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Sito non ufficiale dell'apparizione della Vergine della Rivelazione alla grotta delle Tre Fontane a Roma
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LUIGINA E PIO XII

Nel 1937 con l'ordine della Mamma di portare al cardinale Pacelli la notizia della Sua futura Apparizione alle Tre Fontane inizia il rapporto di devoto filiale amore di Luigina per il Cardinale e di paternità di Questi per la giovane ambasciatrice della Madonna.
Quando Luigina andò in San Pietro e, dietro indicazione della Mamma Celeste, incontrò la Marchesa Pacelli, si instaurò subito tra loro una vera simpatia e la Marchesa si premurò di farle incontrare il fratello porporato. Sappiamo cosa Luigina disse da parte della Vergine al Cardinale ed anche la profezia che, fra non molto tempo, sarebbe stato Lui il nuovo Papa.
Da quel momento gli incontri tra la giovane e Pio XII si infittirono. Il "Pastor Angelicus", anima traboccante di soprannaturale, aveva compreso che in Luigina era veramente la Madonna che parlava. Oltre alle udienze private concesse o sollecitate, Luigina era interpellata da Sua Santità anche telefonicamente.
Di questa intensa relazione spirituale moltissimo rimarrà sempre un segreto, però qualcosa trapelò, da parte di Luigina, con qualche anima sacerdotale amica.
Venuto a conoscenza come il demonio ripetutamente malmenasse la povera figliola - un giorno infatti arrivò all'udienza quasi in stato di shock e completamente coperta di lividi sul viso - le fece dono di una Reliquia della Santa Croce, affinché la portasse sempre su di lei per «difendersi» dal maligno.
Questa reliquia infatti fu sempre lo schermo contro le malvessazioni di Satana, il quale non potendola più malmenare, si limitava a turbarla con parole e con le sue «apparizioni».
Avvenne però che per ben tre volte negli anni successivi Luigina, per dimenticanza, non portasse la reliquia e Satana allora le si avventò contro e si vendicò con tutta la sua rabbia. Dell'ultima volta fu testimone proprio il fratello Pietro. Ed ecco cosa avvenne.

Si trovavano per una giornata di pace e di preghiera ad Assisi, dove Luigina amava recarsi a «far visita» al suo grande protettore San Francesco. Nel tardo pomeriggio, dopo aver sostato a lungo nella Basilica del Santo, dove tra l'altro chiese a San Francesco la grazia per tre vocazioni, uscirono sul piazzale sottostante per salire in automobile e rientrare a Montefalco dove erano ospiti delle Clarisse. Avvicinandosi alla macchina ricevette un violento colpo sulla schiena che le fece fare un volo di alcune decine di metri, stramazzando poi al suolo. Sulla piazza, in quell'istante, stranamente, non c'era persona viva tranne Pietro e Luigina. Pietro spaventato corse sgomento presso la sorella temendo il peggio. La sollevò e vide il viso della sorella insanguinato, mentre si lamentava per la spalla così dolorante da sembrare fratturata. Con fatica il fratello la portò a sedere in macchina e con l'acqua benedetta, di cui teneva sempre una boccetta nel cruscotto, le pulì il viso dal sangue e gliene fece bere qualche sorso. Luigina, con la forza ed il coraggio che non le mancarono mai, anche nelle situazioni più difficili, tranquillizzò Pietro e gli confidò che al mattino, prima di lasciare la camera, aveva scordato sul comodino la Reliquia della Santa Croce. Quindi pregò il fratello, che voleva portarla al Pronto Soccorso, di rientrare a Montefalco: «Perché non è nulla. È tutto passato».
Si fermarono pure a Santa Maria degli Angeli e Luigina pregò a lungo nella Porziuncola.
Poi, era ormai quasi buio, rientrarono a Montefalco.
Non era nulla! Così disse al fratello. Però la spalla le arrecò per due anni, fino alla morte, dei dolori atroci ! Ad una religiosa sua grande amica parlava ogni tanto del «suo» Papa che aveva tanto amato e per il quale aveva tanto sofferto ed offerto a Gesù ed alla Mamma.
La Suora ricorda che un giorno Luigina le fece questa confidenza: «Si trovava nella chiesa di S. Angelo in Pesceria, al Portico d'Ottavia, per una visita. Ma era diretta in Vaticano dove l'attendeva il Santo Padre. Mentre pregava le apparve la Mamma Celeste e le disse: «Gina, dammi la cosa più bella che hai: i tuoi denti». E lei, generosamente e prontamente, glieli offrì. Nello stesso istante sentì in bocca spezzarsi ad uno ad uno tutti i denti. Li mise in un fazzoletto, che si intrise di sangue, e poi uscì e si avviò in Vaticano. Quando il Papa la vide e si accorse che parlava a fatica le domandò se fosse caduta e cosa avesse fatto. Allora candidamente, espose quanto le era avvenuto. Il Papa si commosse e poi le ordinò di farsi fare una protesi.
Il dentista dal quale andò e le estrasse le radici dei denti si chiese perplesso come potesse essere avvenuto che tutti i denti fossero stati tranciati, dal momento che le radici erano sanissime. Luigina non rivelò come fosse successo.

Un altro fatto eccezionale accadde durante l'Anno Santo del 1950. Luigina, e lo vedremo in seguito, era strettamente legata da spirituale devozione a Padre Pio da Pietrelcina. Volendo lucrare l'Indulgenza Giubilare percorrendo a piedi l'itinerario che i pellegrini venendo a Roma facevano alle quattro maggiori Basiliche, si raccomandò a Gesù ed alla Mamma affinché le facessero dono che ad assisterla fosse Padre Pio.
Come si vede Luigina era sempre disponibile alla Volontà Divina ma non le mancava l'ardire di chiedere speciali favori e, meraviglioso a dirsi, era sempre accontentata.
È lei stessa che ricorda il fatto ad un Padre Cappuccino.
«All'inizio di Giugno, volendo andare alle quattro Basiliche per il Giubileo, andai alla stazione Termini per iniziare il percorso da lì, come un comune pellegrino che arrivasse a Roma col treno. Uscendo dalla Stazione vidi davanti a me un Cappuccino. Percorsa la distanza per arrivare a Santa Maria Maggiore, quando stavo per entrarvi, il Cappuccino era davanti a me.
Dopo le preghiere stabilite, vidi ancora il Padre che mi precedeva. E così per San Giovanni in Laterano, per San Paolo ed anche per San Pietro. Lo vedevo sempre di schiena e mai nel volto.
Ultimata la visita in San Pietro, entrai nella Cappella del SS. Sacramento per un poco d'adorazione ed inginocchiandomi, qualche panca avanti a me, ecco il Cappuccino inginocchiato in preghiera. Quando mi alzai per uscire dalla Cappella per avvicinarmi all'ascensore che mi avrebbe portato al terzo piano dei Palazzi Apostolici per un appuntamento con il Santo Padre il Padre Cappuccino mi era di fronte: Padre Pio! Leggendo la mia grande sorpresa, mi sorrise e mi disse: «Sei contenta, mo'? Adesso che vai dal Papa chiedi la Benedizione per me e di' al Papa che io mi offro vittima per Lui tutti i giorni. Offro la mia vita al Signore per Lui e per la Chiesa». Io intanto tremavo per l'emozione di vedermi di fronte Padre Pio».
Luigina infatti dopo il primo incontro al Gargano quando da piccola la mamma la portò con sé, lo rivedrà di persona, a San Giovanni Rotondo, solo nel 1953 e continueranno da quel momento i frequenti incontri in Puglia. Però molte volte lo vide in bilocazione. Come avvenne questa volta per il Giubileo.
«Appena Padre Pio terminò di dirmi quanto dovevo riferire al Papa, sparì ed io mi affrettai all'ascensore. Il tremito mi durò sin davanti al Pontefice. Dovevo avere un viso «anormale». Io poi non sapevo di «essere profumatissima» e rimasi ancora più imbarazzata quando, con il suo paterno sorriso, il Papa mi chiese: «Ma che? Ti sei gettata addosso una boccetta intera di profumo?» Ed io confusa: «Padre Santo, mi faccia riposare un poco e poi io le narrerò tutto». Quindi mi calmai e Gli riferii tutto quanto e chiesi la Benedizione per Padre Pio. Rispose allora il Santo Padre: «Ecco, l'hai visto, e perché non l'hai fatto entrare nell'ascensore con te? Così l'avresti portato pure a Me». «Padre Santo, ma quello era in bilocazione...» Non sapevo che cosa dire! Ma il Papa incalzò: «Ma lo potevi dire a Padre Pio...» E mentre alzava la mano per Benedire, all'istante, ambedue vedemmo il Padre davanti a noi, circonfuso di una grande luce. Allora dalla bocca di Pio XII uscì, come in un sussurro, questa frase: «Io sono il Vicario di Cristo, ma Padre Pio lo vive Cristo!»