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Sito non ufficiale dell'apparizione della Vergine della Rivelazione alla grotta delle Tre Fontane a Roma

QUALCHE RILIEVO

- Comunicazione soprannaturale -

« Dopo avere, a più riprese e in diversi mo­di, parlato nel passato ai nostri padri me­diante i profeti, Dio alla fine ci ha parlato mediante il suo divin Figliuolo » (Hebr. 1,1). Con queste parole, san Paolo, di fron­te all'unico trasmettitore della rivelazione definitiva, il Verbo fatto carne, ricorda le varie persone che nel Vecchio Testamento comunicarono ad Israele le successive, mol­teplici, parziali rivelazioni divine: da Abra­mo, Mosé, David a quanti la Scrittura de­nomina direttamente « profeti ».

Profeta, infatti, - come risulta da tut­te le fonti bibliche -, è colui che, per vo­cazione divina, parla in luogo e in nome di Dio, comunicando agli uomini, ai quali è mandato, quanto il Signore, con azione so­prannaturale, gli ordina e gli svela.

Così, per Geremia (Ger. 1,5 ss.): « Pri­ma che ti formassi - gli dice l'Eterno - nel seno di tua madre, io ti ho conosciuto, e prima che tu uscissi dal grembo materno ti ho consacrato e costituito profeta per i popoli.

« Ed io risposi: - Ah, Signore Jahweh! ecco io non so parlare, sono giovane.

Ma Jahweh mi disse: - Non dire: « so­no giovane » (incapace)... tu andrai da tut­ti ai quali ti manderò, e dirai tutto quello che ti comanderò di dire... ».

Quindi mi toccò la bocca e mi disse: "Ecco io metto le mie parole sulla tua bocca..." ».

La rivelazione formale è finita con la morte dell'ultimo degli Apostoli, scelti e po­sti da Gesù per diffondere la sua Chiesa, fondata sul principe degli Apostoli, san Pie­tro.

Il dono soprannaturale del profetismo, però, non è mai cessato nella Chiesa, con missioni particolari, ad esempio santa Ca­terina da Siena, santa Margherita Alacoque, Suor Elena Aiello..., anche se il termine "profeta" è stato ristretto soltanto ai tra­smettitori della rivelazione formale. Ma il fenomeno soprannaturale è il medesimo.

Le comunicazioni divine avvengono per visione:

a) puramente intellettuale, senza l'aiu­to cioè di alcuna immagine sensibile, ed è il modo più frequente nei profeti del Vecchio Testamento: « Mi fu rivolta la parola di Dio » (Ezechíele, frequentemente);

b) per visione anche sensibile: mentre parla all'intelletto, Dio agisce sulla fantasia, sui sensi interni in genere, con immagini sen­sibili: così nella visione iniziale in cui Isaia è destinato "profeta": Is. 6; ancora nelle visioni iniziali di Geremia (c. 1) e di Eze­chiele (1-3) ecc. Raramente l'azione divina riguarda i sensi esterni: Mosè che vede il roveto che arde e non si consuma (Esodo, 3,4).

Mentre il Signore agisce sui sensi inter­ni e parla all'intelletto, i sensi esterni nulla più percepiscono di quel che c'è intorno: l'azione di Dio è così potente che assorbe tutta l'attenzione della persona: i sensi ester­ni seguono la facoltà della mente e dei sen­si interni, straordinariamente attivi sotto l'azione del Signore.

In ogni caso, Dio si adatta alla menta­lità del soggetto prescelto, delle cui facoltà si serve, applicandole ed elevandole, mai mu­tandole, e sceglie immagini ad esse familiari.

Il prescelto conserva il suo carattere, la sua impronta personale.

Il Signore, infine, dona al prescelto co­scienza della certezza della comunicazione ricevuta e gli infonde un impulso irresisti­bile a trasmetterla ai destinatari.

Secondo le stesse parole di santa Ber­nadette, una forza irresistibile la spingeva alla grotta, all'appuntamento fissatole dalla Bella Signora.

E non ci fu mai verso di farla imbroglia­re nel riferire i colloqui avuti con Essa, no­nostante tutti i vari tentativi messi in ope­ra. Sono effetti dell'azione straordinaria di­vina, sulle facoltà del prescelto.

Le visioni di santa Margherita Alaco­que, orante dinanzi al santissimo Sacramen­to dell'altare, di Gesù che le mostra il suo Cuore sono visioni dei sensi interni, mentre Gesù parla al suo intelletto e lei vítalmente risponde.

Allo stesso modo, le apparizioni della Vergine a santa Bernadette: visione dei sen­si interni, mentre la Vergine parla al suo intelletto ed ella risponde, vitalmente pre­sente a se stessa.

Così per l'apparizione della Vergine ai tre bambini e al loro babbo alla grotta delle Tre Fontane. Ecco perché esteriormente nes­suno avrebbe visto nulla, come non vide nulla il Cornacchiola, fino a che non arriva il suo turno ed inizia in lui l'azione sopran­naturale. E lui solo riceve le comunicazioni della Vergine durante più di un'ora e vital­mente risponde.

Un po' come nei nostri sogni: noi vedia­mo, parliamo, dialoghiamo; solo che nei casi suddetti è Dio che opera, e che produce le immagini, che parla; e l'uomo pienamente cosciente vede vivificate straordinariamen­te le sue facoltà, vitalmente risponde, e ac­coglie in sé, in maniera indelebile, le visio­ni e le comunicazioni celesti.

Lo stesso vale per i tre veggenti di Fati­ma. Quanto al fenomeno del sole, a Fatima come alle Tre Fontane, parleremo in seguito: è un fenomeno straordinario con le caratte­ristiche del « segno », cioè come mezzo sen­sibile per attestare agli altri la veridicità del­le comunicazioni e delle apparizioni, per istruire simbolicamente e per ammonire.

Nel caso del Cornacchiola bisogna tener presente che, al contrario delle apparizioni menzionate: santa Margherita Maria, santa Bernadette, i bambini a Fatima, innocenti e così ben disposti spiritualmente, si tratta invece di un fanatico negatore del dogma, avvelenato e convinto comunista e attivo strumento di Satana; la Vergine gli dà un segno per assicurarlo della veridicità della apparizione, cioè trovare il Sacerdote che lo avrebbe fatto abiurare.

Le difficoltà incontrate per trovarlo, quei sedici giorni di tormento, di umiliazioni ser­vivano di espiazione per il passato, come se­gno esterno della certezza dell'avvenuta vi­sione, e per il compimento dell'abiura al protestantesimo.

Il demonio si era visto togliere la gros­sa preda, di cui si era servito per tanto tem­po e per tanto male operato, non potendo far altro, avrebbe assalito il convertito col tormento del dubbio; ed è quel che fece in quei sedici giorni.

Per il Cornacchiola fu la prova purifica­trice. Egli la vinse; la Vergine l'assisteva, attirandolo fortemente, invincibilmente al­la Grotta. Egli vi si recava anche di notte; né smetteva di recitare il Rosario, rivolgen­dosi fervorosamente alla Vergine perché lo aiutasse.

Alla Grotta ritrovava la quiete dello spi­rito, la piena intima pace. E reso forte, ri­prendeva la lotta contro la tentazione del Maligno, e finalmente, con la realizzazione del segno, riportò pieno trionfo.

Ne ebbe conferma il 6 maggio, alla vi­gilia dell'abiura, quando recatosi alla Grotta, prima di fare il passo esternamente decisivo, mentre da solo, in ginocchio pregava con fervore la Vergine, s'illuminò la Grotta co­me alla prima apparizione.

E nella luce abbagliante si presentò la Madonna che, senza parlare, gli sorrise dol­cemente, in segno di particolare compia­cenza. E la visione ebbe fine.

 

La Vergine della Rivelazione

Il grande teologo domenicano, P. Ma­riano Cordovani ha definito questo titolo « bellissimo e altamente teologico », in quan­to esso conferma tutte le verità mariologi­che proposte dal Magistero autentico, sem­pre con fondamento o riferimento esplici­to, diretto, con la Sacra Scrittura, che è uno dei due elementi essenziali della Rivelazio­ne; l'altro è la Tradizione apostolica che si perpetua ed è formulata dal Magistero in­fallibile della Chiesa.

La Madonna teneva tra le mani, pog­giato sul cuore, un libro; era il libro sa­cro: la Bibbia.

Il Cornacchiola aveva anch'egli una Bib­bia, quella tradotta dal protestante Diodati, senza note; e invece di cercarne il senso inteso dall'autore sacro, cercava di far ser­vire qualche versetto, tolto dal suo conte­sto, magari mal reso dal traduttore, alla sua tesi, contro i privilegi della Santissima Sem­pre Vergine, Madre di Dio.

La Sacra Scrittura afferma, insegna tali privilegi: lo stesso Dogma della Immacolata Concezione, e quello della sua Assunzione corporea in Cielo, hanno il loro ultimo fon­damento nella Sacra Scrittura.

Quindi il tentativo del Cornacchiola, di negare tali privilegi, distorcendo al riguardo qualche versetto della Bibbia, - come so­no soliti fare i propagandisti protestanti no­strani - era un inutile, dannoso ed erro­neo affaticamento del cervello.

Sono la Vergine della Rivelazione: sono in realtà colei che la Rivelazione descrive, presenta; e questa descrizione o formulazio­ne è esatta.

Molti si sono fermati a questa spiega­zione; ma la Rivelazione, come ho detto, abbraccia la Sacra Scrittura e l'altra sua fonte: il Magistero infallibile della Chiesa, che conserva, custodisce ed espone la Tra­dizione apostolica, il Depositum Fidei il complesso cioè delle verità rivelate affidate da Gesù ai suoi Apostoli e al suo Vicario in terra, il Sommo Pontefice, che ne per­petua gli attributi e le funzioni.

Sono la Vergine della Rivelazione: Co­lei alla quale dall'Eterno è affidata la par­ticolare protezione della Fede nella Chiesa; Regina degli Apostoli; che continua quella presenza che san Luca attesta così bene nel suo libro prezioso: gli Atti degli Apostoli: 1,14; c. 2.

La storia conferma e rileva questo stret­to rapporto tra il Magistero infallibile della Chiesa, la persona del Sommo Pontefice e la Vergine Santa.

Sua Santità, il Papa Pio IX, l'8 dicem­bre 1854, nella « bulla » Ineffabilis Deus, proclamava verità rivelata, la Immacolata Concezione della Madonna:

« Ad onore della Santa ed individua Trinità, ad onore e prestigio della Vergine Madre di Dio, ad esaltazione della fede cat­tolica e ad incremento della religione cri­stiana, per l'autorità del Signor Nostro Gesù Cristo, dei beati apostoli Pietro e Paolo, e Nostra, dichiariamo, pronunziamo e defi­niamo che la dottrina, la quale sostiene che la Vergine Maria fin dal primo istante della sua concezione, per singolare grazia e pri­vilegio dell'onnipotente Iddio, in vista dei meriti del Cristo Gesù Salvatore del genere umano, fu preservata immune da ogni mac­chia della colpa originale, è rivelata da Dio, e perciò deve essere creduta fermamente e costantemente da tutti i fedeli ».

Quattro anni dopo il 25 marzo 1858 la Santissima Vergine, quasi eco e conferma della solenne definizione di Pio IX, contro la protervia di ogni sorta di contestatori ed oppositori, dava alla contadinella Bernadette Soubirous il suo nome, la sua identità.

« Parecchie volte - dichiara Bernadet­te, in un racconto completato nel 1879, alla vigilia della sua morte -, parecchie volte (si pensi che la prima apparizione era avve­nuta 1'11 febbraio) Le avevo domandato chi ella fosse: ella non faceva che sorridere. Infine, nel giorno dell'Annunziazione, Le dissi: - Signora, vuole avere la bontà di dirmi chi è? - Madamo (non sono sicura d'aver detto Madamo o Madamiselo, ma io ho detto l'uno o l'altro termine) boulets aoué la bountat dé mé disé qui es?

Alla terza volta, ella stese le due braccia verso la terra: poi alzò gli occhi, guardando il cielo, e, nello stesso tempo, elevando le mani e congiungendole sul petto, disse: « Io sono l'Immacolata Concezione. Qué soy era l'Immaculado Councepcion ».

Senza addio, la Vergine, dopo aver rive­lato il mistero della grotta, disparve.

« Nostra Signora della Grotta » - come sempre poi Bernadette dirà, parlando della apparizione - confermava, sanciva non me­no solennemente, la solenne definizione del Sommo Pontefice.

Un altro Pio, il Papa Pacelli, il 1° no­vembre 1950, definì solennemente, come verità rivelata, l'Assunzione corporea in Cie­lo della Vergine Madre di Dio.

Teologi ed esegeti erano da tempo al la­voro per illustrare dalle fonti: Sacra Scrit­tura e Tradizione apostolica, la verità sud­detta.

« Tutte queste ragioni - scrive Pio XII nella "Municentissimus Deus" nel definire l'Assunzione come verità rivelata - e con­siderazioni dei Santi Padri e dei Teologi hanno come ultimo fondamento la Sacra Scrittura la quale ci presenta l'Alma Madre di Dio unita strettamente al suo Figlio di­vino e sempre partecipe della sua sorte. Va ricordato specialmente che, fin dal 2° secolo, Maria Vergine viene presentata dai Santi Padri come Nuova Eva, stretta­mente unita al nuovo Adamo, sebbene a lui soggetta, contro il nemico infernale, che, com'è stato preannunciato dal Protovangelo (Genesi, 3,15), si sarebbe conclusa con la pienissima vittoria sul peccato e sulla morte, sempre congiunti negli scritti dell'Apostolo delle Genti (cf. Rom. c.c. 5-6; I Cor. 15,21­26. 54-57).

Per la qual cosa, come la gloriosa risur­rezione di Cristo fu parte essenziale e il segno finale di questa vittoria, così anche per Maria la comune lotta si doveva con­cludere con la glorificazione del suo corpo verginale; perché, come dice lo stesso Apo­stolo, - "quando... questo corpo mortale sarà rivestito di immortalità, allora si avve­rerà ciò che fu scritto: la morte è stata assorbita nella vittoria" - (I Cor. 15,54).

In tal modo l'Augusta Madre di Dio, ... Immacolata nella sua Concezione, Vergi­ne illibata nella sua Divina Maternità, ge­nerosa socia del Divino Redentore, che ha riportato un pieno trionfo sul peccato e sulle sue conseguenze, alla fine, come su­premo coronamento dei suoi privilegi, fu preservata dalla corruzione del sepolcro, e, vinta la morte, come già il suo Figlio, fu in­nalzata in anima e corpo alla gloria del Cielo, dove risplende Regina alla destra del Figlio suo, Re immortale dei secoli (I T im. 1,17).

Poiché dunque la Chiesa universale, nel­la quale vive lo spirito di Verità e la con­duce infallibilmente alla conoscenza delle verità rivelate, nel corso dei secoli ha ma­nifestato in molti modi la sua fede, ... rite­niamo giunto il momento... per proclamare solennemente questo privilegio di Maria Ver­gine ».

Mentre dunque teologi ed esegeti com­pivano il loro lavoro, la Vergine della Ri­velazione confidava al protestante, fermato ormai dalla Grazia, la realtà di questo pri­vilegio, rendendosi garante della definizione solenne che tre anni dopo, il Sommo Pon­tefice, Pio XII, avrebbe promulgato.

Dalla grotta di Lourdes (25 marzo 1854), dalla Grotta delle Tre Fontane (12 aprile 1947), Maria Santissima si manifesta davvero la Vergine della Rivelazione, che tu­tela e conferma il complesso delle verità, complesso custodito e infallibilmente for­mulato nelle sue varie gemme, dal Magistero infallibile del Sovrano Pontefice, Vicario di Gesù.

« Il mio corpo non poteva marcire e non marcì... Da mio Figlio e dagli Angeli fui portata in Cielo ». « Tu mi perseguiti, ora basta! Entra nel­l'Ovile Santo, Corte Celeste in terra ». Ecco cos'è la Chiesa Cattolica, l'unica ve­ra Chiesa, istituita da Gesù.

Bisogna dirlo, ripeterlo con chiarezza, con fermezza, pur con la più grande carità per i poveri smarriti - è qui la salvezza! La quiete dello spirito.

« Madre dei Santi, immagine de la città superna del Sangue incorruttibile conservatrice eterna, tu che da tanti secoli soffri, combatti e preghi che le tue tende spieghi dall'uno all'altro mar... ».

Con profondo senso cristiano, perfetta­mente teologico, il Manzoni interpella la nostra Chiesa.

La Vergine della Rivelazione fa sua la terminologia adoperata da Gesù medesimo, specialmente come riferisce san Giovanni nel suo Evangelo e nel libro profetico: l'Apo­calisse; e come si esprime san Paolo nelle sue Lettere, parlando della Chiesa: « rocca inespugnabile della Verità » (1 Tim. 3,15).

Questa verità bisogna esporre, richiama­re, sempre con la dovuta carità, a quanti ne stanno fuori. Altrimenti, ogni incontro, colloquio, fatto magari con la più retta in­tenzione, con i nostri fratelli, comunque se­parati,. non soltanto è vano, ma gravemente dannoso, per l'illusione involontaria creata di poter stare insieme, superando ogni osta­colo, con una semplice recita di una pre­ghiera in comune.

« Sono colei che sono nella Trinità divi­na ». Figlia dell'Eterno Padre, Madre del­la seconda Persona della SS. Trinità, il Ver­bo Eterno, e Sposa dello Spirito Santo.

Pertanto, onnipotente Mediatrice, per volontà divina. Come nella teologia di san Bernardo, presentata così bene in sintesi dal nostro sommo poeta.

« Vergine Madre, Figlia del tuo Figlio, Termine fisso d'Eterno. Consiglio ».

La Vergine esalta poi l'efficacia della preghiera; consacra la pia pratica dei primi nove venerdì del mese, raccomandata dal Sacro Cuore a santa Margherita Maria Ala­coque.

In particolare la recita del Santo Rosa­rio: meditazione sui misteri della vita del Redentore, dalla nascita alla Resurrezione, con i privilegi della Madonna, sempre stret­tamente unita al Figlio suo, dall'annunzia­zione dell'Angelo, alla sua presenza al Cal­vario, nostra corredentrice; alla Pentecoste con i capi della Chiesa nascente, all'Assun­zione e sua Glorificazione in Cielo.

Nel Rosario c'è la preghiera per eccel­lenza: il Padre Nostro, insegnataci da Gesù, e l'invocazione a Maria: l'Ave Maria, con le parole stesse dell'Angelo e di santa Eli­sabetta alla Vergine, e la preghiera per una buona morte.

« Le Ave Maria, che tu dirai con fede ed amore, sono tante frecce d'oro, che ar­riveranno al Cuore di Gesù ».

E' il richiamo della Vergine della Grotta a Lourdes, la ripetuta esortazione rivolta da lei a tutta l'umanità, a Fatima.

I segni dati dalla Vergine al Cornacchio­la non sono altro che profezie - come i messaggi per il Santo Padre -; la loro rea­lizzazione ne comprova la vera natura, l'ori­gine soprannaturale.

E' la forza del miracolo, detto nella Sa­cra Scrittura ora « segno »: un fatto dall'ori­gine palesemente divina, operato appunto per confermare una verità, come l'effetto di­mostra, svela la propria causa.

Ora « evento straordinario » « meraviglio­so », un fatto naturalmente inspiegabile, che suscita pertanto lo stupore, l'ammirazione.

Ora « potenza » che manifesta cioè la onnipotenza di Dio; evento che può spiegarsi soltanto come atto di Dio, Signore di tutto il creato.

La profezia e il miracolo sono validi ar­gomenti per dimostrare che la rivelazione di Gesù è davvero opera di Dio, che la sua Chiesa - fondata su Pietro -, la Chiesa di Roma, è l'unica vera Chiesa.

E' questo l'argomento su cui si ferma a lungo Blaise Pascal, questo genio del cri­stianesimo, nei suoi « Pensieri ».

La verità delle apparizioni della Vergine a Bruno Cornacchiola e quindi l'autenticità delle comunicazioni ricevute, è dimostrata ineccepibilmente dalle profezie e dai mira­coli.

Abbiamo messo in rilievo l'apparizione della Vergine a Luigina Sinapi, dieci anni prima, nel 1937, con l'annuncio profetico datole che avrebbe fatto di quella grotta, di quel luogo di peccato, un luogo sacro a lei consacrato, ed a ciò si sarebbe servita « di un uomo che oggi perseguita la Chiesa e vuole uccidere il Papa ».

 

Una grande conferma: Suor Maria Raffaella Somma, Maestra Pia Filippini

Bruno Cornacchiola continuò a frequen­tare la Grotta, attrattovi fortemente; con­servando con tutti il massimo riserbo circa l'apparizione e per quanto riguardava la sua persona.

Alcuni giorni dopo l'abiura, mentre co­me soleva, di sera pregava lì con fervore, si ripeté l'apparizione e la Vergine gli af­fidò la commissione: - Va' dalle mie care figliole, le Maestre Pie Filippini e dì loro che preghino per l'incredulità del rione -.

Bruno scendendo dalla collina pensava come adempiere quel mandato, non cono­scendone le destinatrici. Incontrando una signora, ne chiese a lei notizia; e l'interpel­lata gli mostrò proprio sulla Laurentina, di fronte alla collina degli eucalipti, la casa delle Suore:

- Vede quell'edificio? E' delle Maestre Pie Filippini -. All'inízio abbiamo parlato di tale Casa.

Bruno vi si recò a trasmettere loro il messaggio. Cominciò così a conoscerle, ad apprezzare la loro opera e più in là man­dò da loro i suoi tre bambini.

Nel luglio 1947, tre mesi dopo la prima apparizione, una Suora insegnante di quel­l'Istituto lo mandò a chiamare. E qui sentiamo il racconto dello stesso Bruno:

« Mi raccontò che aveva fatto un sogno. Le sembrava di trovarsi in una grande chiesa e sentiva la voce di un oratore che spiegava ciò che la Madonna aveva detto apparendo a me nella Grotta delle Tre Fon­tane.

Io non avevo mai rivelato a nessuno - eccettuato l'autorità ecclesiastica - le parole pronunciate allora dalla Madonna: i miei figli nulla avevano sentito; quindi, fui grandemente meravigliato quando la suo­ra continuò: - La Madonna si presentò a lei con questa frase: "Sono colei che sono nella Trinità divina; sono la Vergine della Rivelazione; tu mi perseguiti, ora basta!".

« La Suora mi ripeté tutto il lungo mes­saggio. Al termine mi mostrò un quader­netto, dicendo: - Ho scritto tutto, affin­ché resti documentato per chi non vuole credere -.

« Ed aggiunse ancora:

- La voce misteriosa, al termine del suo lungo discorso, mi ha detto: "Lotteranno tutti contro questo avvenimento, ma non dovete smarrirvi".

« Come segno della realtà di questi av­venimenti, la voce misteriosa mi ha pre­detto che accadranno i fatti seguenti:

1) i suoi figli saranno cacciati da questo istituto;

2) io sarò sottoposta a lunghi interroga­tori, poi rinchiusa in manicomio;

3) tornata a casa, sarò colpita da tumore e morirò;

4) il mio corpo sarà sepolto nel cimitero dei Padri Trappisti -.

« Riferii al mio confessore questo strano racconto. La storia ci sembrava assurda, in quanto alcuni particolari parevano asso­lutamente irrealizzabili. Ad esempio, ed in modo particolare, la sepoltura di una suora nel cimitero dei Trappisti. Come si sa, que­sti monaci osservano una clausura severissi­ma. Nessuna donna, né viva, né morta, può entrare nel loro recinto se non con una speciale dispensa del Papa.

« Il fatto, quindi, che quella suora affer­masse che sarebbe stata sepolta nel cimitero all'interno della Trappa, era addirittura in­concepibile.

« Invece, tutto si avverò alla lettera.

1) In seguito alle prime polemiche sorte su quanto avevo visto alle Tre Fontane, i miei figli furono mandati via dall'Istituto delle Suore.

2) La Suora venne sottoposta a lunghi in­terrogatori per quel sogno profetico che confermava quanto io avevo veduto e sen­tito.

« Al termine, sospettata di essere una squilibrata, venne mandata in manicomio e poi in una casa di cura dove rimase otto mesi, sottoposta ad esami e controlli.

« Stabilito che ella era perfettamente sana di corpo e di mente, fu rimandata al suo Istituto.

3) Qualche settimana dopo cominciò ad avvertire dolori a un fianco: era un tumore e in poco tempo morì.

4) A questo punto ero curiosissimo di ve­dere dove sarebbe stata sepolta.

« Le Suore dell'Istituto avevano una Cap­pella mortuaria al Verano e lì vennero fat­ti i preparativi per la sepoltura.

« Terminata la funzione funebre, mentre il mesto corteo si avviava verso il suddetto cimitero, arrivò un'automobile con targa Stato Città del Vaticano.

« Ne uscì un monsignore che fece cenno con la mano per fermare il corteo. Quindi parlò con la Madre Generale delle Maestre Pie, con il parroco, mostrando loro delle carte.

« Il parroco si diresse dal cocchiere del carro funebre, trasmettendogli l'ordine di in­vertire direzione; questi eseguì l'ordine e mosse i cavalli indietro verso la Trappa.

« La suora defunta fu sepolta nel cimitero dei Trappisti. E' ancora là. E' l'unico caso al mondo, di una donna sepolta nel cimi­tero di un monastero di monaci di stretta clausura ».

La Maestra Pia Filippini di cui ora si è parlato è Suor Maria Raffaella Somma. Nacque a Sant'Agnello (Napoli), il 26 no­vembre 1909.

Dotata di vivace intelligenza, forte vo­lontà ed acuta sensibilità, gustava le bel­lezze della natura ed il suo cuore di bam­bina viveva nell'esuberanza dell'ambiente, quando, tragicamente, perdette prima la madre ed il padre successivamente.

Nel suo profondo dolore, trovò conforto e guida nell'Istituto delle Agostiniane Ri­paratricí, a Piano di Sorrento, ove crebbe ed iniziò la sua ascesa spirituale.

La vivacità del suo temperamento fu co­me velata da una nota di profondo racco­glimento, che le traspariva da tutte le mo­venze: il dolore la educò all'amore sopran­naturale, affinando le sue qualità femminili.

Chiese di farsi suora come le buone Ma­dri che l'avevano soccorsa nel suo lutto ed entrò nel probandato.

Il Fondatore di quell'Istituto, don Ma­stelloni, per farle conseguire il diploma ma­gistrale, nel 1928, la mandò presso l'Istituto delle Maestre Pie Filippini, in Roma, e fu proprio qui che Suor Maria Raffaella volle rimanere, per realizzare la sua consacrazio­ne al Signore.

Nel 1930 prese l'abito di Maestra Pia. Nel 1933 fece la sua oblazione perpetua e conseguì il diploma di catechista.

Nel 1934, l'abilitazione magistrale com­pletò la sua preparazione professionale. Nello stesso anno iniziò la sua missione nella Casa delle Tre Fontane, dove la con­cluse.

Presa dalla « Carità », si offri « vittima » all'Amore Misericordioso, per i Sacerdoti, di cui sentiva la grandezza sul piano della « Grazia » e ne avvertiva contemporanea­mente la fragilità di fronte agli assalti della vita e della non facile missione.

I suoi quindici anni vissuti nella zona del­le Tre Fontane, hanno lasciato un'impron­ta, che è tuttora viva fra quanti la conob­bero.

Morì il 19 febbraio 1949 e fu sepolta, come abbiam visto, nel cimitero dei Padri Trappisti.

L'immaginetta-ricordo, scritto in occasio­ne della morte, d'accordo con l'autorità ec­clesiastica, reca: Scuola Abbazia Tre Fontane Suor Raffaella Somma Maestra Pia Filippini

26 nov. 1909 19 febbraio 1949 Foto scattata pochi giorni prima della morte. E' la suora che ha avuto in sogno tutta la spiegazione del messaggio della Ver­gine della Rivelazione. Ora il tutto è al San­to Uffizio (o Congregazione per la difesa della Fede).

E nell'altra metà interna: Poi che la Carità la prese se stessa offerse come fiore sull'altare.

Conobbe la notte di Cristo nel Getzemani e l'amaritudine dell'ora di nona sulla Croce.

Con anticipato possesso dell'Amore esalò lo spirito santificato dal suo eroismo guardando Maria stella del suo eterno mattino.

La realizzazione esatta degli eventi pre­detti è la caratteristica, la prova della vera profezia.

Ogni resistenza, ogni opposizione diven­ta allora irrazionale prevenzione. Ottimamente, nella festa solenne dell'Im­macolata Concezione di Maria (8 dic. 1982), dinanzi alla statua della Vergine della Ri­velazione l'autorità ecclesiastica (il Vicaria­to), ha fatto consacrare un bell'altare, per la celebrazione della Santa Messa.

E' questo l'ultimo atto che attesta l'im­plicito riconoscimento degli eventi sopran­naturali, da parte dell'autorità religiosa.

Ed è una premessa per l'erezione del gran­de Santuario voluto dalla Vergine della Ri­velazione, al cui scopo sono abbondanti e numerose le offerte date dai fedeli di ogni ceto; offerte accuratamente conservate a tal fine dal Vicariato di Roma.

 

Altre realizzazioni. I miracoli ottenuti

Sentiamo il racconto dello stesso Cornac­chiola, com'è riferito da G. Sciascia, nel suo servizio su Alba, del 14 maggio 1982, già citato.

« Il 23 maggio dello stesso anno, in­contrai un sacerdote della parrocchia di Ognissanti, don Sfoggia, che mi chiese se ero disposto ad accompagnarlo sul luogo del­l'apparizione, alle Tre Fontane.

Andammo insieme e pregammo; mentre dicevamo il Rosario, verso la metà della recita, io non riuscii più a parlare, perché ancora una volta la Vergine era apparsa, con­tornata da una luce sfolgorante.

Don Sfoggia si accorse che ero in estasi e quando la Vergine scomparve mi disse, commosso "Mi sento legato a te!".

Anche questo episodio era stato predetto dalla "Bella Signora" durante la prima ap­parizione: il sacerdote che avrebbe detto quella frase, mi avrebbe condotto dal Papa; e così accadde.

Il 9 dicembre 1949, a conclusione della crociata della bontà, partecipai con dei col­leghi tranvieri alla recita del Rosario nella cappella privata di Pio XII. Il gruppo era guidato da Padre Rotondi.

Io portavo con me la Bibbia sulla quale avevo scritto: "Questa sarà la morte della chiesa cattolica, con il Papa in testa", e ave­vo con me anche il pugnale.

Al termine delle preghiere, il Papa chiese se qualcuno voleva parlargli. "Santità, io!" dissi, mettendomi in ginocchio.

Il Papa si fece strada tra i miei colleghi e si avvicinò per ascoltarmi.

"Santità, qui c'è la Bibbia protestante che interpretavo erroneamente e con cui ho uc­ciso molte anime!".

Piangendo consegnai anche il pugnale e confessai il proposito che per anni avevo conservato nel cuore.

Pio XII sorrise e rispose: "Figlio, così non avresti fatto altro che dare un nuovo martire ed un nuovo Papa alla Chiesa: ma a Cristo una vittoria dell'amore! ".

"Si, ma chiedo ancora perdono". Fui per­donato ».

Le autorità competenti ecclesiastiche so­no sempre prudenti, quando si verificano delle apparizioni. Dopo un po' di tempo, il culto della Vergine della Rivelazione è stato autorizzato e la cura della grotta è stata affidata ai Padri Francescani conven­tuali.

Sulle prime, non c'era dentro niente; poi, alcuni mesi dopo l'apparizione si formò un comitato di laici cattolici, sotto la presiden­za del professor Enrico Contardi. Così, l'ac­cesso alla grotta fu reso più agevole, furo­no portate sul luogo luce e acqua che non c'erano. Fu collocata in fondo alla grotta una piccola statua di gesso; ben presto ven­ne sostituita da quella più grande, offerta come voto dall'ospedale militare del Celio.

Un soldato di origine napoletana, rico­verato al Celio, stava morendo per un can­cro al cervello: i medici dicevano che or­mai non c'era più nulla da fare.

Una sera la superiora sparse sulla testa del militare moribondo un po' di terra por­tata dalla grotta. E pregò. Il malato, ad­dormentatosi, fece un sogno: sognò la Ver­gine, nelle sembianze con le quali era ap­parsa alle Tre Fontane, che gli diceva: "Guarirai". Al risveglio, il soldato gridò: "Sono guarito!". Il tumore - lo accerta­rono senz'ombra di dubbio i medici – era sparito: la guarigione scientificamente era inspiegabile! Il militare comprò la statua, con alcuni amici, e la portò nella grotta.

Ma quella che i fedeli vedono ora è una altra statua; è quella di legno policromo scolpita dal professor Ponzi e trasportata alla grotta il 5 ottobre 1947.

Fu una grande festa: la statua dal man­to verde venne scoperta la prima volta in piazza S. Pietro gremita di folla. Pio XII si affacciò dalla finestra per benedirla; e la gente era un tripudio di festa, intorno alla Vergine posta alla destra dell'obelisco.

Il Quirinale aveva per l'occasione mes­so a disposizione la berlina reale dei Sa­voia: issarono la statua, in mezzo a una serra di fiori bianchi. La carrozza era trai­nata da sei cavalli bianchi e seguita da tut­ta Roma; un corteo che si snodò attraverso il centro per chilometri e chilometri. Cor­so Vittorio era tutto imbandierato e la folla pregava, cantava, batteva le mani al passag­gio della Vergine; passò in piazza Vene­zia, per via dei Fori Imperiali, sotto l'arco dei Trionfi e quello di Costantino, per ar­rivare sulla via Laurentina. Erano centinaia di migliaia le persone commosse che gri­davano al passare della Vergine: "Viva Maria!". Arrivata al boschetto, la statua fu por­tata a braccia fin nella grotta da alcuni" mi­racolati.

La Vergine apparendo nella grotta aveva i piedi scalzi posati su un masso di tufo. In­dicando la terra, disse: "Trasformerò que­sta terra di peccato in terra di prodigi!". E ha mantenuto la promessa, perché di mi­racoli ne ha fatti tanti. La terra era terra di peccato perché nella grotta ci andava gen­te per compiere delle azioni peccaminose; e poi, la grotta e la terra maleodorante sim­boleggiano l'uomo prima che sia rigenerato dalla grazia: anche lui è così come una spe­lonca maleodorante e buia. L'apparizione con la luce ed un soavissimo profumo, ha santificato il luogo: anche noi diventiamo così, veramente tempio dello Spirito, quan­do la Grazia ci illumina e ci redime ».

All'ingresso della Grotta, nella sistema­zione attuale, risaltano due lapidi, una a sinistra e l'altra a destra di chi entra.

La prima riassume in parte quanto il Cor­nacchiola ebbe a scrivere di suo pugno su semplice cartoncino qualche tempo dopo la prima apparizione. Ecco il testo della lapide: « Carissimi fratelli

« Qui, in questa grotta, ricettacolo di peccato, venni io peccatore, per prepararmi a combattere col mio cavallo dell'io e del­l'ignoranza il Dogma che la Chiesa Madre definì: l'Immacolata Concezione. Lei stessa venne gettandomi giù da quel cavallo, nella polvere. Avendo avuto mise­ricordia di me, materna mi parlò e mi dis­se: "Tu mi perseguiti, ora basta! - Da quel momento entrò in me Gesù: Via, Ve­rità e Vita.

La Vergine Madre, nella sua bontà infi­nita, m'indicò la via della salvezza: ed io lasciai subito la via della perdizione, che è il mondo con le sue false ideologie.

M'indicò la verità ed io lasciai la menzo­gna e la disobbedienza. Mi indicò la vita, perché pur vivendo, ero morto; ed ora che sono morto al mondo, vivo nella vera vita, nella verità dell'Evangelo, sotto la guida della Chiesa Madre.

Come la Vergine Madre trasformò que­sta grotta con la sua santa presenza, da luo­go di peccato in luogo di pace, di preghiera e di penitenza, facciamo sì che, accostando­ci a Lei per andare a Dio, possiamo essere trasformati da case indegne in case di di­mora per lo Spirito Santo.

Temiamo Dio e umiliamoci al suo cospetto. Così, e solo in tal modo, potremo vincere noi stessi, e mettere in atto in noi la sua volontà: essere santi come Lui è Santo.

Il minimo di tutti voi che leggete ». Bruno Cornacchiola

Sul precedente cartoncino c'era l'accora­to appello scritto dal Cornacchiola come la Vergine glielo aveva dettato, nei primi gior­ni dopo l'apparizione.

« Non profanate questa Grotta col pec­cato impuro!

« Chi fu creatura infelice nel mondo del peccato, rovesci le sue pene ai piedi della Vergine della Rivelazione, confessi i suoi peccati e beva a questa fonte di misericor­dia.

« E' Maria la dolce Madre di tutti i pec­catori. Ecco, che cosa ha fatto per me pec­catore: Militante nelle file di Satana, nella setta protestante Avventista, ero nemico del­la Chiesa e della Vergine.

« Qui il 12 aprile 1947 trovandomi con i miei bambini, è apparsa la Vergine della Rivelazione, dicendomi di rientrare nella Chiesa Cattolica Apostolica Romana, con i segni e le rivelazioni che lei stessa mi ha dettato.

« L'infinita misericordia di Dio ha vinto questo nemico, che ora ai suoi piedi implora perdono e pietà.

« Amate Maria! E' la dolce Madre no­stra. Amate la Chiesa con i suoi figli!

« Ella è il manto, che ci copre nell'infer­no che si scatena nel mondo.

« Pregate molto ed allontanate i vizi della carne! Pregate! ».

La seconda lapide, a destra, è stata posta in occasione della proclamazione solenne del dogma dell'Assunzione corporea della Santa Vergine in cielo, fatta da Pio XII, il 1° no­vembre dell'Anno Santo 1950.