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Sito non ufficiale dell'apparizione della Vergine della Rivelazione alla grotta delle Tre Fontane a Roma

GUARIGIONI STRAORDINARIE

L'accurata valutazione del carattere mi­racoloso delle prime guarigioni avvenute usando la terra della Grotta ed implorando la protezione e l'intercessione della Vergine della Rivelazione, è stata fatta definitiva­mente dal medico Dr. Alberto Alliney, mem­bro dell'Ufficio Internazionale dei medici di Lourdes, incaricato appunto della verifica della natura di tali guarigioni. Egli ha pubblicato i risultati:

A. Alliney, La Grotta delle Tre Fontane. - Gli avvenimenti del 12 aprile 1947 e susseguenti guarigioni all'esame della cri­tica medica scientifica - con prefazione del Prof. Nicola Pende -, Tip. Unione Arti Grafiche, Città di Castello 1952.

La sua conclusione sull'apparizione. Dopo avere scartato ogni altra pseudo­spiegazione naturale, così conclude:

- Dal racconto del Cornacchiola, con­fermato dalla narrazione dei tre figlioli, sappiamo che la Bella Signora è apparsa subito completa, perfetta nei contorni netti e pre­cisi, piena di luce, il viso rosso leggermen­te olivastro, verde il manto, la fascia rosa, bianca la veste e grigio il libro; d'una bellez­za che parola umana non può descrivere; si è presentata alla luce del sole all'imbocca­tura di una grotta; imprevista, spontanea, improvvisa, senza nessun apparato, senza alcuna attesa, senza intermediari;

è stata vista la prima volta dai tre bam­bini e dal babbo, altre due volte solo dal Cornacchiola;

è stata accompagnata da osmogenesi (pro­duzione di profumo) anche a distanza, da conversioni e ravvedimenti e da guarigioni prodigiose che superano in potenza tutte le forze terapeutiche conosciute dalla scienza;

si è ripetuta successivamente altre due volte (il libro, si badi, è del 1952), quando ha voluto;

e dopo più di un'ora di conversazione, la Bella Signora ha salutato con un cenno del capo, ha fatto due o tre passi a ritroso, indi si è voltata e dopo altri quattro o cinque passi è sparita quasi penetrando nel masso di pozzolana in fondo alla grotta.

Da tutto ciò devo arguire che l'apparizione di cui ci occupiamo è reale e di ordine religioso ».

- Il P. Tomaselli riporta nel suo libretto, da noi già citato, La Vergine della Rivela­zione, pp. 73-86, alcune delle numerose e prodigiose guarigioni avvenute o nella stes­sa Grotta o con la terra della Grotta posta sui degenti.

« Fin dai primi mesi, dopo l'apparizione, si divulgarono notizie di guarigioni spetta­colari. Allora un gruppo di medici stabilì di costituire un Collegio Sanitario per con­trollare queste guarigioni, con un vero uffi­cio di collaborazione.

I medici si radunavano ogni quindici gior­ni e le sedute erano improntate a grande severità e serietà scientifica ».

Oltre alla guarigione miracolosa del sol­dato napoletano ricoverato al Celio, l'Auto­re riporta la guarigione miracolosa di Carlo Mancuso, usciere del Municipio, qui a Ro­ma di 36 anni; il 12 maggio 1947 era pre­cipitato nella tromba dell'ascensore, produ­cendosi una grave frattura al bacino e schiac­ciatura dell'avambraccio destro.

Ingessato, dopo quindici giorni di degen­za all'ospedale, si fece riportare a casa.

Il 6 giugno l'ingessatura dovette essere rimossa; l'infermo non poteva più resistere ai dolori.

Le Suore Giuseppine, informate del caso, gli mandarono un po' di terra delle Tre Fon­tane. I parenti gliela misero sulle parti dolo­ranti. I dolori cessarono all'istante. Il Man­cuso si sentì guarito, si alzò, strappò le ben­de, si vestì in fretta e corse sulla via.

La radiografia rivelò che le ossa del ba­cino e dell'avambraccio permangono tuttora staccate: eppure il miracolato non ha al­cun dolore, alcun disturbo, può fare libe­ramente qualunque movimento.

Riporto soltanto, tra le molte altre av­venute finora, la guarigione di Suor Livia Carta delle Figlie di Nostra Signora al Mon­te Calvario, in Via Emanuele Filiberto, sem­pre a Roma.

La Suora da dieci anni era affetta dal morbo di Pott e da quattro era obbligata a giacere distesa sopra una tavola per letto.

Esortata a chiedere alla Madonna la gua­rigione, si rifiutava a farlo, volendo accet­tare le atroci sofferenze per la conversione dei peccatori.

La Suora infermiera una notte le sparse sul capo un po' di terra della Grotta e sull'istante sparì il terribile male; era il 27 agosto 1947.

Per altri casi, scientificamente control­lati, si legga il libro sopra citato del prof. Alberto Alliney. Ma bisognerà aspettare che sia resa pubblica la ricca documentazione in possesso del Santo Offizio.

Non meraviglia pertanto l'accorrere con­tinuo di tante folle devote con qualche vi­sitatore soltanto curioso, ma ben presto colpito dal fascino emanante dalla sempli­cítà del luogo e dalla fede di tanta gente.

Durante le veglie annuali di preghiera davanti alla Grotta, tra i fedeli, si sono notate personalità, quali ad esempio: l'On. Antonio Segni, l'On. Palmiro Foresi, Carlo Campanini, l'On. Enrico Medi. .. Quest'ul­timo era un assiduo devoto del Santuario. Alla sua generosità si deve l'Arco di Tra­vertino e il grande stemma mariano sul fron­tale della Grotta.

Tra i devoti visitatori, tanti cardinali: An­tonio Maria Barbieri, arcivescovo di Monte­video che fu il primo Cardinale che chiese di entrare nella Grotta per inginocchiarsi sulla nuda terra con la sacra porpora; James Mc Guigar, arcivescovo di Toronto e primate del Canada, grande mecenate del nascente Santuario; José Caro Rodriguez, arcivesco­vo di Santiago del Cile, che è stato il pri­mo divulgatore della Storia della Grotta delle Tre Fontane, in lingua spagnola...

 

La nuova vita

Un miracolo assolutamente a parte è il mutamento avvenuto nel Cornacchiola ad opera della Grazia. L'apparizione della Ver­gine, la lunga, materna, ineffabile comunica­zione della Vergine, al prescelto; questo evento improvviso, inatteso, operò la tra­sformazione immediata, radicale del perti­nace, ostinato bestemmiatore, del convinto propugnatore della propaganda protestante, spirante odio per la Chiesa Cattolica, per il Papa e contro la Santissima Madre di Dio, in un cattolico fervente, in uno zelante apostolo della verità rivelata.

Inizia così una vita nuova di riparazione, una vera sete di riparare direttamente per quanto è possibile, a tanti anni passati al servizio di Satana.

Una spinta invincibile ad attestare il mi­racolo che la grazia ha operato in lui. Ritorna il passato alla mente, Bruno lo richiama, ma per condannarlo, per giudicare severamente se stesso, per valutare sem­pre meglio la misericordia di Dio verso di lui peccatore, per infervorarsi, sempre più, nel guadagnare il tempo perduto, nel diffon­dere sempre meglio e ad un numero sempre più grande di persone l'amore alla Santis­sima Vergine, eguale amore al Vicario di Cristo e alla Chiesa Cattolica, Apostolica, Romana; la recita del Santo Rosario; e prin­cipalmente una profonda devozione a Gesù Eucarestia, al Suo Sacratissimo Cuore.

Bruno Cornacchiola ha ora 69 anni; ma a chi gli chiede ora la data della sua na­scita, risponde: « Sono rinato il 12 aprile 1947 ».

Suo vivo desiderio: chiedere personal­mente perdono a quanti nel suo odio contro la Chiesa, aveva fatto del male. Andò a rin­tracciare il sacerdote che aveva fatto ca­dere dal tram, procurandogli così la frattura del femore: gli chiese ed ottenne il perdono implorato e la benedizione sacerdotale.

Primo suo pensiero rimaneva però di confessare personalmente al Papa, Pio XII, l'insano suo proposito di ucciderlo, conse­gnandogli il pugnale e la bibbia tradotta dal protestante Diodati.

L'occasione si presentò circa due anni dopo. Il 9 dicembre 1949 ci fu in Piazza San Pietro una importante dimostrazione re­ligiosa. Era la chiusura della Crociata della Bontà.

Il Papa, in quei giorni, per tre sere, aveva invitato un gruppo di lavoratori tranvieri a recitare con lui il Rosario nella sua Cappella privata. Guidava il gruppo il gesuita Padre Rotondi.

« Tra i lavoratori - narra il Cornacchio­la - c'ero anch'io. Portavo con me il pu­gnale e la Bibbia, sulla quale stava scritto: - Questa sarà la morte della Chiesa Cat­tolíca, col Papa in testa -. Volevo consegnare al Santo Padre il pu­gnale e la Bibbia.

Finito il Rosario, il Padre ci disse:

« Qualcuno di voi mi vuole parlare ». Io mi inginocchiai e dissi: - Santità, sono io!

Gli altri lavoratori fecero largo per il pas­saggio del Papa; egli si avvicinò, si chinò verso di me, mi pose la mano sulla spalla, avvicinò il suo volto al mio e chiese: - Cosa c'è, figlio mio?

- Santità, ecco qui la Bibbia protestante che interpretavo erroneamente e con la qua­le ho ucciso molte anime!

Piangendo, consegnai anche il pugnale, sul quale avevo scritto: « Morte al Papa »... e dissi:

- Chiedo perdono di avere osato solo pensare questo: avevo progettato di ucci­derLa con questo pugnale.

Il Santo Padre prese quegli oggetti, mi guardò, sorrise e disse:

- Caro figlio, con ciò non avresti fatto altro che dare un nuovo martire ed un nuo­vo Papa alla Chiesa, ma a Cristo una vitto­ria, una vittoria dell'amore!

- Sì -, esclamai, - ma chiedo ancora perdono!

- Figlio, soggiunse il Santo Padre, il mi­glior perdono è il pentimento.

- Santità, - aggiunsi, - domani andrò nell'Emilia rossa. I Vescovi di lì mi hanno invitato a fare un giro di propaganda reli­giosa. Devo parlare della misericordia di Dio, che mi è stata manifestata attraverso la San­tissima Vergine.

- Bene, bene! Sono contento! Va' con la mia Benedizione nella piccola Russia ita­liana!

E l'apostolo della Vergine della Rivela­zione non ha mai cessato, in questi trentacinque anni, di prodigarsi, dovunque l'au­torità ecclesiastica lo chiama, in questo suo lavoro di profeta, di difensore di Dio e della Chiesa, contro, gli erranti, contro i nemici della Religione rivelata e di ogni ordinato vivere civile.

L'Osservatore Romano della Domenica, dell'8 giugno 1955, scriveva:

- Bruno Cornacchiola, il convertito del­la Madonna delle Tre Fontane in Roma, che aveva già parlato in precedenza a L'Aquila, si trovò la Domenica delle Palme a Borgo­velino di Rieti...

In mattinata, commosse profondamente gli uditori nel chiaro confronto che fece tra i loschi personaggi della Passione e i mag­giori persecutori del Cristo nell'epoca nostra.

Nel pomeriggio, poi, all'ora fissata, i fedeli di questa e delle parrocchie circonvicine, che largamente avevano risposto all'invito, senti­rono fremiti di commozione e sussulti di pianto, di gioia nell'ascoltare il drammatico racconto della schietta confessione di lui che dopo la mirabile visione della Madonna in quell'aprile già lontano, passò dagli artigli di Satana alla libertà cristiano-cattolica, di cui ora è divenuto apostolo.

L'interessamento di Vescovi, pastori zelanti delle anime loro affidate, ha portato Bruno Cornacchiola a svolgere un po' do­vunque il suo zelante apostolato, fino nel lontano Canada, dove ha parlato - altro dono straordinario - in lingua francese!

Con il medesimo spirito di professione cristiano-cattolica e di vero apostolato, il Cornacchiola accettò l'elezione a Consiglie­re Comunale di Roma, dal 1954 al 1958.

« In una seduta dell'Assemblea Capitoli­na mi alzai - narra lo stesso Bruno - per prendere la parola. Secondo il mio solito, appena alzato, posai sul tavolo davanti a me il Crocifisso e la corona del Rosario.

Faceva parte del Consiglio un protestante ben noto. Questi vedendo il mio gesto, con spirito sarcastico, interloquì: - Sentiamo ora il profeta... colui che di­ce di aver visto la Madonna!

Io ribattei: - Sta' attento!... Rifletti quando parli... Perché potrà darsi che alla prossima seduta al tuo posto ci siano i fiori rossi! ».

Chi ha familiare la Scrittura, ricorderà a tali parole, la minaccia del profeta Amos ad Amasia sacerdote scismatico di Bétel (Am. 7, 10-17), con la predizione dell'esilio e della morte, in risposta all'insulto rivoltogli, quale falso-profeta.

Quando infatti muore qualcuno degli As­sessori o dei Consiglieri Comunali, alla pros­sima assemblea si è soliti porre al posto del defunto un mazzetto di fiori rossi, rose e garofani.

Tre giorni dopo lo scambio, derisione e ammonimento profetico, quel protestante realmente morì.

Alla successiva riunione dell'assemblea co­munale si videro i fiori rossi al posto del defunto e i convenuti si scambiarono sguar­di di sbalordimento.

« Da allora in poi - conclude il Cornac­chiola -, quando mi alzavo per parlare, ero guardato ed ascoltato, con particolare interesse ».

Bruno ha perduto la buona moglie Jolan­da, sei anni or sono; sistemati i suoi figlioli, egli vive tutto per l'apostolato che svolge e continua di tempo in tempo ad avere l'im­pareggiabile dono di vedere la Santissima Vergine della Rivelazione, con messaggi ri­servati per il Sommo Pontefice.

« Partendo da Roma in macchina è fa­cile giungere al Santuario del Divino Amore, oltrepassato il quale, s'incontra qualche bivio - scrive Don G. Tomaselli.

« Al bivio della Trattoria dei Sette Nani, inizia Via Zanoni. Al numero 44, si trova un cancello, con la scritta S.A.C.R.I. che si­gnifica: "Schiere Ardite di Cristo Re Im­mortale".

« Una cinta di nuova costruzione circon­da una villetta, dai piccoli viali ornati di fiori, sul cui centro sta una modesta palaz­zina.

« Qui, al presente, abita Bruno Cornac­chiola con una Comunità di anime volen­terose, di ambo i sessi; costoro esplicano una Missione Catechistica particolare, in quel rione ed in tanti altri di Roma.

« La dimora di questa nuova Comunità S.A.C.R.I. si chiama "Casa Betania".

« Il 23 febbraio 1959 vi mise la Prima Pietra l'Arcivescovo Mons. Pietro Sfair, già professore di Arabo e Siriaco alla Pontificia Università Lateranense. Il Papa mandò l'Apostolica Benedizione con gli auguri di grande sviluppo dell'Opera.

« La Prima Pietra fu presa dall'interno della Grotta delle Tre Fontane.

« Il convertito, che ormai si è ritirato dall'ufficio di fattorino tramviario, si è de­dicato anima e corpo all'apostolato.

« Va in tante città, dell'Italia e dell'este­ro, invitato da centinaia di Vescovi e di Par­roci, a tenere conferenze a masse di con­venuti, desiderosi di conoscerlo e di udire dalla sua stessa bocca la storia della sua con­versione e della celeste apparizione della Vergine.

« La sua calda parola tocca i cuori e chi sa quanti si sono convertiti al suo parlare. « Il signor Bruno, dopo i messaggi avuti dalla Madonna, ha ben compreso l'impor­tanza della luce della fede. Egli era nel buio, nella via dell'errore, e fu salvato. Ora vuol portare lui con la sua schiera di Ar­diti la luce a tante anime che brancolano nel buio dell'ignoranza e dell'errore » (p. 91 ss.).