tutto il mondo?...
Era un lupo... ed ora è un agnello. La sua storia è legata a quella della Vergine della Rivelazione. E' storia contemporanea e merita di essere conosciuta nei particolari e di essere diffusa più largamente che sia possibile. Non pochi autori hanno pubblicato a riguardo. Ora tocca anche a me interessarmene, per rispondere ai benevoli e pressanti inviti degli amici di Cornacchiola, i quali da tempo mi sollecitano a scrivere.

VERGINE DELLA RIVELAZIONE

OGGI COME IERI

Ci sono avvenimenti nel mondo, che in un primo tempo suscitano grandi clamori; ma poi, a poco a poco, cadono nell'oblio.
Non è così di quanto avvenne a Roma nel 1947, nella zona delle Tre Fontane. Fu assai importante l'accaduto ed a distanza di tre decenni il suo ricordo è vivo e si fa sempre più vivo; ne è prova lo afflusso dei fedeli alla fatidica Grotta ed il moltiplicarsi dei pellegrinaggi.
Per potere meglio comprendere ed apprezzare un'opera di Dio, giova studiarla nei particolari, tenendo conto delle circostanze di tempo e di luogo e delle qualità dello strumento, di cui Dio vuole servirsi per attuare un grande disegno.
La Madonna della Rivelazione si manifestò nel subito dopo-guerra, in una grotta e ad un uomo schiavo di Satana. Queste, come si vedrà, sono circostanze provvidenziali.
Prima di entrare nella storia, è bene dare qualche notizia del protagonista, Signor Bruno Cornacchiola.

CHI ERA?

L'uomo, di cui si parla, è ancor vivente e conta 62 anni, essendo nato a Roma il 9 maggio 1913. E' di slanciata corporatura e di forte costituzione. E' sposato ed ha parecchi figli.
La vita di Conacchiola è stata, come per ogni mortale, un intreccio di spine e di rose, ma più di spine che di rose.
Altro è crescere in famiglia agiata, avere il padre laborioso ed esemplare e la madre degli stessi sentimenti ed altro è vivere in famiglia bisognosa e disordinata. La famiglia dei Cornacchiola, composta dei genitori e di cinque figli, era veramente misera, materialmente e spiritualmente. Il padre, ubbriacone, poco si curava dei figli e sprecava il denaro nella bettola; la madre, dovendo pensare a sostenere la famiglia, era assillata dal lavoro e si curava anche poco dei figli.
Di svegliata intelligenza, crescendi negli anni, a poco a poco divenne figlio della strada; avendo paura delle botte paterne, andava gironzolando e si abituò a non rincasare tutte le sere, passandola notte all'aperto o dentro qualcuna delle tante grotte della periferia di Roma, o nei locali presso la Scala Santa.
Una mattina, di buon'ora, una signora lo vide sdraiato sui gradini presso la Scala Santa. Gli rivolse la parola: Ragazzo, cosa fai qui?
- Dormo.
- E non hai casa per dormire?
- Preferisco dormire fuori, anziché a casa mia, perché mio padre si ubbriaca, poi da' coltellate ed entra ed esce dal carcere. Tutti in famiglia soffriamo per lui.
- Quanti anni hai? - Quattordici.
- Hai fatto la Comunione? - Cosa è la Comunione?
- Neppure questo sai?... E tua madre non fa mai la Comunione?
- Mia madre fa la pasta asciutta, la polenta ed altre cose; mai mi ha fatto la Comunione. -

La pia signora, Maria Farsetti, tanto buona, s'interessò subito del povero ragazzo. Ne parlò al Frate, che stava al tavolo con le sacre immagini all'ingresso della Scala Santa, e si tentò d'insegnargli qualche preghierina. In quei giorni si teneva presso un Istituto un triduo di preparazione accelerata alla Prima Comunione, per ragazzi che erano usciti dal Carcere-Minorenni. Anche Bruno Cornacchiola vi prese parte e poté ricevere Gesù per la prima volta. Vi si tenne anche la Cresima.
Raccontava Cornacchiola all'autore di questo libretto: I miei compagni di Comunione e di Cresima erano ben vestiti; io ero sporco, malvestito, pieno d'insetti; mi fecero il bagno, ma ero ancora in uno stato da fare pena. Per la Cresima i miei compagni erano vestiti a festa, tenevano il nastro bianco attorno alla testa ed avevano i genitori vicini. Io ero solo e sprovvisto di tutto.
Il Vescovo mi domandò: Non hai padrini tu?
- Non ho nessuno.
- E non hai i genitori? - Ma che genitori!... -

Accennai qualche cosa ed il Vescovo si commosse; incaricò il suo servitore a fare da padrino. Mi fu messo temporaneamente alla testa il nastro bianco di un altro. Alla fine ci regalarono un libretto nero « Massime Eterne » ed una corona nera. Ritornai a casa e dissi a mia madre: Ho fatto la Comunione. Il Prete che mi confessò mi disse: Domanda perdono a tua madre delle colpe commesse! Perciò ti domando perdono dei pugni e degli schiaffi, che ti ho dato, dei morsi e di quello che ti ho fatto, quando ti ruppi il dito e ti mandai all'ospedale.
- Ancora queste cose pensi! – gridò mia madre; mi diede un forte calcio, per cui gettai libretto e corona, partii da casa presi il treno ed andai a Rieti. Quando viaggiavo non pagavo, perchè mi nascondevo sotto i sedili. Quando potevo rubavo e la mia preoccupazione era di non farmi prendere dai carabinieri. -
Questo episodio manifesta quale fu la vita di Cornacchiola, finché andò alla leva militare. Dopo il servizio militare, a 23 anni, sposò Iolanda Lo Gatto. La prima figlia è Isola, il secondo Carlo, il terzo Gianfranco; dopo la conversione ebbe un altro figlio.

VOLONTARIO

Il comunismo è un serpente, che vorrebbe nelle sue spire tutti i popoli.
Nel 1935 la Spagna subì l'ondata comunista. Vi si formarono allora due eserciti. A difesa della Spagna prese il comando il Generale Franco.
L'avanzarsi del comunismo preoccupò altre nazioni europee, che si coalizzarono in aiuto dell'esercito di Franco con grandi schiere di volontari, in gran parte tedeschi ed italiani, i quali erano ben retribuiti. Bruno Cornacchiola, partì come volontario, ma con idee comuniste, e rimase tre anni nella Spagna. Dice il proverbio: Chi trova un amico, trova un tesoro. - Ma come ci sono le monete buone e le false, così ci sono gli amici buoni, veri amici, ed i falsi. Taluni sanno camuffarsi cosi bene, che occorre molta accortezza per conoscerli a fondo; si presentano in veste di agnello, ma sono lupi rapaci.
Bruno, mentre era nella Spagna, ebbe la disgrazia di legarsi ad un falso amico; era un tedesco, protestante luterano.
I protestanti credono in Dio ed ammettono la Bibbia, ma vogliono la libera, interpretazione della Sacra Scrittura; per conseguenza, ogni protestante ha le proprie idee in fatto di Religione. Si hanno così centinaia di sette protestanti, nelle quali chi ammette una verità rivelata e chi la nega. Ci sono però dei punti in cui tutti concordano; cosi ad esempio L'Ostia, detta Consacrata, non è Gesù Cristo; è un semplice pezzetto di pane. La Madre di Gesù non è Vergine; ebbe tanti figli. Assolutamente non è Madre di Dio.
La Confessione Sacramentale è un trucco dei Preti.
I peccati li perdona soltanto Dio e non il Prete.
Il Papa è un usurpatore dei diritti religiosi; è un despota. Non gli compete il privilegio dell'infallibilità nel governo della Chiesa.
Non è qui il caso di controbbattere i suddetti errori protestanti. Ci sono al riguardo tanti volumi. S'invita però il lettore a leggere un libro dell'autore di queste pagine, dal titolo “Dalle tenebre alla luce”(Libreria Sacro Cuore - Messina).
Il tedesco luterano, vivendo a contatto col Cornacchiola, approffittava per inoculargli le sue idee. Da' oggi e da' domani, con arte subdola, riuscì a fare breccia, specialmente che Bruno era a digiuno d'istruzione religiosa. Un giorno il luterano gli disse:
- Sai chi paga la guerra, che noi facciamo in Spagna?
- No; non m'importa saperlo. Prenda i soldi e li mando a mia moglie.
- Eppure tu lo devi sapere! E' importante. Sai chi paga tutte le cattiverie che si fanno nel mondo? Chi vuole la miseria dei lavoratori?
- Vorrei sapere chi sia questa persona. Sarei pronto a trapassare il suo cuore con un pugnale!
- Questa persona è il Papa. Infatti nell'Apocalisse si parla della «Gran Bestia » e questa « Gran Bestia» è propria il Papa.
- Dunque, è il Papa?... -

Dice Cornacchiola, rievocando il periodo spagnolo: Il falso profeta aveva già fatto penetrare il veleno nel mio cuore, il germe dell'odio contro la Santissima Eucaristia, contro la Madonna, contro il Papa e contro tutti i Sacramenti.
Finita la guerra di Spagna, Bruno rimpatriò. Era esasperato per le fatiche della vita militare e per la lunga e forzata lontananza dalla famiglia; era preoccupato per trovare un lavoro e più che tutto era sconvolto nello spirito per il problema religioso.
Il demonio lavora in tutti ed in mille modi; occorre vigilanza e preghiera per abbatterlo. Guai a dargli albergo nel proprio cuore!... Cornacchiola aveva già aperta la porta al demonio e presto ne divenne uno strumento. E' spiacevole pubblicare certe miserie, ma la storia ha le sue esigenze. Si fa, quindi, cenno del periodo nero della sua vita. Programma: Per salvare l'umanità, uccidere i Preti, distruggere la Chiesa Cattolica e pugnalare il Papa.
Si ascolti lo stesso Cornacchiola: La prima cosa da fare era di spiegare le nuove verità (protestanti) a mia moglie. Il trascinarla dalla mia parte mi costò molto sudore. Essa non lo voleva, assolutamente! Io, però, per convincerla della verità, una volta con un pugno la ferii al labbro ed un'altra volta le diedi una buona scarica di schiaffi. Ogni giorno la malmenavo e la battevo. Poveretta, non ne poteva più. In quel tempo frequentavo la Chiesa dei Battisti; in seguito lasciai quella setta ed aderii a quella degli Avventisti. Però ancora non avevo dato il mio nome al protestantesimo.
I miei bambini, che assistevano in casa alle scenate furiose, non comprendevano il perché della mia condotta. Lavorai pure su di loro, insegnando a sputare sui Preti, a non credere a Gesù Sacramentato, a non pregare mai la Madonna, a disprezzare il Papa e tutto ciò che la Chiesa Cattolica insegna e fa.
Raccolsi tutte le immagini sacre che erano in casa, compresi i ricordini della Prima Comunione ed i libriccini di preghiere; bruciai tutto.
Rimaneva ancora in casa un quadro sacro, raffigurante la Madonna del Rosario di Pompei. Era tanto caro a mia moglie. Le dissi: Questo quadro deve sparire!
- Ma no! Ho pregato tanto davanti a quest'immagine e proprio per te, affinché tu ritornassi sano e salvo dalla Spagna!
- Ho detto che deve sparire anche questo quadro!
Lo staccai dal muro, lo gettai a terra, lo calpestai e lo ridussi in frantumi, che dopo raccolsi e buttai nel fuoco.
Sulle parete, presso il nostro letto, stava una Croce. L'afferrai con rabbia, la ruppi in due sulle mie ginocchia e gettai i pezzi nella spazzatura.
La moglie era stanca, ma, essendo devota del Sacro Cuore, ebbe un'idea provvidenziale, che mi comunicò, sperando così di convertirmi. Mi disse: - Senti Bruno! Tu vuoi che io diventi protestante; prima facciamo una prova. Fa' le Comunioni dei Nove Primi Venerdì del mese. Se alla fine tu avrai gli stessi sentimenti di ora, darò il mio nome alla setta; se invece cambierai idea, non parlarmene più.
Essa era convinta che il Sacro Cuore mi avrebbe convertito. Io le risposi: - Ebbene, farò queste Comunioni e voglio farle bene, con sincerità. - Portai a termine la devota pratica, ma la conversione mia non si attuò. Fallita la prova, io e la moglie dammo il nome alla setta protestante.
Non solo in famiglia il signor Bruno esplicava il suo odio contro la Chiesa Cattolica, ma anche fuori ed in qualunque modo.
Diede il nome al Partito di Azione e lavorava per la diffusione delle idee comuniste, le quali sono diametralmente opposte a quelle della Chiesa Cattolica. Divenne un propagandista davvero diabolico.

I discorsi che teneva con i compagni di lavoro, con gli amici e nelle famiglie ove andava, erano sempre contro la Chiesa, i Preti ed il Papa.
Avendo preso il lavoro di fattorino del tram, non contentandosi della viva voce, scriveva sulle varie vetture: «Morte al Papa! », « Morte ai Preti! ».
Un giorno, facendo servizio sul tram, a vedere un Prete che stava per scendere dalla vettura, chiuse con forza lo sportello, tanto che il Prete batté a terra e si ruppe il femore. Dovette essere ricoverato all'ospedale. Avvenuta a suo tempo, come si vedrà, la conversione, Cornacchiola andò a rintracciare quel Prete in una chiesa e gli servì la Messa. Dopo, in sacrestia, volle parlargli: Reverendo, ricorda quel che le avvenne quel giorno scendendo dal tram? - Sì, che lo ricordo!
- Fui proprio io a chiudere la porta con forza per farla cadere e farle del male. Allora ero nemico dei Sacerdoti, ma ora non più! Chiedo perdono! -
In un momento di aberrazione o di fanatismo antireligioso, si potrebbe giungere ad esclamare: «Morte al Papa! » - Ma altro è il dirlo ed altro il farlo.
Cornacchiola, sotto l'azione diabolica, lo diceva ed era pronto a farlo. A tale scopo aveva comprato a Toledo un pugnale e sulla lama incise: “Morte al Papa!”
Uccidere il Papa, il Vicario di Gesù Cristo in terra, ed uccidere proprio Pio XII, il Pastore Angelico, quel colosso di scienza, di energie eccezionali e di santità, del quale è già in corso la Causa di Beatificazione e di Canonizzazione!...

RINASCITA

C'è la notte buia, ma poi spunta il giorno luminoso. La tempesta agita il mare; presto o tardi segue la bonaccia. Satana sconvolge gli animi e semina la strage; ma c'è Gesù, il trionfatore di Satana, che è Luce ed è Pace. Il Signor Bruno per un decennio visse nel fitto buio della notte, con la tempesta nell'anima, a servizio di Satana. Nell'ora della Provvidenza cambiò la scena, avvenendo la sua conversione in modo prodigioso il 12 aprile 1947.
Oggi egli conta, come già si è detto sopra, 62 anni; ma a chi gli chiede ora la data della sua nascita, risponde: Sono nato il 12 aprile 1947, giorno in cui mi sono convertito.
La sua conversione fu un vero miracolo della misericordia di Dio. Ma, da chi fu implorata tanta misericordia? Certamente dalla Madonna, che è Madre di misericordia.
Bruno non amava la Vergine Maria, anzi combatteva contro di Lei e ne calpestò l'immagine. Fuggiva dalla Madonna, come un figlio ingrato fugge dalla mamma, e la Madonna gli andava dietro per raggiungerlo, abbracciarlo e ricoprirlo col suo manto. L'amoroso incontro avvenne nella dolce primavera del 1947, dentro una lurida grotta, sino allora luogo di appuntamento di peccato.

UN POMERIGGIO

Si era nell'Ottava di Pasqua di Risurrezione. Tanto caro è ai credenti il ricordo del Cristo Risorto, Trionfatore della morte!
Era sabato, giorno che la pietà dei fedeli chiama « Giorno della Madonna».
Nel pomeriggio Cornacchiola uscì di casa per fare una passeggiata con i suoi figlioletti. La meta doveva essere la pineta di Ostia. Avendo dovuto fare l'indomani una conferenza in Piazza Croce Rossa, voleva approfittare di quella passeggiata per prendere degli appunti. Ma... l'uomo propone e Dio dispone!
La meta, secondo i disegni di Dio, doveva essere non la pineta di Ostia, ma la pineta delle Tre Fontane. Infatti, giunto alla stazione, per prendere il treno per Ostia, seppe che era partito da poco e che bisognava aspettare molto per l'altra corsa. Allora disse ai bambini: Invece di andare ad Ostia, andiamo alle Tre Fontane; là ci sono i Padri Trappisti, che fanno della buona cioccolata.
Il nome « Tre Fontane» ricorda la storia dell'Apostolo San Paolo, il quale fu decapitato proprio in quel luogo. San Paolo, persecutore dei Cristiani, fu colpito dalla grazia di Dio sulla via di Damasco, in Palestina, e poi divenne l'Apostolo delle Genti, incomparabile banditore del Vangelo di Gesù Cristo. Bruno Cornacchiola, nemico acerrimo del Cattolicesimo, doveva essere colpito dalla grazia di Dio nei pressi di quel luogo, ove San Paolo fu ucciso, e questo forse per diventare anche lui apostolo della dottrina del Divin Nazareno. Dopo la conversione ha cambiato il nome e si chiama « Fratello Maria Paolo ».

NEL BOSCHETTO

Padre e figli, oltrepassato la monumentale Basilica di San Paolo, percorrendo in auto la via Laurentina, giunsero alle Tre Fontane.
Il Signor Bruno preferì fermarsi nel boschetto degli Eucalitti, di fronte all'Abbazia dei Trappisti, per dare ai bambini agio di scorazzare, essendoci là una buona spianata, comoda per il giuoco a palla.
Visto che i figlioletti iniziavano il gioco, egli si trovò sul monticello un posto per scrivere. A pochi passi, a base del monticello, stava una grotta, discretamente ampia. La parola «grotta» serve a dei richiami. Gesù, nascendo, scelse una grotta, quella di Betlem.
La Madonna per manifestarsi a Bernadetta a Lourdes, preferì apparire nella grotta. A Porto Santo Stefano (Grosseto) la Vergine, Regina del mondo, più volte è apparsa allo stimmatizzato Enzo Alocci, vivente, in una zona detta «La Grotta ».
Anche la grotta delle Tre Fontane attirò lo sguardo della Regina del Cielo.

QUEL CHE AVVENNE

Si dice: La lingua batte dove il dente duole.
Cornacchiola pensava e parlava sempre delle idee protestanti; ne era infatuato. Dovendo preparare una delle tante conferenze, aveva portato con sé la cartella con la Bibbia ed un quaderno per scrivere.
I bambini intanto giocavano; la palla, rimbalzando, talvolta si perdeva di vista, ma presto era ritrovata. Il Signor Bruno, volendo preparare la conferenza contro la Madonna, cominciò a scrivere: « La Madonna non è Vergine, non è Immacolata, non è stata Assunta in Cielo, non è né qui né lì».
Dovette interrompere lo scritto, perché i bambini lo chiamavano: Papà, la palla si è perduta; non la troviamo. Vieni tu! -
In compagnia di Carlo si mise in cerca della palla; nel frattempo la bimba Isola raccoglieva fiori campestri per la mamma e Gianfranco sfogliava un giornaletto.
Lasciamo ora la parola a Cornacchiola, che descrive nei particolari l'avvenimento: Carlo ed io scendemmo nella scarpata verso la via Laurentina, per cercare la palla; ma non la trovammo. Per assicurarmi che il più piccolo non si fosse allontanato dal posto assegnatogli, parecchie volte lo chiamavo per nome ed egli mi rispondeva. Una volta non rispose; lo chiamai più forte e non rispondeva. Preoccupato, risalii, andai verso i cespugli vicini alla grotta, ove avevo lasciato il piccolo Gianfranco, e non ve lo trovai.
Allora gridai: Gianfranco, dove sei? - Preoccupato, continuai a cercare più avanti. Finalmente trovai il bambino inginocchiato all'ingresso della grotta, a sinistra di chi la guarda. Non solo era inginocchiato, ma teneva le manine giunte, come se pregasse, e guardava nella grotta... sorridendo e bisbigliando qualche cosa. Mi avvicinai di più a lui ed udii queste parole: Bella Signora!... Bella Signora!...
Volevo riscuoterlo: Ma cosa dici; Gianfranco?... Cosa fai?... - Credevo si trattasse di un giuoco di bambini. Allora chiamai Isola: Vieni un po' giù! Mi ubbidì. Le dissi: Cosa dice Gianfranco?... Cosa c'è là dentro?... Vedi nienti tu? - No, papà! - Nello stesso istante anch'essa cadde in ginocchio, vicino al bambino, a destra, con le mani colme di fiori, che lasciò cadere, con lo sguardo rivolto all'interno della grotta, bisbigliando sottovoce, come il fratellino: Bella Signora!... Bella Signora!...
Io, stizzito, mi dissi: Perché sono ambedue in ginocchio e guardano come incantati verso l'alto, ripetendo le stesse parole?
Chiamai Carlo: Vieni anche tu!... Cosa fanno Isola e Gianfranco?... L'avevate preparato prima questo giuoco? - Ma cosa mi dici? Quale giuoco!... Non lo conosco e non so fare questo giuoco. -
Appena pronunziate queste parole, Carlo cadde anch'egli in ginocchio, alla destra di Isola, con le mani giunte e gli occhi intenti a guardare qualche cosa che lo affascinava, ripetendo le stesse parole: Bella Signora! Questo è troppo - esclamai - anche tu mi prendi in giro?...
E' possibile che si siano messi d'accordo per prendersi giuoco di me?
Allora cominciai ad impormi: Carlo, alzati e va' via da qui!
Carlo non si muoveva; volevo rialzarlo, ma non vi riuscii; era troppo pesante. M'invase un senso di paura. Mi avvicinai alla bambina: Isola, alzati, alzati subito e non fare come Carlo! Cercai di rialzarla con tutte le mie forze e non vi riuscii. Sembrava che pesasse dei quintali. Subito fui invaso, non solo di gran paura, ma da vero spavento. Mi avvicinai al più piccolo, Gianfranco, e lo abbracciai: Su! Alzati! E' possibile che non vi possa più rialzare? Non ho più forza nelle braccia?... - Era impossibile rialzarlo.
Allora esclamai: Ma cosa succede qui?... Chi ha stregato i miei figli?... Vi sono streghe in questa grotta?... Hanno forse incantato i miei bambini?... C'è forse qualche diavolo?... Oppure c'è qualche Prete che fa l'ipnotismo, nascosto nella grotta, ed ha ipnotizzato i miei figli?...
Istintivamente gridai: Chiunque tu sia in questa grotta, vieni fuori! - Entrai nella grotta -arrabbiato, deciso a prendere a pugni il supposto Prete. Ma non c'era nessuno; la grotta era vuota.
Allora uscii e mi diedi al pianto, invocando aiuto. Fui preso dalla disperazione. Poi mi misi dietro ai bambini ed alzando le braccia e gli occhi al cielo, gridai: Mio Dio, salvaci Tu!
Appena emesso questo grido, vidi improvvisamente due mani candidissime, trasparenti, che si muovevano verso di me. Sentii poi che queste due mani mi sfioravano la faccia ed avvertii come se mi strappassero qualche cosa dagli occhi. Provai un certo dolore e rimasi al buio. In mezzo a quel buio vidi una piccola luce, che andava sempre più ingrandendosi ed indensificandosi, illuminando fortemente la grotta, ed io non vedevo più né la grotta né ciò che vi stava dentro. Contemporaneamente fui invaso da gioia mai provata.
Nel punto più luminoso della grotta, contornata da un alone di luce dorata, assai abbagliante, vidi la figura di una Donna paradisiaca, le cui fattezze e la cui celestiale bellezza rimangono tuttora profondamente impresse nelle mie pupille, ma che non sono traducibili in termini umani.
La Donna Celestiale aveva i capelli neri, uniti sul capo ed un tantino sporgenti, quanto consentiva il manto, di colore verde-prato, che dalla testa le scendeva ai piedi. Sotto il manto stava una veste candidissima, luminosa, cinta da una fascia rosa a due lembi. Era scalza ed i suoi piedi nudi erano poggiati sopra un masso di tufo, l'unica cosa della grotta che io vedevo!
Il volto era in atteggiamento di benignità materna, soffusa di serena mestizia. Nella mano destra reggeva, appoggiato al petto, un libro non tanto luminoso, di colore cenerino, mentre la mano sinistra rimaneva appoggiata sopra il libro stesso.
Il mio primo impulso istintivo fu quello di parlare, di emettere un grido, ma, sentendomi quasi immobilizzato nelle mie facoltà, la voce mi moriva in gola. Ad un tratto una voce di Paradiso risuonò alle mie orecchie, dando inizio ad un lungo colloquio. Le celestiali parole del colloquio non furono udite dai miei figli, che soltanto vedevano la Bella Signora ed il movimento delle sue labbra.
Al termine del colloquio, la Madonna scomparve così: si voltò da un fianco, fece alcuni passi in avanti, mettendosi al centro della grotta; fece un materno sorriso, accompagnato da un leggero inchino e poi, voltandosi completamente, scomparve nella parete della grotta.
Il piccolo Carlo, vedendo andare via la Bella Signora, si alzò portandosi svelto nel fondo della grotta, con l'intenzione di afferrare il manto verde, ma ritornò piangendo, perchè la Madonna sparì ed egli si fece male alle dita, che batterono sulla parete.
Si rende noto al lettore che proprio sulla parete tufacea di quell'angolo della grotta, fu messa poi una piccola lapide-ricordo, che tuttora si può vedere.

IMPRESSIONI SALUTARI

Dopo i primi istanti dalla scomparsa della visione, il Signor Bruno era confuso e stordito; rientrò in sé come dopo un sonno lungo e profondo. Chiese subito ai bambini: Cosa è successo?
- Papà, la Bella Signora l'abbiamo vista anche noi, sai! -
Il fatto avvenuto era così superiore alle sue forze, che non poteva credere a se stesso ed entrò nei dubbi. Per grazia di Dio, gli sopravvenne una forza istintiva, prepotente, che lo spingeva a fermare sul quaderno almeno una parte delle parole rivoltegli dalla Madonna e le prime impressioni.
Prese dalla cartella i fogli, sopra uno dei quali aveva cominciato a scrivere a matita il tema della conferenza contro la Madonna, e vergò ciò che di più l'aveva impressionato, dichiarando infine: Maria è la Vergine, la Madre, la Madre di Dio.
Che trasformazione di sentimenti alla distanza di un'ora! Sotto 1'eucalitto era un Avventista, ottenebrato, nemico della Madonna; dopo l'apparizione era trasformato. Un nuovo mondo gli si presentava nello spirito. La dolce figura della Vergine l'aveva incantato, tanto che un giorno, raccontando la soave visione, disse: Chi ha avuto la grande gioia di posare gli occhi sopra di una così celestiale bellezza, non può fare altro che desiderare la morte per potere godere di questa beatitudine in eterno.

APPARI' IN QUESTA GROTTA...

Prima di partire da quel sacro luogo, il Signor Bruno rientrò nella Grotta con i bambini. Un soave profumo inondava l'ambiente; più si avvicinavano al posto, ove la Madonna aveva posato i piedi, e più denso sentivano il profumo. Ma c'era un grande contrasto: sul suolo stava tanta sporcizia, anche ributtante... triste immagine delle immoralità del mondo!
Cornacchiola pulì alla meglio il suolo e dopo, servendosi della chiave di casa, incise sul tufo, all'esterno della Grotta « Il 12 aprile 1947 apparì in questa Grotta la "Vergine della Rivelazione" al protestante Bruno Cornacchiola ».

IN CHIESA E POI... IN CASA

Come si è detto innanzi, a breve distanza dalla Grotta, oltre la via Laurentina, c'è l'Abbazia dei Trappisti. I bambini sono bambini; i tre figlioletti prima di rincasare attendevano la cioccolata promessa dal babbo. Il Signor Bruno prima di tutto li condusse nella Chiesa dell'Abbazia, pensando di accontentarli dopo, all'uscita dal recinto.
Cosa meravigliosa, mai fatta nel passato! Il convertito disse ai bambini: La Bella Signora nella grotta ci ha detto che qui c'è Gesù. Io prima v'insegnavo di non credere a ciò e vi proibivo di pregare ed ora vi dico: Preghiamo! Adoriamo Gesù! -
Isola, la grandetta, domandò: Papà, che preghiera facciamo?
- Figlia mia, non saprei!
- Diciamo l'Ave Maria? - Ma io non la so!
- Io si, perchè l'ho imparata a scuola. Ricordi, papà, che tu mi davi il biglietto da consegnare alla maestra per farmi esentare dall'ora del Catechismo? Una volta glielo diedi, ma poi non più, perchè mi vergognavo davanti alle compagne. Cosi ho imparato 1'Ave Maria. Ed allora tu ripeti le parole che dico io. -
Rimasero lì, tutti e quattro, in ginocchio a pregare... preda della Vergine, Madre di misericordia!
Fa piacere sentire dalla stessa bocca di Cornacchiola quanto avvenne al ritorno in casa:
Si era verso il tramonto. Lasciammo la Chiesa, comprai la cioccolata ed in auto ritornammo a casa. Dissi ripetutamente ai bambini di non raccontare nulla dell'apparizione. Ma, giunti all'abitazione, siccome la casa era nel semi-interrato, scendendo le scale, i bambini gridarono a quanti incontravano: Con papà abbiamo visto la Madonna alle Tre Fontane!
Fu un forte allarme!
Subito parecchie persone si raccolsero, chiedendo: Cosa è successo?
- Niente, niente! -
Anche mia moglie domandò: Bruno, cosa è successo?... Cosa è questo profumo che hai addosso? - Niente! Entriamo in casa! - Entrammo e dissi a mia moglie: Fa' cenare i bambini. E' già tardi; dopo ti racconterò tutto. -
Mentre metteva a letto i bambini, andai da lei e, prendendola per la mano, la condussi in cucina. Li le dissi Iolanda, ti ho insegnato tante cose cattive, ho parlato contro l'Eucaristia, contro la Madonna, contro il Papa, i Sacerdoti ed i Sacramenti... Ora, non so cosa è avvenuto; ma oggi mi è successo qualche cosa.
M'inginocchiai davanti a mia moglie e le dissi: Perdonami tutto il male che ti ho fatto!
Lei rispose: Questo è proprio un miracolo! Tu t'inginocchi davanti a me?... Prima ero io che m'inginocchiavo dinanzi a te, per pregarti di non battermi più! -
In ginocchio le raccontai tutto e sino al mattino restammo assieme, facendo i commenti sull'accaduto.

COLLOQUIO... MERAVIGLIOSO!

Si è parlato dell'apparizione, descrivendone lo svolgimento; ma ancora non si è esposta la parte principale della visione, cioè, il colloquio tra la Madonna e Cornacchiola, che costituisce il grande Messaggio Mariano delle Tre Fontane. Per entrare nell'argomento occorre allacciarci all'inizio della visione.
Dice il Signor Bruno: Vidi che la Bella Signora muoveva lentamente la mano sinistra ed indicava qualche cosa ai suoi piedi. Guardai e vidi un drappo nero a terra, con una Croce spezzata. -
L'autore pensa che quel drappo nero e la Croce spezzata vogliano alludere all'abito sacerdotale, ormai messo da parte e purtroppo deprezzato. -
Poi la Vergine riprese la sua prima posizione e con il libretto in mano si rivolse a me, cominciando a parlare amorevolmente:
« Sono Colei, che sono nella Trinità Divina ». Sono la « Vergine della Rivelazione ». Tu mi perseguiti; ora basta! Entra nell'Ovile Santo, Corte Celeste in terra. Il giuramento di un Dio è e rimane immutabile: i Nove Venerdi del Sacro Cuore, che la tua fedele sposa ti fece fare prima di entrare nella via della menzogna, ti hanno salvato. - La Madonna poi mi fece una lunga allocuzione, della quale una parte era destinata a me personalmente ed a tutti i fedeli ed un'altra parte conteneva un messaggio segreto per il Santo Padre, che rimarrà segreto finché Dio vorrà. La Madonna poi disse: « Per darti una prova certa che questa visione è una realtà divina, cioè, che non viene dal demonio, come molti ti vorranno far credere, io ti dò questi segni:
«Tu dovrai andare nelle Chiese e per le strade. Il primo Prete che tu incontrerai in Chiesa o per la strada, dovrai avvicinarlo e rivolgergli questa parola: Padre, io le devo parlare! - Se ti risponderà: Ave Maria, figliuolo! Che cosa vuoi? - Allora tu gli dirai quello che avrai sulle labbra. Costui allora ti indicherà un altro Sacerdote con queste precise parole: Questo fa per il tuo caso.
« Quando tu narrerai agli altri quello che hai veduto, non ti presteranno fede alcuna, ma tu non lasciarti deprimere né deviare».
«La scienza negherà Dio e ne declinerà gl'inviti ».
«Tu andrai dal Santo Padre, il Supremo Pastore della Cristianità, il Papa, e gli consegnerai personalmente il Messaggio. Questo lo porterai alla Santità del Padre. Ti indicherò io chi ti accompagnerà ».
«Bisogna pregare molto per la conversione dei peccatori, degli increduli e per l'Unione di tutti i Cristiani ». « Le Ave Maria, che tu dirai con fede ed amore, sono tante frecce d'oro, che arriveranno al Cuore di Gesù ». « Prometto un favore grande, speciale: Con questa terra di peccato (...terra della Grotta...) io opererò grandi miracoli per la conversione degli increduli e dei peccatori ».
Cornacchiola dice: In questa apparizione la Madonna raccomandò «la divina dottrina vissuta », «il Cristianesimo vissuto» e «la Religione vissuta».
Inoltre si degnò rivelarmi mirabili verità, cioè, la sua vita dal principio della sua esistenza in Dio, sino alla fine del suo compimento sulla terra ed alla sua gloriosa Assunzione in Cielo, soggiungendo: «Il mio corpo non poteva marcire e non marcì... Da mio Figlio e dagli Angeli fui portato in Cielo... ». -
Il colloquio celeste si protrasse per un'ora e venti minuti, dalle ore 15,20 alle ore 16,40.
Un colloquio per più di un'ora!... Com'é possibile dopo ricordare tutto, parola per parola? Come avrebbe potuto il Signor Bruno trascrivere il lungo Messaggio, senza un aiuto particolare di Dio? E l'aiuto venne! Egli dice: La Madonna parlava con ritmo lento ed uguale, con senso profondo e senza interruzione. Di questo straordinario discorso non ho potuto dimenticare neppure una sillaba e se anche non avessi scritto subito un resoconto, mi sarebbe rimasto ugualmente impresso nello spirito. Era come un disco che ripeteva tutto in me!

SEGNO... E MARTIRIO

La Vergine della Rivelazione aveva dato al figlio prescelto un segno per assicurarlo della veridicità dell'apparizione, cioè, trovare il Sacerdote, che l'avrebbe fatto abiurare.
Quale utilità avrebbe apportato l'incontro con questo Sacerdote... ancora sconosciuto? Doppia utilità: segno di certezza della visione avuta ed aiuto per fare al più presto l'abiura al protestantesimo, lui e la moglie. Per trovare il Sacerdote indicato dalla Madonna, Cornacchiola dovette subire un vero martirio.
Il demonio si era visto sfuggire la grossa preda e, non potendo far altro, assalì il convertito col tormento del dubbio, sino alla soglia della disperazione e del suicidio. Bisogna provare per comprendere certe cose! Le anime mistiche, che d'ordinario hanno le stimmate, ne sanno qualche cosa di questi fieri assalti diabolici.
Di continuo Cornacchiola sentiva l'assillo di trovare quel Prete. Faceva di tutto per incontrarsi con i Sacerdoti, nelle Chiese, lungo le vie ed anche sulla vettura, ove faceva servizio. Quante umiliazioni!
Al primo Prete, in cui s'imbatteva, diceva: Scusi, Padre! Permette una parola? - L'interpellato rispondeva: Parli pure! -
Non era questa la risposta indicata dalla Madonna ed allora egli taceva e si allontanava. Naturalmente veniva giudicato un ineducato o un matto.
Quanti Preti furono fermati ed interrogati! Nessuno però dava la giusta risposta.
Cominciò a scoraggiarsi; il demonio intensificava l'opera sua per farlo sempre più fortemente dubitare. A volte riprendeva coraggio, ma subito sottentrava il dubbio della visione.
Così si esprime il Signor Bruno: Ero vicino alla disperazione. Con lo stesso pugnale, col quale avrei voluto uccidere il Papa, ero tentato a distruggere la mia famiglia e poi me stesso. Talvolta ero tentato a gettarmi sotto una vettura. Mi sembrava di essere diventato più cattivo di quando ero tra gli Avventisti. Mi sentivo impazzire. - Tuttavia, sebbene in questa tremenda lotta dello spirito, si sentiva sempre più attirato al luogo dell'apparizione. Vi andava anche di notte, vi recitava il Rosario e supplicava la Vergine a venirgli in aiuto. Andando alla Grotta provava riposo; perciò nei momenti più critici vi accorreva subito.
Il povero uomo prosegue a narrare l'esito di quella ricerca: Dopo sedici giorni di tormento, in cui mi ero totalmente esaurito da non reggermi in piedi, mia moglie mi disse: Va' alla nostra Parrocchia, dove tu sei conosciuto come nemico «numero uno».
Forse proprio lì incontrerai il Sacerdote che tu stai cercando. Essa non sapeva nulla dell'« Ave Maria, figlio mio! ». Sapeva solo che cercavo un Sacerdote, che era indicato per me. Andai alla mia Parrochia di Ognissanti. Mi fermai vicino al Crocifisso presso la sacrestia (... com'era ubicata nel 1947...). Passarono il Parroco ed un altro Prete. Voltai le spalle per non farmi vedere e riconoscere, dati i miei precedenti. Poi passò un altro Prete (Don Frosi) in cotta e stola, che si recava a distribuire la Santa Comunione. Lo presi per l'orlo della cotta e lo fermai: Padre, vorrei parlarle! - Voltatosi mi disse: - Ave Maria, figlio mio! Cosa vuoi? - Padre, con queste parole lei mi ha ridata la vita!... Allora è vero!... Allora sono al sicuro.
Egli mi guardò e disse: Vedi quel Sacerdote che si sveste in sacrestia, che ha appena finito di dire Messa? - Lo vedo.
- Va' da lui, quello fa per il tuo caso. -
Così ebbe il segno datomi dalla Madonna, il segno della verità. Entrai allora nella sacrestia, m'inginocchiai davanti a quel Sacerdote (Don Carniel) e gli raccontai tutto. La Madonna non mi mandò dal mio dirigente di partito, né dal capo della setta protestante, né da qualche personalità eminente. Mi mandò dal Sacerdote, perchè egli è il primo anello della catena che lega la terra al Cielo.
Dopo un'istruzione catechistica approfondita, che ci veniva impartita a casa, mia moglie ed io confessammo le nostre colpe a quel Sacerdote e dopo facemmo l'abiura alla setta protestante.
Conviene non lasciare sotto silenzio un fatto particolare, avvenuto la vigilia dell'abiura.
Il Signor Bruno il 6 maggio era alla vigilia dell'abiura; il suo animo era sereno e prima di fare il gran passo andò alla Grotta.
Mentre da solo, in ginocchio, pregava con fervore la Vergine, s'illuminò la Grotta come alla prima apparizione. Nella luce abbagliante si presentò la Madonna, la quale, senza parlare, lo guardò e gli sorrise dolcemente, in segno di particolare compiacenza. Poi la visione sparì.

MI SENTO LEGATO A TE!

Il 23 maggio 1947, un Sacerdote della Parrocchia di Ognissanti, certo Don Sfoggia, s'imbatté nel Cornacchiola e gli chiese: Sei tu che hai visto la Madonna alle Tre Fontane?
- Sono io.
- Vorresti condurmi sul luogo dell'apparizione?
- Volentieri! -
Tutti i due andarono alla Grotta; però il Sacerdote dubbitava della realtà dei fatti. Cominciarono la recita del Rosario. Don Sfoggia, pur recitando le Ave Maria, era intento ad osservare il Cornacchiola, per scrutarlo intimamente.
Restava edificato del suo contegno devoto. Verso la metà del Rosario Cornacchiola non rispose più alla recita; era apparsa la Madonna ed egli era nello stato dell'estasi.
Il Sacerdote rimase colpito constatando l'immobilità del convertito e cominciò a convincersi della realtà dei fatti. La Madonna, che era lì presente, tolse ogni dubbio dal suo cuore e gli diede tanta luce che, finita l'apparizione, sentì il bisogno di dire a Cornacchiola: Mi sento legato a te! -
Dice il Signor Bruno: Nella prima apparizione la Vergine mi mostrò un Sacerdote, che mi diceva: Mi sento legato a te! - e poi soggiunse: Questo é il Sacerdote che ti accompagnerà dal Papa. –

LE MAESTRE PIE

La notizia dell'apparizione circolava in sordina.
Cornacchiola, conservando il grande riserbo, non tralasciava di visitare la Grotta, ove sentivasi fortemente attratto, e la Madonna gradiva tanto quella visita vespertina.
In una di quelle sere, dopo l'abiura, era in ginocchio nella Grotta. All'improvviso la solita luce celestiale illuminò quell'antro ed apparve la Vergine, dal dolce sorriso, che disse: Va' dalle mie care fìgliuole, le Maestre Pie Filippini, e dici loro che preghino per l'incredulità del rione. -
Sparita la visione, il Signor Bruno si affrettò a comunicare il messaggio alle Suore indicate dalla Madonna. Ma dove rintracciarle?
Scendendo dalla collina degli encalitti, incontrò una signora e le chiese se ci fosse in quei pressi qualche convento di Suore.
- Si, che c'è! - rispose la signora, ed è proprio lì! Vede quell'edificio? E' delle Maestre Pie Filippini. - Quantunque fosse l'ora un po' tarda, egli riuscì a far pervenire il messaggio a quella Comunità di Suore. Cominciò a conoscerle e ad apprezzare la loro opera, tanto che in seguito mandò i bambini alla loro scuola.

ACCORATO APPELLO

Il Signor Bruno era solito andare alla Grotta e vi s'intratteneva in preghiera. Sapeva che quello era stato luogo di peccato, ma si augurava che dopo l'apparizione non lo sarebbe stato più. Invece... da certi segni trovati dentro la Grotta... apprese che quello era ancora luogo di peccato.
Amareggiato, scrisse sopra un foglio un accorato appello; è stata la stessa Madonna a dettarglielo: « Non profanate questa, grotta col peccato impuro!
« Chi fu creatura infelice nel mondo del peccato, rovesci le sue pene ai piedi della Vergine della Rivelazione, confessi i suoi peccati e beva a questa fonte di misericordia.
« E' Maria la dolce Madre di tutti i peccatori. Ecco, che cosa ha fatto per me peccatore: Militante nelle file di Satana, nella setta protestante avventista, ero nemico della Chiesa e della Vergine.
«Qui il 12 aprile 1947 con i miei bambini, è apparsa la Vergine della Rivelazione, dicendomi di rientrare nella Chiesa Cattolica Apostolica Romana, con i segni e le rivelazioni, che lei stessa mi ha dettato. «L'infinita misericordia di Dio ha vinto questo nemico, che ora ai suoi piedi implora perdono e pietà. « Amate Maria! E' la dolce Madre nostra. Amate la Chiesa con i suoi figli! Ella è il manto, che ci copre nell'inferno che si scatena nel mondo. Pregate molto ed allontanate i vizi della carne! Pregate! ».

PUBBLICITA'

Questo foglio fu posto all'ingresso della grotta, sopra una pietra. In breve la iscrizione fu conosciuta e chi sa quanti ne avranno fatto copia!
Certe notizie si diffondono lentamente e con relativo interesse; altre invece corrono come il lampo.
Roma cominciò a comprendere l'importanza del fatto miracoloso delle Tre Fontane e s'iniziarono le visite al luogo dell'apparizione; prima erano gruppetti, poi schiere e poi masse di fedeli.
La Stampa di Roma entrò in azione. «Il Giornale d'Italia» fu il primo ad interessarsene ed il 31 maggio pubblicò un articolo di quattro colonne, articolo del giornalista Conte Giulio Locatelli.
Il Direttore del giornale « Il Popolo », Dott. Guido Mari, volendo pubblicare un altro articolo, credette bene attingere notizie sicure e si rivolse al Commissario di Pubblica Sicurezza del Rione di San Paolo, presso le Tre, Fontane.
Il Commissario mandò un brigadiere alla grotta e sequestrò il foglio; poi fece rintracciare Cornacchiola; avendo saputo che egli abitava in via Modica, si rivolse al Commissario dell'Appio per il formale interrogatorio. Il Signor-Bruno, interrogato, espose i fatti. Il Commissario non voleva credere all'apparizione. Si mostrò rigoroso; ma costantando che l'interpellato era sano di mente e che le deposizioni dei suoi tre bambini, interrogati separatamente, concordavano con esattezza, non poté prendere alcun provvedimento in proposito. Intanto aumentava sempre il numero dei visitatori alla grotta e, per conservare l'ordine, il Commissario mandò due guardie in quotidiano servizio.

INCONTRO SOLENNE

Un compito importante era ancora in sospeso nell'animo del convertito: disfarsi del pugnale, destinato ad uccidere il Papa, e della Bibbia, con la quale aveva ucciso tante anime.
Il Sacerdote, al quale accusò le sue colpe per averne l'assoluzione, gli aveva detto: Del pugnale non farne più parole. Aspetta un'occasione propizia per consegnarlo tu personalmente nelle mani del Santo Padre. - L'occasione si presentò circa due anni dopo.
Il 9 dicembre 1949 ci fu in Piazza San Pietro una imponente dimostrazione religiosa, alla quale parteciparono quasi 300.000 persone.
Era la chiusura della Crociata della Bontà.
Il Papa in quei giorni, per 3 sere, aveva invitato un gruppo di lavoratori tramvieri a recitare con lui il Rosario nella sua Cappella privata. Il gruppo era guidato da Padre Rotondi.
Dice il Signor Bruno: Tra i lavoratori c'ero anch'io. Portavo con me il pugnale e la Bibbia, sulla quale stava scritto: « Questa sarà la morte della Chiesa Cattolica, col Papa in testa ». Volevo consegnare al Santo Padre il pugnale e la Bibbia. Finito il Rosario, il Papa ci disse: Qualcuno di voi mi vuole parlare? - Io mi inginocchiai e dissi: Santità, sono io!
Gli altri lavoratori fecero largo per il passaggio del Papa; egli si avvicinò, si chinò verso di me, mi pose la mano sulla spalla, avvicinò il suo volto al mio e chiese: Cosa c'è, figlio mio?
- Santità, qui c'è la Bibbia protestante, che interpretavo erroneamente e con la quale ho ucciso molte anime! - Piangendo, consegnai anche il pugnale, sul quale avevo scritto: « Morte al Papa!... - e dissi: Chiedo perdono di avere osato solo pensare questo. Avevo progettato di ucciderla con questo pugnale! -
Il Santo Padre prese quelli oggetti, mi guardò, sorrise e disse: Caro figlio, con ciò non avresti fatto altro che dare un nuovo martire ed un nuovo Papa alla Chiesa, ma a Cristo una vittoria, una vittoria dell'amore! - Sì, esclamai, ma chiedo ancora perdono!
- Figlio, soggiunse il Santo Padre, il miglior perdono è il pentimento.
- Santità, domani andrò nell'Emilia rossa. I Vescovi di lì mi hanno invitato a fare un giro di propaganda religiosa. Devo parlare della misericordia di Dio, che mi è stata manifestata attraverso la Santissima Vergine. - Bene, bene! Sono contento! Va' con la mia Benedizione nella piccola Russia italiana! -

L'AUTORITA' ECCLESIASTICA

Quando serpeggiano voci di apparizioni, di profezie, di miracoli e di fenomeni soprannaturali, la prima a mettersi in allarme è l'Autorità Ecclesiastica del luogo, alla quale compete il diritto di conoscere a fondo e di giudicare. Questa condotta è prudenziale.
Nel primo tempo ci fu l'allarme anche per il fatto della Grotta delle Tre Fontane. Difatti, divulgandosi la notizia dell'apparizione, fu messo sulla Grotta un avviso stampato, per mettere in guardia i fedeli, invitandoli a non prestare fede a quei fatti, finché la Chiesa non si fosse pronunziata al riguardo. Se ne interessò il Parroco della Montagnola.
Questi; che si era recato tutti i giorni alla Grotta e vi aveva visto accorrere i fedeli, aveva preso la precauzione col pubblico avviso. Non contento di ciò, pregava Sacerdoti e Suore di allontanarsi da quel luogo e toglieva i fiori ogni volta che ne trovava nella Grotta, affinché la gente non fosse tratta in inganno dal loro profumo, credendo che fosse quello misterioso, di cui si parlava. Passato del tempo, cominciò a farsi luce e la competente Autorità, accertata la realtà dell'apparizione, non solo permise il culto alla Vergine della Rivelazione, ma affidò la cura della Grotta ai Padri Francescani Conventuali.
In seguito lo stesso Vicariato di Roma iniziò i lavori di sistemazione generale di quel luogo, che ormai è definito «Il sacro boschetto della Grotta Miracolosa».
Con questi lavori il movimento mariano alla Grotta ne ha avvantaggiato assai. Ormai la rustica collina è trasformata in un vero e proprio Santuario.
Anche l'Osservatore Romano, organo ufficiale del Vaticano, elencando in un suo articolo i più celebri Santuari Mariani, non tralasciò di mettere quello delle Tre Fontane.
La realtà e l'importanza della manifestazione della Madonna, non interessò solo i giornalisti, ma spinse numerosi scrittori a comporre libri ed opuscoli. Le traduzioni nelle varie lingue portarono presto la notizia a tutto il mondo. Il grande lancio editoriale moltiplicò le visite dei pellegrini e cominciarono a formarsi anche dei cortei in certe date particolari.

SISTEMAZIONE

E' necessario rifarsi al principio dei fatti, per avere l'idea del lavoro compiuto presso e dentro la Grotta. Nell'estate del 1947, alcuni mesi dopo l'apparizione, si formò alle Tre Fontane un Comitato di Laici Cattolici; ne fu presidente il Professore Enrico Contardi.
Il primo compito fu di agevolare l'accesso alla Grotta e poi di eseguire le necessarie trasformazioni del luogo, rafforzando anche qualche lato debole della Grotta.
Il Comitato brigò per portare la luce e l'acqua, di utilità ai pellegrini ed agli infermi. Il Sindaco di Roma, Rebecchini, si prestò a quest'opera.
Dentro la Grotta non c'era ancora nulla di sacro visibile; vi occorreva qualche immagine sacra per ricordare la presenza della Madonna. Il Professore Contardi ebbe la felice idea di collocare una statuetta di gesso, raffigurante la Madonna.
La statuetta fu presto circondata di ceri e di fiori, che i fedeli devotamente vi deponevano. Ma era assai piccola, non intonata all'ampiezza del luogo. In seguito fu sostituita da un'altra molto più grande, offerta come voto dall'Ospedale Militare del Celio.
Ecco la storia di questo voto.
Un soldato napolitano, ricoverato nell'Ospedale del Celio, aveva il tumore al cervello ed era spacciato dai medici. La Superiora, visto il caso disperato, si rivolse con fede alla Madonna. Una sera, dopo aver visitato l'infermo ed averlo confortato, gli sparse sul capo un po' di terra della Grotta delle Tre Fontane. Il soldato si addormentò e fece un sogno.
Si sa che d'ordinario i sogni sono da disprezzarsi, perché frutto di fantasia. Ci sono però dei sogni, chiamati « monitori», i quali possono venire da Dio e quindi, più che sogni, sono visioni. La certezza assoluta nei sogni monitori non si ha; ma quando si verificano con esattezza, può aversi la certezza assoluta.
L'infermo sognò la Madonna, nelle sembianze della Vergine della Rivelazione, e fu assicurato della guarigione. Dopo svegliato gridò: Sono guarito! - Infatti era sparito il tumore. Per dimostrare la riconoscenza alla Madre Celeste, il militare ed altri amici comprarono una statua della Vergine, da collocare dentro la Grotta. Il guarito ed altri militari portarono la statua alle Tre Fontane, segno tangibile del prodigio avvenuto.
Dopo, anche questa statua fu sostituita, per dare posto all'attuale, che si venera nella Grotta.
Questa è di grandezza naturale, scolpita in legno, policromato, raffigurante nell'atteggiamento, nel panneggio e nei colori la Vergine della Rivelazione, secondo la descrizione fatta da Cornacchiola allo scultore Professore Ponzi.

TRIONFO

Per trasportare questa bella statua nella Grotta, si scelse una data mariana e precisamente il 5 ottobre 1947, prima domenica del mese, festa della Madonna del Rosario.
Nel pomeriggio di quel giorno la Piazza di San Pietro andava popolandosi, in attesa dello scoprimento della statua.
Frenetici furono gli applausi appena apparve la Vergine dal manto verde! Il Papa, Pio XII, affacciatosi alla finestra, diede la Benedizione.
La statua era posta a destra dell'obelisco.
Si formò un corteo trionfale per trasportarla alle Tre Fontane.
Il Quirinale aveva favorito la «berlina reale » di Casa Savoia e su di essa era issata la statua, la berlina era ricoperta di fiori bianchi, simbolo di fede e di purezza, ed era preceduta da sei cavalli bianchi.
Si attraversò il Corso Vittorio tra lo sventolìo delle bandiere e gli evviva della folla, la quale era sempre in aumento.
Il corteo passò per Piazza Venezia, per la Via dei Fori Imperiali e per quella dei Trionfi. Si fa notare che l'Arco dei Trionfi, quello di Costantino, è sempre chiuso al passaggio. Ma quel giorno fu tolta la catena ed il corteo poté passarvi, dirigendosi poi alla Via Laurentina.
Al tragitto, con l'aumento della folla aumentava l'entusiasmo, mentre sovente si sprigionava dal cuore dei partecipanti il sacro grido: « Viva Maria! ».
Parecchi centinaia di migliaia di figli devoti rendevano il devoto omaggio alla Regina dell'Universo, che si era degnata apparire nell'Urbe.
Commovente il momento in cui, giunta la statua ai piedi della collina del boschetto, fu deposta dalla berlina e fu portata sulle braccia di alcuni miracolati!
Fu collocata sul posto, che occupa al presente.
Poche volte Roma ha visto cortei di tale portata.
Numerosi sono stati, e sono ancora, i cortei alle Tre Fontane. Se ne riporta qualcuno di carattere particolare. Nella festa della Natività di Maria, 8 settembre 1949, i devoti si susseguivano nella Grotta, in numero rilevante. In quella data giunse un grande corteo di malati e di miracolati; erano accompagnati da Sacerdoti. Era presente anche Cornacchiola.
La scena dei sofferenti, la folla dei convenuti ed il canto delle Litanie davano l'idea delle scene di Lourdes.

ANNO GIUBILARE

Il 1950 fu Anno Giubilare. Il Sommo Pontefice Pio XII, il primo novembre, festa di Tutti i Santi, proclamò solennemente il Domma Cattolico dell'Assunzione della Madonna in Cielo.
Questo fatto richiamò alla memoria di molti le parole rivolte tre anni prima dalla Vergine a Cornacchiola riguardo all'Assunzione. I fedeli, a ricordo del Domma Cattolico, in quel giorno vollero mettere una lapide presso la Grotta, con questo scritto: Assumpta est Maria in Coelum Gaudeamus. Assunta in Cielo Sopra i Cori degli Angeli Perchè Madre di Dio Roma particolarmente felice Da Te prediletta Ultima la tua voce Il XII Aprile 1947 Quando dicesti...
« ... il mio corpo non poteva marcire e non marcì...
Da mio figlio e dagli Angeli Sono stata portata in Cielo... » Regina Sanctorum omnium Ora pro nobis
I fedeli. 1 Novembre dell'Anno Santo 1950
Il primo novembre 1952, secondo anniversario della proclamazione del Domma dell'Assunta, ebbe luogo un imponente pellegrinaggio, organizzato da una buona schiera di domestiche. Il corteo mariano si mosse dalla Basilica di San Paolo.
Si ricorda pure il pellegrinaggio organizzato nel centenario della proclamazione del Domma dell'Immacolata. Ma il pellegrinaggio più significativo, uno dei più memorandi, fu quello promosso dai laici, per ricordare la data dell'apparizione. Si attuò il 12 aprile 1953.
La vigilia, 11 aprile, nella notte avanzata, cominciò a snodare il corteo che, partendo dalla Basilica di San Paolo, si avviò al colle degli eucalitti, con la banda musicale a capo.
I partecipanti al corteo portavano le fiaccole e cantavano lodi mariane. Suggestiva quella processione sotto il cielo stellato!
La collina era illuminata a festa e vi si ergeva una grande Croce illuminata. Malgrado il freddo della stagione, la massa dei fedeli trascorse l'intera notte pregando e cantando davanti alla statua della Madonna. Quella veglia notturna era « sacra veglia di espiazione » e doveva servire di preparazione all'atteso pellegrinaggio del domani. Nelle prime ore del pomeriggio del domani, domenica, 12 aprile, cominciò a popolarsi il piazzale della Grotta, in attesa del corteo, che giunse verso il tramonto.
Apriva il corteo una Croce, sormontata da una corona di spine; subito dietro stava Bruno Cornacchiola con altri uomini, seguiti dalla folla partecipante.
Come si è detto, era presente l'uomo, al quale era apparsa la Madonna in quel luogo e come in quel giorno. Tutti aspettavano la sua parola d'occasione ed egli si decise a parlare, tenendo un accorato discorso. Illustrò i tre segni del candore: Gesù Cristo nell'Ostia bianca, Maria Immacolata ed il bianco Papa.
Si fa rilevare che, tanto in passato come al presente, coloro i quali affluiscono alla Grotta, non sono soltanto le semplici donne devote, ma grandi schiere di Sacerdoti, di Frati, di Suore; vi accorrono Prelati, Abati, Vescovi, Cardinali, principi, ambasciatori, accademici, scienziati, scrittori e giornalisti. Le Tre Fontane sono ormai una piccola Lourdes.

I FIORI ROSSI

A questo punto della storia si crede bene innestare un piccolo episodio, che lo stesso Cornacchiola narrò allo scrivente.
Eravamo in visita al Cimitero del Campo Verano, a Roma. Passando presso una Cappella, il Signor Bruno mi disse: Quante notti della mia giovinezza passai dentro questa Cappella! Mi vi nascondevo verso il tramonto, prima che si fosse chiuso il Cimitero, e l'indomani mattina alla riapertura ne uscivo. Attraversando un viale, Cornacchiola mi disse: Vede lei questa tomba? – Per me - è un ricordo. Qui giace... N. N. ..., un protestante conosciuto. Dopo la mia conversione fui eletto Consigliere Comunale di Roma. In una seduta dell'Assemblea Municipale mi alzai per prendere la parola. Secondo il mio solito, posi sul tavolo davanti a me il Crocifisso e la corona. Questo protestante, con spirito sarcastico, esclamò: Senti ora il Profeta... colui che dice di aver vista la Madonna! - io gli ribattei -: Sta attento!... Rifletti nel parlare! - Perchè potrà darsi che alla prima seduta al tuo posto ci siano i fiori rossi! - Quando muore qualcuno degli Assessori o dei Consiglieri, alla prossima assemblea si suole mettere al suo posto un mazzetto di fiori rossi, o di rose o di garofani. Tre giorni dopo quel protestante morì. Alla prossima riunione, vedendo i convenuti il mazzetto di fiori rossi, si guardarono in faccia sbalorditi. Da allora in poi, quando mi alzavo per parlare, ero guardato ed ascoltato con interesse particolare. - Fin qui il Cornachiola.
La morte di quel protestante fu un caso?... Forse! Che la Madonna abbia sottoscritto le parole di Cornacchiola, ormai suo figlio prediletto?... Non lo sappiamo!

CON QUESTA TERRA...

Quando la Vergine apparve a Lourdesp disse a Bernadetta: Lavati con quell'acqua! - ed indicò un angolo della Grotta.
Bernadetta guardò sul posto indicato, e non vide acqua. Tuttavia si chinò per osservare meglio e si accorse che a terra c'era un po' di umido. Li cominciò a fare una fossetta e costatà che veniva fuori un po' d'acqua, tanto che poté lavarsi.
Da quel momento, da più di un secolo, quell'acqua non è venuta meno. Sono numerose le fontanelle attigue alla Grotta, sempre in efficienza, le piscine sono piene di acqua e vanno a bagnarsi milioni e milioni di persone. I pellegrini partono da Lourdes con bottiglie e bidoni di acqua. A tutto il mondo perviene l'acqua della Grotta di Massabielle. E' l'acqua della Madonna!
Ciò che più conta, non è l'abbondanza straordinaria dell'acqua della Grotta, ma sono í prodigi che si verificano per mezzo di essa. Quante guarigioni miracolose, quanti sollievi fisici e quante conversioni!
Si è detto che la Grotta delle Tre Fontane è una piccola Lourdes, ma con qualche diversità. A Bernadetta la Madonna indicò l'acqua; a Cornacchiola indicò la terra, dicendo: Con questa terra di peccato io opereró grandi miracoli, per la conversione degli increduli.
Dunque, la terra che è dentro la Grotta del miracolo, è terra benedetta, di cui l'Onnipotenza Divina vuole servirsi per glorificare la Regina del Cielo.
Il Signor Bruno comprese bene le parole della Vergine e, raccontando l'apparizione, non trascura di far rilevare la preziosità di quella terra.
Si potrebbe osservare: Finché la Madonna a Lourdes si serva dell'acqua per operare prodigi, niente di strano, poiché l'acqua è simbolo di purificazione. Ma servirsi della terra e proprio della terra. della Grotta delle Tre Fontane, sulla quale si solevano commettere le più grandi oscenità dalla gente depravata?!...
Anche questa circostanza ha il suo significato.
La grotta, con la sua ruvidezza, la penombra e l'aria malsana, è l'immagine triste dell'umanità di oggi, immersa nel fango dell'immoralità: col divorzio, col nudismo, con l'aumento sconcertante della prostituzione, con la pornografia, con la televisione scandalosa, con i films osceni...
Nella Grotta delle Tre Fontane apparve la Vergine ed alla penombra settembrò la luce celeste, all'aria malsana ed al fetore dei rifiuti fu sostituito il soave profumo misterioso.
La grotta è anche simbolo del cuore umano, di ogni cuore umano. La Madonna vuole portare ad ogni cuore la luce della Rivelazione; desidera il profumo della virtù in ogni anima; è pronta a dare il suo materno aiuto a chi la prega con fiducia ed amore. L'anima peccatrice, che si mette sotto il manto della Madonna, Rifugio dei peccatori, può rinnovarsi e giungere ad alta perfezione, come la Grotta delle Tre Fontane, che prima era luogo di peccato e dopo è divenuta un'oasi spirituale, ove si prega, si propone e ci si rinnovella.

GUARIGIONI

La terra della Grotta ormai è molto apprezzata e richiesta. Si sono ottenute tante guarigioni, anche miracolose, al contatto con essa.
Le richieste di qualche pizzico di questa terra benedetta pervengono da ogni parte del mondo.
Se si volessero esporre tutti i prodigi attribuiti a questa terra, si andrebbe troppo per le lunghe. Ma è bene presentare alcuni casi, di cui i medici si sono molto interessati.
Già è stato pubblicato un volume, dal titolo «La Grotta delle Tre Fontane», ove sono esposte le guarigioni più rilevanti all'esame della critica scientifica, con lo studio medico del miracolo. Ne è autore il Dottore Alberto Alliney; la prefazione è del Professore Nicola Pende.
All'inizio del volume l'autore dice: Molti mi chiedono, oralmente o per lettera, se alla Grotta delle Tre Fontane con quella terra avvengono realmente delle guarigioni prodigiose.
Dopo quattro anni di serene osservazioni e di rigorosi controlli, posso affermare che sono avvenute molte guarigioni prodigiose, guarigioni che hanno stupìto tutti i medici, guarigioni che superano in potenza le conoscenze note alla scienza.
Le malattie abbondano ovunque. D'ordinario si cerca di guarire più nel corpo che nell'anima. Quando le cure mediche non approdano a nulla, ci si appiglia a qualunque altro filo di speranza e chi ha un po' di fede si appiglia all'aiuto soprannaturale. Fin dai primi mesi, dopo l'apparizione, si divulgavano notizie di guarigioni spettacolari. Allora un gruppo di medici stabilì di costituire un Collegio Sanitario per controllare queste guarigioni e si formò un vero ufficio di collaborazione.
I medici si radunavano ogni quindici giorni e le sedute erano improntate ad una severità forse maggiore di quella che si usa avere all'Ufficio Medico Internazionale di Lourdes.
La prima guarigione, che in modo particolare provocò l'entusiasmo dei Romani, fu quella di Carlo Mancuso, usciere del Municipio, di anni 36, domiciliato a Roma, in Via Bucimazza, 18, confermata dal Dottor Giuseppe Del Duca il 21 giugno 1947, dopo accurato esame medico.

Il 12 maggio Mancuso era precipitato nella tromba dell'ascensore, da un'altezza di quattro metri, producendosi una grave frattura del bacino ed anche una grave frattura, o schiacciamento, dell'avambraccio destro.
Fu ingessato e dopo quattordici giorni di degenza all'ospedale si fece riportare a casa. Il 6 giugno l'ingessatura dovette essere rimossa, perché l'infermo non poteva più resistere ai dolori. L'indomani la crisi dei dolori si acutizzò ed allora le Suore Giuseppine, informate del caso, gli mandarono un po' di terra delle Tre Fontane. I parenti gliela misero sulle parti doloranti. Il sofferente non era un Cattolico praticante e non prese la cosa sul serio; però lasció fare.
I dolori cessarono sull'istante. Mancuso si sentì guarito, si alzò, strappó le bende, si vestì in fretta e corse sulla via. Coloro che pochi minuti prima l'avevano visto sofferente e l'avevano sentito gridare di dolore, erano sbalorditi.
La cosa più sorprendente fu rivelata dalla radiografia, risultando che Mancuso ha le ossa del bacino e dell'avambraccio ancora staccate le une dalle altre. Eppure Mancuso non sente più alcun dolore e può fare liberamente qualunque movimento. Ci sono le fratture, ma come se non ci fossero, caso simile a quello di Onofrio Galati (Alcamo), che aveva l'atrofia perfetta dei nervi ottici, bilaterale, e ci vedeva bene e simile al caso di Emma Di Giorgi (Ribera), ancora vivente, che è nata senza pupille e vede perfettamente, dopo una visita fatta a Padre Pio.
Come può essere portentoso un pizzico di terra della Grotta, altrettanto e più ancora può esserlo l'andare a pregare nella Grotta, inginocchiati sulla terra di quel suolo.
Ecco un caso, che a suo tempo destó a Roma tanto clamore. E' il caso di Michele Conforti, che da lunghi anni portava l'ingessatura ortopedica, con tanto dolore.
Egli stesso fece la seguente relazione: Per l'onore e la gloria della Santissima Vergine della Rivelazione, mi sento spinto a pubblicare quanto segue: Dall'aprile del 1945 soffrivo di una grave malattia alla spina dorsale ed ero in cura da parecchi medici della Cassa Mutua Malattie.
Il male di cui ero colpito, mi costrinse a portare un apparecchio ortopedico, che mi copriva l'intero torace; il suo più lieve movimento mi causava molto dolore.
Pensai allora di recarmi alla Grotta. Il 15 gennaio 1948 rimasi molte ore in preghiera dinnanzi all'immagine della Rivelazione. Tutto ad un tratto sentii un improvviso benessere in tutto il corpo ed i dolori erano scomparsi. Arrivato a casa, tolsi l'apparecchio. Ero completamente guarito, ciò che poi fu confermato dalla diagnosi del famoso Professore Milani, Direttore dell'Istituto di Radiologia dell'Università di Roma.
In segno di riconoscenza, il 18 giugno portai alla Grotta delle Tre Fontane il mio apparecchio gessato, come testimonianza della mia perfetta guarigione - Firmato: Michele Conforti.
Giorgio Luzi, impiegato alla Quarta Ripartizione Anagrafe, saputo della guarigione del Signor Mancuso, volle parlare con lui per assicurarsi della guarigione.
Egli era un indifferente, Cristiano soltanto di nome. Dopo l'incontro avuta con Mancuso, sentì il prepotente impulso di recarsi alla Grotta; voleva sperimentare la virtù taumaturga di quella terra, perché da otto anni era tormentato da sanguinose varici ad una gamba con dolori atroci. Le cure si erano dimostrate vane.
Andó alle Tre Fontane; sentì un grande sollievo morale e pregò, forse la prima volta dopo tanti e tanti anni. Qualche mattina dopo, alle ore 4, si alzò da letto, pose alla meglio le fasce sull'arto chiazzato di piaghe e ritornò alla Grotta. Vi si trattenne tre ore. All'improvviso provó come una pugnalata fredda al di sopra del tallone. Non ne fece tanto caso; notó però che poteva camminare con minor disagio.
La sera, coricandosi mise un po' di terra della Grotta sull'arto sanguinante e si addormentò. Al risveglio era scomparso il colore violaceo della pelle ed erano sparite le piaghe. Si sentiva proprio risanato, anche perché, premendo con le dita sulle cicatrici rimaste, non avvertiva più alcun dolore.
La Signora Mafalda Anastasi, e per lei certifica il Dottor Rocco Lafrate, dal dicembre 1940 era stata colta da attacchi di asma fortissimi, di cui nessuno sapeva scoprire la causa. Il Professore Frugoni aveva detto: E' un caso di asma fra i più terribili, che' io abbia mai conosciuto.
La notte del 22 giugno 1947 le condizioni dell'amena a peggiorarono; per gli attacchi co nui sembrava che il cuore non potesse più reggere.
Ebbe l'ispirazione di ricorrere alla Vergine della Rivelazione e la mattina, alle ore 6, si recò alla Grotta. Era accompagnata dalla figlia. Con fatica salì la collinetta ed entrò nella Grotta.
Per gli affetti d'asma diventano insopportabili certi odori e l'aria un po' viziata. Invece alla signora non davano alcun disturbo né l'odore dei fiori, né il fumo dei ceri, né il caldo estivo e né l'aria poco pura della Grotta.

Ritornando a casa, portò con sè in una scatoletta un po' di terra della Grotta. Dopo circa due ore la colse un fortissimo attacco d'asma. Allora, piena di fede, si cosparse alla meglio con quella terra. L'asma cessò di un colpo. Era avvenuta la perfetta guarigione. La graziata asserisce: Non ho più avvertito alcun disturbo. Della mia infermità, dichiarata inguaribile dai medici, mi è rimasto soltanto un triste ricordo.
Il Signor Sesto Cilli, ricoverato nella Clinica delle, Suore della Sapienza, a Roma, doveva essere operato a tutti e due gli occhi, in base alla diagnosi dei Professori Strampelli e D'Amico.
Il sofferente iniziò una novena alla Vergine della Rivelazione, mettendo sugli occhi durante la preghiera qualche granello di terra della Grotta.
Finita la novena, ritornò con la moglie a farsi visitare, senza dire nulla di quanto aveva fatto. Il Professore D'Amico esaminò gli occhi e disse meravigliato: Non occorre operazione. La vista è ritornata normale di 18 gradi. Una Suora delle Figlie di Nostra Signora al Monte Calvario, in Via Emanuele Filiberto, Suor Livia Carta, da dieci anni era affetta del Morbo di Pott e da quattro anni era obbligata a giacere distesa sopra una tavola per letto. Esortata a chiedere alla Madonna la guarigione, si rifiutava a farlo, volendo accettare le atroci sofferenze per la conversione dei peccatori.
La Suora infermiera una notte le sparse sul corpo un po' di terra della Grotta e sull'istante sparì il terribile male.
La giovanetta Ida Maria Botto, abitante a Firenze, era affetta dal così detto Morbo Faiani. Da tre anni aveva, per ipertrofia tiroidea, un enorme gozzo deformante ed oltre la temperatura alta ed il tremolìo alle mani. Il padre, di ritorno da Roma, aveva portato un po' di terra delle Tre Fontane ed egli stesso la sera del 14 settembre 1947 l'applicò alla gola della figlia, pregando con fede. Istantaneamente sparì il gozzo. Il Dottor Luigi Belloni, impressionato del prodigio, rilasciò il certificato di perfetta guarigione. Il 28 settembre Ida Maria Botto si recò a Roma per ringraziare la Madonna nella sacra Grotta. Non si finirebbe più, se si volessero presentare al lettore le innumerevoli guarigioni, pubblicate nel volume del Dottore Alberto Alliney, guarigioni che riguardano malattie di tante specie: miocardite, artrosi, ulcera, asma, tumore, ascesso, tubercolosi polmonare, epilessia, malattia del sistema nervoso, del sangue, dell'apparato circolatorio e respiratorio, dell'apparato genito-urinario, della pelle; e poi, fratture, lussazioni congenite, ecc.
Le molteplici guarigioni sono ricordate dal grande quantitativo di cuori-voto e di fotografie, che stanno alle pareti dei locali che fiancheggiano la Grotta.
Le guarigioni del corpo colpiscono di più, perchè sono sotto il controllo dei sensi; ma le guarigioni dell'anima, cioè, le conversioni, non si vedono e sono le più importanti.
La Madonna disse all'uomo prescelto, al Signor Bruno, che la terra della Grotta avrebbe operato prodigi, allo scopo di convertire gli increduli; ed essendo questo il fine principale, chi sa quante e quali conversioni siano avvenute ed avvengono ancora! Una di queste è certamente la repentina conversione di Cornacchiola.

LA GROTTA... OGGI

Prima di stendere queste pagine volli andare alle Tre Fontane, per visitare la Grotta e per osservarla accuratamente. Era il 10 luglio 1975.
Chi non avesse avuto il bene di visitarla, potrebbe gradire la modesta descrizione dell'esterno e dell'interno della Grotta. Quanto segue, potrebbe darne l'idea.
Lasciando la Via Laurentina, ov'è la cinta della zona dei Trappisti, si giunge, facendo un po' di scala, ad un ampio piazzale; a sinistra di esso c'è il Convento dei Padri Francescani, con la Cappella aperta al pubblico. Il piazzale è circondato di alberi ed abbellito di oleandri. Qui sostano i frequenti pullmans e da qui i pellegrini si avviano alla Grotta, la quale è sullo stesso piano del piazzale.
Si entra in una Cappella, coperta da pensilina, ed in fondo ad essa sta la Grotta, riparata dalla cancellata. Al di là della cancellata non è permesso andare, se non a qualcuno per eccezione. Questa precauzione è necessaria, diversamente i visitatori si riverserebbero nel sacro recinto, per avere la gioia di baciare la statua della Madonna; la precauzione serve anche a non fare alterare la naturalezza del suolo, poiché i numerosissimi pellegrini farebbero le provviste abbondanti della terra prodigiosa.
L'apertura della Grotta è larga quattro metri; l'interno è metri sei, con due metri di altezza. Le pareti interne sono di pozzolana sfocata, che al contatto con l'aria si è fortemente indurita; tutto l'antro, dunque, è tufaceo. Dall'alto pende un'artistica lampada rossa.
Il suolo del recinto pare un giardino in fiore. Quanti fiori e quanti ceri!
Domina verso il fondo della Grotta la statua della Vergine della Rivelazione, così come apparve a Cornacchiola. In questo recinto, un tempo luogo di peccato ed ora luogo ove tutti si sentono fratelli, quante lacrime si sono asciugate, quante anime hanno ritrovato la pace, quanti santi propositi si sono fatti e quante preghiere sono sgorgate dai cuori afflitti, implorando grazie!
La Madonna non si vede nella Grotta come la vide il protestante convertito, ma chi ha fede sente la sua materna presenza, perché la Regina del Cielo è lì, con le mani ripiene di grazie, pronta a donarle a figli, redenti dal suo Gesù.
All'esterno della Grotta sono poste delle lapidi commemorative, ivi collocate in varie occasioni. C'è anche un grazioso peristilio, ove si mettono le canfiele-voto, che di continuo ardono.
Attorno alla Grotta trovasi un cunicolo, a semicerchio, alto due metri e mezzo, le cui pareti sono strettamente tappezzate di cori-voto, di piccole lapidi e di foto. Non essendo sufficiente il cunicolo per esporre tutti i cimeli, si costruì a fianco un grande antro, abbastanza elevato, le cui pareti ed anche il tetto, hanno tappezzatura di cori-voto.

E' una vera meraviglia l'esposizione di tutti questi segni delle grazie ricevute! C'è una lapide-voto, che attira l'attenzione dei visitatori; su di essa è accennata una storia particolare. Un uomo, per incidente stradale, era in gravissimo stato. Portato all'ospedale, i medici dichiararono che era già morto. Non restava che trasportarlo nell'obitorio, o camera mortuaria. Infatti, fu annoverato tra i morti; era lì in attesa di essere deposto nella cassa.
La moglie, avvisata del caso, corse all'ospedale per vedere il marito per l'ultima volta. E' da immaginare ciò che possa provare una sposa in tale circostanza! Spinta da gran fede, prese un pizzico di terra della Grotta della Madonna, che aveva portata seco, e la sparse sul volto del marito. Prodigio! Sull'istante il presunto morto emise un grido, come se si fosse improvvisamente svegliato, e cominciò a poco a poco a rimettersi finché riacquistò la perfetta salute.
Sulla lapide si legge: Dopo mortale incidente sulla strada Roma - 31 - 10 - 1966 Esanime ricomposto in obitorio E poi prodigiosamente riavutosi fra lo stupore dei presenti Riconoscentissimo Per il nuovo ottimo stato di salute Reno C. Votum solvit Questo fatto fece tanto scalpore a Roma. Numerose erano le visite che il Signor Reno riceveva in casa. Per evitare ciò, sulla lapide è messo soltanto il nome. Del cognome si cancellarono le lettere, lasciando solo l'iniziale; in tal modo si rese più difficile il rintracciare il miracolato.

BENE A SAPERSI

Partendo da Roma in macchina, è facile giungere al Santuaro del Divino Amore, oltrepassato il quale, s'incontra qualche bivio.
Al bivio della Trattoria dei «Sette Nani » inizia la Via Zanoni. Al numero 44 si trova un cancello, con la targa « S.A.C.R.I. », che significa: Schiere Ardite Cristo Re Immortale.
Una cinta di nuova costruzione circonda una villetta, dai piccoli viali ornati di fiori, nel cui centro sta una modesta palazzina.
Qui al presente abita Bruno Cornacchiola con una Comunità di anime volenterose, di ambo i sessi; costoro esplicano una Missione Catechistica particolare, in quel rione ed in tanti altri di Roma.
La dimora di questa nuova Comunità « S.A.C.R.I. » si chiama «Casa Betania ». Il 23-2-1959 vi mise la Prima Pietra l'Arcivescovo Monsignor Pietro Sfair. Il Papa mandò l'Apostolica Benedizione con gli auguri di grande sviluppo dell'Opera. La Prima Pietra fu presa dall'interno della Grotta delle Tre Fontane.
Il convertito, che ormai si è ritirato dall'ufficio di fattorino tranviario, si è dedicato anima e corpo all'apostolato. Va in tante città, dell'Italia e dell'estero, invitato da centinaia di Vescovi e di Parroci, a tenere conferenze a masse di convenuti, desiderosi di conoscerlo e di udire dalla sua stessa bocca la storia della sua conversione e della celeste apparizione della Vergine.
La sua calda parola tocca i cuori e chi sa quanti si siano convertiti al suo parlare.
Il Signor Bruno, dopo i messaggi avuti dalla Madonna, ha ben compresa l'importanza della luce della fede. Egli era nel buio, nella via dell'errore, e fu salvato. Ora vuol portare lui con la sua Schiera di Arditi la luce a tante anime, che brancolano nel buio dell'ignoranza dell'errore.
Si preghi per lui e per la sua Opera, affinché il numero degli Arditi aumenti, e sia fecondo l'apostolato.

CONCLUSIONI PRATICHE

Grande, immenso è stato il dono fatto da Dio alla città di Roma ed al mondo intero!
Ed infatti, chi può giudicare la preziosità della visita della Regina del Cielo alla Grotta delle Tre Fontane e dei suoi Messaggi?
Ma non bisogna contentarsi di conoscere il dono di Dio; il dovere è di corrispondere a tanto dono. Per essere aiutati in questa doverosa, corrispondenza, si presentano delle norme pratiche, le quali sono compendiate nel colore dell'abito della Vergine della Rivelazione: « Veste bianca », « Manto verde », « Fascia rossa ».
Questi colori sono i simboli delle Tre Virtù Teologoli: Fede, Speranza, Carità. Tutta la Divina Rivelazione è basata su tali virtù. Le conclusioni pratiche devono portare ad una fede viva e pratica, ad una speranza forte e gioiosa, ad una carità ardente.
La Madonna si presentò con i piedi nudi, per indicare la penitenza, il sacrificio e la generosità nel seguire Gesù, che porta la Croce. Prima il Calvario e poi... la Risurrezione!

SONO LA VERGINE DELLA RIVELAZIONE!

Allorché la Madonna si manifesta a qualche anima, suole presentarsi con un titolo particolare, intonato allo scopo della manifestazione: Addolorata... Immacolata... Ausiliatrice... Madonna del Perpetuo Soccorso... ecc. Cornacchiola era protestante, cioè, seguace di una delle tante sette che interpretano la Bibbia erroneamente. Dato ciò, la Madonna gli si presentò col delicato ed espressivo titolo: Sono la Vergine della Rivelazione! Rivelazione Divina è il compendio delle verità divine, contenute nella Bibbia e nella Tradizione Autentica, sotto il Magistero infallibile della Chiesa, istituita da Gesù Cristo.
La Madonna teneva tra le mani, poggiato sul cuore, un libro, rappresentante il libro più sacro del mondo: la Bibbia.
Cornacchiola aveva anche il libro della Bibbia, ma quello protestante. Dopo l'apparizione mise da parte quel libro e si provvide della Bibbia Cattolica. Cominciò con serio studio ad approfondire le verità rivelate da Dio e poté cosi formarsi una discreta cultura religiosa, che ora sfrutta il bene nelle conferenze, nei discorsi di occasione e negli eventuali incontri.
E' bene tenere in casa la Bibbia Cattolica, che si distingue dalla protestante, perché porta 1'Imprimatur con la firma di un Vescovo e riporta nel corso del testo le note illustrative ed i commenti dei grandi Esegeti Cattolici. La Bibbia si legga e si studii, ma per i brani più difficili a comprendersi perché richiedono luce particolare, ci si rivolga a persone competenti. Qualche battuta biblica un poco oscura, dev'essere illuminata da altri brani luminosissimi. Vanno in giro tanti libri religiosi. Si stia attenti per distinguere i veri religiosi dai falsi. E' dovere di ogni Cattolico tenere in casa solo i libri cattolici e si mettano al fuoco i libri protestanti: Bibbie, libri, opuscoli, riviste e fogli, che propugnano tanti errori. Non si accetti mai e poi mai la stampa, che i cosi detti «Testimoni di Geova» diffondono largamente, perché questa è la setta dei «falsari biblici », la setta più diabolica esistente oggi nel mondo.
Si invita il lettore a leggere un libro dell'autore di questo scritto, portante il titolo « I falsificatori della Bibbia - ossia - I Testimoni di Geova » (Libreria Sacro Cuore - Messina).
Non si tengano dispute o dibattiti con gli acattolici, se non si è ben ferrati nella Dottrina Cattolica; e non si facciano discussioni del genere alla presenza di giovanetti o di persone poco istruite nella Religione, perché costoro potrebbero essere scossi nella fede ed entrare nei labirinti dei dubbi.

PREGARE

Per convertire peccatori ed increduli. Qual è la differenza tra peccatori ed increduli?
Peccatore è colui che crede in Dio, sa che c'è il Paradiso e l'inferno, sa che fa male peccando e tuttavia pecca volontariamente, perché la sua volontà è indebolita per mancanza di vigilanza e di preghiera. Costui è un peccatore ma è un credente, come è un credente il demonio, che tuttavia è un dannato.
L'incredulo invece è colui che nega l'esistenza di Dio e vive senza una legge morale, pensando che con la morte si ritorna nel nulla. Costui nega recisamente il soprannaturale, disprezza ogni espressione di religiosità e se ne ride dei miracoli. Si entra nell’incredulità per la mancanza di riflessione e più che tutto per la superbia e per l'immoralità. I più grandi, increduli sogliono essere i più grandi superbi ed orgogliosi ed i più grandi immorali. Nella massa degli increduli si trovano tanti scienziati e la Madonna, parlando a Cornacchiola, ne fece cenno: La scienza negherà Dio e ne declinerà gli inviti.
La Regina del Cielo vuole che si salvino anche i peccatori e gl'increduli ed alle Tre Fontane suggerì il mezzo di salvezza: la preghiera.
Bella l'espressione della Vergine della Rivelazione: Le preghiere sono frecce d'oro, che partono dalle labbra dei credenti e penetrano sino al Cuore di Dio!
Occorre moltiplicare queste frecce d'oro per implorare la Divina Misericordia sulle anime morte alla Grazia di Dio, peccatori ed increduli.
Di tali anime possono trovarsene anche in seno alla propria famiglia o nell'ambito delle conoscenze e dell'amicizia. E' dovere, è carità urgente venir loro in aiuto.
Si è provata l'efficacia particolare di alcune preghiere, che ora si crede bene suggerire: Recitare ogni giorno « cinque » Padre Nostro in onore delle cinque Piaghe di Gesù Crocifisso e recitare anche « sette » Ave Maria in memoria dei sette Dolori della Madonna Addolorata.
Si sia perseveranti in questa preghiera e se ne vedranno i meravigliosi frutti, presto o tardi.
E' stato Gesù stesso a suggerire alla Serva di Dio Josepha Menendez la recita di questi Padre Nostro ed è stata la Madonna stessa a comunicare la preziosità delle sette Ave Maria ad un'anima, che al presente è nello stato mistico.
Circola in questo tempo un foglietto con particolare invocazione, la quale, ripetuta cinquanta volte, può chiamarsi « Rosario per i peccatori ». E' di questo tenore:
D. - Cuore Addolorato ed Immacolato di Maria, salvate tutte le anime, che sono sotto Satana!
R. - Vergine Addolorata, pietà di loro! Si chiude con il « Dio sia benedetto... ecc.

PREGARE

Per l'Unità dei Cristiani
Uno dei problemi religiosi più urgenti è quello trattato accuratamente dal Concilio Vaticano Secondo: l'Unione delle Chiese Separate.
Disse Gesù Cristo: Ci sarà un solo Ovile ed un solo Pastore.
L'Ovile del gregge mistico è disgregato, perchè la Chiesa di Gesù Cristo, che deve essere Una, Santa, Cattolica ed Apostolica, al presente non lo è.
Dal tronco principale del grande albero della Chiesa si sono staccati, nel corso dei secoli, dei rami; cosicché ci sono: la Chiesa Scismatica Ortodossa, la Chiesa Anglicana e tutte le svariate e molteplici Chiese protestanti. I membri di queste Chiese sono Cristiani, perché credono in Gesù Cristo, però negano o interpretano erroneamente qualcuna o più verità rivelate da Dio.
La Vergine della Rivelazione raccomandava di pregare per l'unione dei Fratelli Separati, affinché si faccia un solo Ovile sotto un solo Pastore, il quale Pastore è il Sommo Pontefice, Vicario di Gesù Cristo in terra, legittimo Successore di San Pietro nella sede di Roma.
I Fratelli Separati sono tali, perché non accettano la Suprema Autorità del Papa. E' vero che tanti di essi, o isolatamente, o a gruppi, o a folte schiere, rientrano nell'Ovile della Chiesa Cattolica, ma ancora un numero stragrande resta fuori. Cornacchiola era protestante e la Madonna gli disse: Entra nell'Ovile Santo, Corte Celeste in terra. L'Ovile, di cui si parla, è la Chiesa Cattolica, tanto è vero che la Vergine indirizzò il Convertito al Papa, allora Pio XII.
Bisogna pregare e pregare molto! L'autore di questo scritto è fortemente impegnato in questa impresa. Ha pubblicato un libretto (...Libreria Sacro Cuore - Messina) dal titolo « Domeniche Santificate », cioè « Crociata Pro Unione Chiese Separate ». Sua Santità Paolo VI si è degnato mandare all'autore una particolare Benedizione Apostolica ed in seguito l'ha ricevuto in udienza privata.
Il libretto circola in cinque lingue: italiana, francese, inglese, spagnola e portoghese.
L'essenza della grande Crociata è: Comunicarsi per un intiero anno ogni domenica, per impetrare luce ai Capi delle Chiese Separate, affinché accettino l'autorità del Papa. Chi non potesse comunicarsi qualche domenica, potrebbe supplire in altro giorno della settimana.
Per venire incontro al desiderio della Vergine della Rivelazione, non si ometta questo corso annuo di Comunioni.

RECITARE IL ROSARIO

Si rifletta che la Vergine nelle grandi apparizioni e nelle private inculca sempre la recita del Rosario; così a Lourdes, così a Fatima e così altrove.
Ormai tutti i Santuari Mariani sono giornalmente echeggianti di questa devota recita.
II Rosario è àncora di salvezza, è arma di difesa e di contrattacco nelle lotte diaboliche ed è il distintivo dei devoti di Maria e delle famiglie cristiane.
Purtroppo in questi tempi calamitosi si è messo da parte il Rosario e si costata dolorosamente la sterilità dei cuori, la decadenza delle famiglie e la rovina della società. Il pretesto: la recita è lunga... non ne ho il tempo! - è falsa scusa! E' la volontà che manca! Il demonio conosce la preziosità del Rosario e fa di tutto perché si tralasci. Se si ama la Madonna, si soddisfi il suo materno desiderio!
La recita del Rosario si riprenda da tutti, si insegni ai fanciulli ed alle fanciulle e si faccia in comune in famiglia, scegliendo il tempo più adatto alla devozione.
Il Papa Paolo VI, per introdurre di nuovo il Rosario nelle famiglie, ha concessa l'Indulgenza Plenaria a chi lo recita in comune nella famiglia.
La recita può farsi in cinque tappe di tempo, separando la recita delle cinque poste della corona. Si tenga la corona sempre nel taschino.
D'ordinario si recita la terza parte del Rosario, cioè, cinque poste; ma al sabato e nei giorni dedicati a qualche ricorrenza mariana, si esorta a recitarne dieci poste o addirittura (venti), che sarebbe il Rosario intero. Quando Papa Giovanni, dopo morto, apparve ad una Suora prossima a morire, la toccò ed essa guarì sull'istante. Poi le disse: Recita il Rosario! Durante il mio Pontificato recitavo ogni giorno il Rosario intero.

I NOVE PRIMI VENERDI'

Apparendo Gesù a Santa Margherita Alocoque, fece una promessa, chiamata ormai « La Grande Promessa », a vantaggio di chi avrebbe fatto la Santa Comunione ogni Primo Venerdì del mese, per nove mesi consecutivi. La Grande Promessa consiste nel meritare la grazia di morire con i Santi Sacramenti.
Per ottenere lo scopo, è necessario che la Santa Comunione sia ricevuta nelle dovute disposizioni, cioè, in grazia di Dio, premettendo se occorre la Confessione Sacramentale. La Confessione dev'essere fatta con sincerità, con pentimento dei peccati e con la volontà risoluta di fuggire il grave peccato e le gravi occasioni prossime di peccato.
Cornacchiola aveva fatto le nove Comunioni; questa pratica fu la sua salvezza; difatti la Madonna gli disse: I nove Venerdì del Sacro Cuore, che la tua fedele sposa ti fece fare prima di entrare nella via della menzogna, ti hanno salvato! -
A tutti si raccomanda la pratica dei Nove Venerdì e, siccome dà tanta gloria a Dio, non ci si contenti di farla una sola volta, ma, finita una serie, se ne cominci un'altra, senza interruzione per tutta la vita.
Anche la Madonna a Fatima chiese un corso particolare di Comunioni, al Primo Sabato del mese, per cinque mesi consecutivi.
In una apparizione privata ad un'anima mistica, che l'autore di queste pagine conosce, la Vergine disse: Desidero che chiunque si comunica al Primo Venerdì, si comunichi pure al Primo Sabato.
Questo desiderio della Madonna è poco tenuto in conto; infatti al Primo Venerdì i comunicandi sogliono essere in buon numero, mentre al Primo Sabato il numero è assai sparuto. La Madonna è tanto buona ed è ben giusto non lasciarla delusa in questo suo ardente desiderio.
Si è fatto cenno della Madonna di Fatima. Si tenga conto che si manifestò sotto il titolo di «Cuore immacolato». La Madre Celeste domandò la Consacrazione al suo Cuore Immacolato. Si raccomanda perciò di consacrare a Lei noi e la nostra Famiglia, come il Papa le consacrò tutta la Chiesa. In ogni famiglia si tenga pure esposta qualche immagine del Cuore Immacolato di Maria.
La bestemmia è un insulto che si fa a Dio o ai Santi.
Le bestemmie più orribili e più frequenti sono lanciate contro Gesù Cristo e contro la sua Santissima Madre. Cornacchiola era un blasfemo; lo conferma lui stesso, perché prima di convertirsi diceva e scriveva: Maria non è Vergine, non è Immacolata, non è Assunta, non è Madre di Dio. - Queste parole, essendo d'insulto alla Madonna, sono bestemmie, anzi bestemmie ereticali. E quante di tali bestemmie sono vomitate ogni giorno contro la Regina del Cielo! E' dovere riparare!
Sentendo una bestemmia contro la Madonna, riparare col dire: Sia benedetto il nome di Maria, Vergine e Madre! E' lodevole comunicarsi al sabato, ogni settimana; con l'intenzione di riparare le bestemmie contro la Madonna. E' pure lodevole, a tale scopo, recitare ad ogni ora, o quasi, un'Ave Maria, come sogliono fare tanti devoti della Vergine.

NON POSPORRE L'ANIMA AL CORPO

Tutti abbisogniamo di grazie, di ogni specie. La Madonna è la Dispensatrice delle grazie. Rivolgiamoci a Lei! Per ottenere grazie importanti ed urgenti, è bene fare qualche novena alla Vergine. Durante i nove giorni ci si comunichi e si reciti qualche preghiera particolare.
Una deficienza religiosa che si riscontra nei fedeli è questa: pregare e fare novene soltanto per grazie temporali, cioè, per riacquistare la salute, per riuscire in qualche affare, per ben sistemarsi nella vita, ecc....
Ma chi inizia una novena per acquistare la virtù dell'umiltà, per divenire più paziente, per sapere moderare la lingua, per avere la forza di perdonare generosamente, per avere aiuto per troncare un affetto disordinato, per fare una morte serena e santa?... Si faccia attenzione a non posporre l'anima al corpo!

ATTENZIONE!

Si fanno pellegrinaggi a Lourdes. Ottima cosa!
Ma i Romani riflettano bene! Hanno Lourdes in città, vicinissima, e vanno lontano per i pellegrinaggi esteri?... Andate alle Tre Fontane! Apprezzate il dono fattovi dalla Madonna!
Non lasciate passare una settimana o un mese, potendo, senza avere fatta una devota visita alla Madonna della Rivelazione, specialmente nelle ricorrenze mariane!
Prima di uscire da Roma, per un periodo più o meno lungo per disbrigo di qualche affare importante, andate a pregare alla Grotta del Miracolo e chiedete la Benedizione alla Madonna. AI ritorno, rinnovate la visita. Toccherete con mano i frutti di queste visite.
E voi pellegrini, che con piacere vi recate a Roma per visitare Basiliche, monumenti e luoghi storici, non omettete di fare almeno una visita alla Grotta delle Tre Fontane. Là pregate! Provvedetevi di un po' di terra della Grotta, per voi e per tanti altri che potrebbero desiderarla! Procurate di conoscere la storia della Vergine della Rivelazione, per poterla narrare a chi la ignora! Quante cose raccontano i pellegrini ritornando da Lourdes! Si faccia altrettanto dopo la visita fatta alle Tre Fontane.

I FIGLI... COME LA MADRE !

Interessante la storia delle Tre Fontane! Preziose le visite alla Grotta! Lodevole il fervore dei pellegrini! Ammirevole il contegno devoto degli oranti!
Ma la Madonna più che tutto guarda il cuore di ognuno che va a visitarla. Guarda il cuore e vuole trovarlo puro. La purezza è la virtù, per cui si porta il massimo rispetto al proprio corpo ed al corpo altrui. E' la virtù che tiene a freno le passioni e fa camminare sul giusto binario della vita coniugale.
Il mondo vive nel fango morale. La Vergine conosce queste miserie umane e raccomanda ai suoi figli di mantenersi puri. Bisogna quindi lottare contro i vizi della carne.
Chi va a pregare nella Grotta, si esamini se ha la purezza che la Madonna richiede. Dunque, si vada ai piedi della Vergine della Rivelazione o col cuore puro, libero da ogni impurità, o per deporre ai suoi piedi il fardello delle proprie miserie morali, col fermo proposito di non commetterle più.
La purezza si conserva con la vigilanza, la preghiera e la fuga delle cattive occasioni, le quali sogliono essere o persone pericolose, o ritrovi poco seri, o letture provocanti, o scene televisive immorali. Stare lontani dal fuoco... per non bruciarsi. Gli occhi sono le finestre per cui entra nell'anima il demonio dell'impurità. Per conservare la purezza, virtù eccellente, bisogna essere disposti ad ogni sacrificio, come sacrificò la vita la fanciulla Maria Goretti ed al tempo delle persecuzioni la verginella Agnese, la grande Martire Romana. Pura Maria, Madre Celeste, e puri i suoi figli che vanno a trovarla!
F I N E