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Sito non ufficiale dell'apparizione della Vergine della Rivelazione alla grotta delle Tre Fontane a Roma

IL SEGNO NEL SOLE

Non è il caso di ripetere quanto ho già scritto nel commento al Messaggio di Fa­tima del 1917 e alla comunicazione succes­siva della veggente Suor Lucia, tuttora vi­vente, del 1958. Rimando al mio libretto già citato: Fatima e la peste del socialismo, in particolare alle pp. 13-23.

« Il demonio vuole impadronirsi delle anime consacrate...; adopera tutte le astuzie, suggerendo perfino di aggiornare la vita re­ligiosa!

« Ne proviene sterilità nella vita interio­re e freddezza nei secolari circa la rinunzia ai piaceri e la totale immolazione a Dio ».

Gli uomini non han fatto caso al mes­saggio del 1917 e la comunicazione del 1958 ne è la dolorosa constatazione. Ora, pos­siamo aggiungere che tutto è andato peggio­rando nel mondo e nella Chiesa.

« Non ci è dunque da aspettarsi altro che il tremendo castigo: "Molte nazioni scompariranno dalla faccia della terra..." ». Unico mezzo di salvezza: il santo Rosa­rio e i nostri sacrifici.

E qui ci colleghiamo con i messaggi, le comunicazioni della Vergine della Rivelazio­ne a Bruno Cornacchiola dal 12 aprile 1947 all'ultima del febbraio 1982: sempre al pri­mo posto il pressante monito per la santi­ficazione delle anime consacrate a Dio: sa­cerdoti secolari, religiosi e religiose; per la purezza della dottrina della Chiesa; per la sacralità del culto, spesso così svilita; oltre ai messaggi personali e strettamente riser­vati ai Sommi Pontefici: Pio XII, Giovan­ni XXIII, Paolo VI, fino all'attuale Som­mo Pontefice Giovanni Paolo II.

L'insistente richiamo del popolo alla re­cita del santo Rosario, alla purezza della fede e dei costumi.

Purtroppo, continua l'andazzo, e Satana continua la sua opera nefasta: vedi per l'Italia in particolare, la seconda parte del nostro libretto già citato, con le profezie di Suor Elena Aiello (morta nel 1961), con la loro realizzazione parziale sotto i no­stri occhi (pp. 25 e seguenti).

Quando l'Eterno - come narra il libro della Genesi (cc. 5-7) -, vista la deprava­zione degli uomini: ogni persona aveva de­pravato la propria condotta e tutto l'istin­to e il proposito del loro cuore era vol­to soltanto quotidianamente al male (5, 3-5), decise di distruggerli, mandando il di­luvio, diede tuttavia uno spazio di 120 an­ni per il loro ravvedimento (5, 3).

Nonostante la predicazione del giusto Noè (2a lettera di Pietro 2,5), preservato per questo con i suoi tre figli e le nuore; no­nostante lo vedessero costruire la grande arca, che lo avrebbe salvato dalle acque del diluvio, gli uomini continuavano la loro vita e la loro prava condotta « fino al gior­no in cui Noè entrò nell'arca, e non ci si pensava, finché venne il diluvio e portò via tutti » (Mt. 24, 37 ss.).

Così avvenne per la distruzione di Geru­salemme, predetta da Gesù circa 40 anni prima (Mt. 24, 39 s.).

Centoventi anni! Il messaggio di Fatima inizia con l'apparizione del 13 maggio 1917: « Gli uomini devono correggersi. Con umili suppliche devono chiedere perdono dei peccati commessi... Dio castigherà il mondo con maggiore severità, che non abbia fatto con il diluvio... Nella seconda metà del XX secolo... ».

Tanto tempo lasciato per il ravvedimento! Quasi in proporzione del terribile flagel­lo che si abbatterà sul mondo a Dio ribelle. A conferma della realtà, del carattere so­prannaturale della profezia, il 17 novembre 1917 si ebbe alla presenza di migliaia di persone «il segno nel sole».

Per quel che avvenne a Fatima, prefe­risco riportare la documentazione offerta dall'autorevole professore P. Luigi Gonza­ga Da Fonseca, S.J., già mio venerato mae­stro al Pontificio Istituto Biblico, a Roma, nel suo bel libro: Le meraviglie di Fatima, - apparizioni, culto, miracoli -, ottava edizione, Pia Soc. S. Paolo, Roma, 1943, pp. 88-100.

« Ma veniamo all'ultima, grandiosa gior­nata: sesta ed ultima apparizione: sabato, 13 ottobre 1917.

« Il racconto dei pellegrini e più ancora i giornali liberali, narrando i fatti, discu­tendoli a capriccio della loro incredulità e annunziando la promessa ripetuta di un grande miracolo per il giorno 13 ottobre, avevano suscitato in tutto il paese un'incre­dibile aspettazione.

« In Aljustrel, villaggio nativo dei veg­genti, vi era un vero orgasmo. Circolava­no delle minacce all'indirizzo dei bambini (Lucia di Gesù, Francesco e Giacinta Marto, suon cugini; la prima di dieci, gli altri due di nove e sette anni): "Se poi non accade nulla... vedrete! Ve la faremo scontare".

« Si sparse persino la notizia che l'Auto­rità civile pensava a fare esplodere una bomba presso i veggenti al momento del­l'apparizione (per sopperire forse al... mi­racolo!).

« I congiunti delle due famiglie, in que­sto ambiente ostile, con la speranza sentono crescere anche il timore, e con il timore il dubbio: - E se i fanciulli si sono ingan­nati? -.

« La madre di Lucia era in uno stato di maggiore perplessità. Mancava poco al fati­dico giorno... Alcuni la consigliavano di na­scondersi con la figlia in qualche luogo re­moto...; altrimenti tanto questa, quanto i due cugini sarebbero stati senza dubbio uc­cisi, se il prodigio non si avverava.

« ... Solo i tre bambini si mostravano im­perturbabili. Non sapevano quale potesse essere il miracolo, ma sarebbe avvenuto im­mancabilmente...

« Folla immensa di curiosi e di pellegrini. « Fin dalle prime ore del giorno 12 dai punti più remoti del Portogallo era già in­tenso il movimento verso Fatima. Nel po­meriggio, le strade che menavano alla Cava da Iria, apparivano letteralmente ingombre di veicoli d'ogni fatta e da gruppi di pe­doni, molti dei quali camminavano a piedi nudi e cantando il Rosario. Malgrado la sta­gione umida erano risoluti a passare la not­te all'aperto per avere un posto migliore all'indomani.

« Il 13 ottobre spunta freddo, malinco­nico, piovoso. Non importa; la folla au­menta; aumenta sempre. Vengono dai din­torni e da lontano, moltissimi dalle città più remote della provincia, non pochi da Oporto, Coimbra, Lisbona, donde i gior­nali di maggiore diffusione hanno inviato i loro corrispondenti.

« La pioggia continua aveva trasformato la Cova da Iria, in una immensa pozzan­ghera di fango e bagnava fino alle ossa pel­legrini e curiosi.

« Non importa! Verso le undici e mezzo più di 50.000 - altri calcolarono e scris­sero più di 70.000 - persone erano sul luogo, aspettando pazientemente.

« Prima di mezzogiorno arrivarono i pa­storelli, vestiti più accuratamente del solito, con l'abito domenicale.

« La folla riverente apre un passaggio ed essi, seguiti dalle loro mamme trepidanti, vengono a collocarsi dinanzi all'albero, or­mai ridotto ad un semplice tronco. Intor­no si accalca la folla. Tutti vogliono stare loro vicino.

« Giacinta, pigiata da ogni parte, pian­ge e grida: - Non mi spingete! - I due più grandicelli, per proteggerla, la prendono in mezzo.

« Allora Lucia ordina di chiudere gli om­brelli. Tutti obbediscono e si recita il Rosa­rio.

« A mezzogiorno preciso, Lucia ebbe un gesto di sorpresa, e interrompendo la pre­ghiera, esclamò: - Eccola! Eccola! -

- Guarda bene, figliola! Vedi se non ti sbagli - sussurrava la madre, visibilmente angustiata... Lucia, però, non la sentiva più: era entrata in estasi. - " Il viso della bambina si fece più bello di quello che era, prendendo un colorito rosso ed assottiglian­dosi le labbra" -, dichiarava nel processo (13 nov. 1917) un testimone oculare.

« L'apparizione si mostrò nel solito luogo ai tre fortunati fanciulli, mentre i pre­senti vedono, a tre riprese, formarsi in­torno ad essi e poi alzarsi in aria fino al­l'altezza di cinque o sei metri una nuvola bianca come d'incenso.

« Lucia ripete ancora la domanda: - Chi siete voi, e che cosa volete da me?

E la visione finalmente rispose essere la Madonna del Rosario e volere in quel luogo una cappella in suo onore; raccomandò per la sesta volta che seguitassero a recitare il Rosario tutti i giorni, aggiungendo che la guerra (prima guerra mondiale) stava per fi­nire e i soldati non tarderebbero molto a far ritorno alle loro case.

« Qui Lucia, che da molte persone aveva ricevuto suppliche da presentare alla Madon­na, disse: - Io avrei tante cose da do­mandarLe... -.

Ed Ella: ne avrebbe concesse alcune, le altre no; e subito ritornando al punto cen­trale del suo messaggio:

- Bisogna che si emendino, che doman­dino perdono dei loro peccati!

E prendendo un aspetto più triste, con voce supplichevole:

- Non offendano più Nostro Signore, che è già troppo offeso.

«Lucia scriverà: - "Le parole della Vergine, in questa apparizione, che più pro­fondamente mi rimasero impresse nel cuo­re, furono quelle in cui la nostra Santissima Madre del cielo chiedeva: che non si offen­desse più Dio, nostro Signore, che è già troppo offeso!

Quale amoroso lamento contengono que­ste parole e qual tenera supplica! Oh! co­me vorrei che risuonasse per tutto il mon­do, e che tutti i figlioli della Madre del cielo ascoltassero la sua viva voce! ".

« Era l'ultima parola, l'essenza del mes­saggio di Fatima.

« Nel congedarsi (i veggenti erano per­suasí che questa era stata l'ultima appari­, zione), aprì le mani che si rifletterono nel sole o, come si esprimevano i due piccoli, indicò il sole col dito.

 

Il prodigio solare

« Lucia automaticamente tradusse quel ge­sto gridando: - Guardate il sole!

« Spettacolo stupendo, unico, mai visto!

La pioggia cessa immediatamente, le nu­bi si squarciano e appare il disco solare, come una luna di argento, poi gira vorti­cosamente su se stesso simile ad una ruota di fuoco, proiettando in ogni direzione fasci di luce gialla, verde, rossa, azzurra, viola... che colorano fantasticamente le nubi del cie­lo, gli alberi, le rocce, la terra, la folla im­mensa. Si ferma alcuni momenti, poi rico­mincia di nuovo la sua danza di luce, come una girandola ricchissima, fatta dai più va­lenti pirotecnici. Si arresta ancora per in­cominciare una terza volta più svariato, più colorito, più brillante del fuoco d'artificio.

« La moltitudine estatica, senza fiatare, contempla! Ad un tratto tutti hanno la sen­sazione che il sole si stacchi dal firmamen­to e si precipiti su di loro! Un grido unico, immenso erompe da ogni petto; esso traduce il terrore di tutti, e nelle varie esclamazioni esprime i diversi sentimenti: - Miracolo, miracolo! - esclamano gli uni. - "Credo in Dio" - gridano gli altri - Ave Maria - pregano alcuni. - Mio Dio, misericor­dia! - implorano i più e, cadendo in ginoc­chio nel fango, recitano ad alta voce l'atto di contrizione.

« E questo spettacolo, chiaramente di­stinto in tre tempi, dura ben 10 minuti ed è veduto da circa 70 mila persone: credenti e miscredenti, semplici contadini e citta­dini colti, uomini di scienza, corrispondenti di giornali e non pochi sedicenti liberi pen­satori...

Inoltre dal processo si ricava che il pro­digio fu osservato da persone che si trova­vano a cinque e più chilometri di distanza e che non poterono subire alcuna sugge­stione: altri poi attestano che, avendo, du­rante tutto il tempo, tenuti gli occhi fissi sui veggenti per spiarne i più piccoli movi­menti, poterono seguire su di essi i mera­vigliosi cambiamenti della luce solare. « E c'è ancora nel processo quest'altra circostanza non disprezzabile, attestata da moltissimi, cioè da quanti furono interrogati in proposito: dopo il fenomeno solare si ac­corsero con sorpresa che i loro abiti, poco prima intrisi di acqua, si erano asciugati com­pletamente. « Perché tutte queste meraviglie? Eviden­temente per convincersi della verità delle ap­parizioni e della eccezionale importanza del celeste messaggio, di cui la Madre di Mise­ricordia era apportatrice.

 

Visione della Sacra Famiglia

« Mentre l'immensa folla contempla... la prima fase del fenomeno solare, i veggenti gioivano di un ben diverso spettacolo.

« Nella quinta apparizione la Madonna aveva loro promesso di ritornare in ottobre con San Giuseppe e il Bambino Gesù. Ora, accomiatatasi la Vergine, i piccoli continua­rono a seguirla con lo sguardo mentre saliva nello sfondo della luce solare: e quando essa disparve nella lontananza immensa dello spa­zio, ecco loro mostrarsi accanto al sole la Sacra Famiglia.

« A destra, la Vergine vestita di bianco con manto ceruleo, e il volto splendidissimo più del sole; a sinistra S. Giuseppe col Bam­bino, in apparenza da uno a due anni di età, i quali sembravano benedire il mondo col gesto della mano in forma di croce. Scom­parsa poi questa visione, Lucia vide ancora nostro Signore benedicente il popolo, e di nuovo Nostra Signora e questa sotto diver­si aspetti: - Sembrava l'Addolorata, ma senza la spada nel petto; e credo di aver vi­sto ancora un'altra figura: la Madonna del Carmine.

« Per conferma della verità storica del prodigio del sole, si veda la sobria descrizione del fenomeno fatta dal Vescovo di Lei­ria nella Lettera Pastorale sul Culto di No­stra Signora di Fatima (p. 11).

« Questo fenomeno che nessun osserva­torio astronomico ha registrato e che perciò non fu naturale, è stato constatato da per­sone di tutte le categorie e classi sociali...

« Aggiungiamo la testimonianza del Dott. Almeide Garrete, professore dell'Università di Coimbra.

« - Arrivai in sul mezzogiorno. La pioggia, che dal mattino cadeva mi­nuta e persistente, spinta ora da un vento rabbioso, continuava irritante, minacciando tutto sommergere.

Mi fermai sulla strada... che sovrasta un poco il luogo che dicevano esser quello del­l'apparizione. Era a poco più di cento me­tri...

Adesso la pioggia si rovesciava sulle te­ste e scorrendo a rigagnoli giù per gli abiti li infradiciava.

Erano quasi le due meridiane (poco do­po il mezzogiorno astronomico). Il sole qual­che istante prima aveva rotto radioso il den­so strato di nubi che lo velava, e tutti gli sguardi furono a lui quasi attirati da cala­mita.

Anch'io provai a fissarlo e lo vidi somi­gliante a un disco a netti contorni, fulgente ma senza barbaglio.

Non mi sembrò esatto il confronto che sentii fare lì stesso a Fatima, di un disco di argento appannato. No; il suo aspetto era di un chiarore nitido e cangiante da sem­brare l'oriente di una perla.

Non era per nulla somigliante a luna in notte serena, non avendone il colore né i chiaroscuri. Sembrava una ruota brunita, ricavata dalle valve argentee di una conchi­glia.

Questo non è poesia; i miei occhi han vi­sto così.

Neppure si poteva confondere col sole visto attraverso la nebbia: di questa non vi era traccia, e d'altronde quel disco solare non era confuso o comunque velato, ma spiccava nitido nel suo fondo e nella cir­conferenza.

Questo disco, variegato e splendente, pareva avesse la vertigine del moto. Non era lo scintillio della luce viva di stella. Gi­rava su se stesso con velocità travolgente. Ad un tratto risuona da tutto quel popolo un clamore, come un grido d'angoscia.

Il sole, conservando la velocità della sua rotazione, si stacca dal firmamento, e san­guigno avanza verso la terra minacciando schiacciarsi sotto il peso della sua ignea e ingente mole.

Sono secondi di impressione terrificante... Tutti questi fenomeni che ho citato e descritto, li ho osservati io, freddo, sereno, senza commozione alcuna. Ad altri tocca spiegarli o interpretarli ».

« Del resto tutta la stampa periodica si occupò largamente degli avvenimenti, in par­ticolare del "miracolo solare". Fecero gran­de scalpore i due articoli del Século (13 e 15 ottobre 1917)

"In pieno soprannaturale: le apparizioni di Fatima" e "Cose strabilianti: Danza del sole in pieno mezzogiorno a Fatima", per­ché l'autore, Avellino D'Almeida, principale redattore del giornale, nonostante l'ostenta­ta incredulità e settarismo, dovette rende­re omaggio alla verità; il che poi gli attirò gli strali del " Libero Pensiero" ».

Nel libro del P. De Fonseca è così ben descritto il fenomeno di quel sabato 13 ottobre 1917 a Fatima: il prodigioso mira­colo del sole; ed e chiaro il commento con­ciso, sul messaggio della Madonna del Ro­sario, e quindi sul significato del miracolo.

 

Il « segno nel sole » alle Tre Fontane

Ebbene esattamente trentatré anni dopo l'apparizione della Vergine della Rivelazio­ne del 12 aprile 1947 e, precisamente, nel­lo stesso giorno di sabato in albis 12 aprile del 1980, alle Tre Fontane si è ripetuto il prodigioso avvenimento: il sole ha cambiato colore, al suo interno sono apparsi dei se­gni, la terra ha emanato un profumo inten­sissimo, un bambino gravemente ustionato è guarito.

La gente accorsa per l'anniversario del­l'apparizione (circa 4.000 persone) prega, recita il Rosario, ascolta ancora una volta la confessione personale del Cornacchiola e la rievocazione degli eventi di quel lon­tano 12 aprile 1947.

E' iniziata la santa Messa officiata dal padre conventuale Gustavo Patriciani...

Poi la consacrazione in un silenzio che si è fatto profondo. Ad un tratto, con im­provviso movimento della folla ed un bru­sio che diventa ben presto un grido: - C'è qualcosa nel sole.

Il sole infatti ha cambiato colore. L'emo­zione è indescrivibile. La sfera dell'astro non ha più i raggi, è verde fosforescente, nel bel cielo terso, limpido. Il colore cam­bia: ora il sole è incandescente, ma succede qualcosa all'interno; non è più solido, sem­bra tutto un magma incandescente, in ebol­lizione. La gente grida, si sposta: dalla grot­ta si sente l'eco di tante esclamazioni.

I presenti, raccolti in preghiera davanti alla statua della Madonna, han visto un rag­gio di sole scaturire dal mantello verde della statua e poi hanno udito il grido di un bambino, Marco D'Alessandro, 9 anni, non ancora compiuti, napoletano, ustiona­tosi gravemente il 27 gennaio scorso... ha sentito una strana sensazione alla gamba... Dopo cinque difficili interventi chirurgici, per effettuare gli innesti del tessuto, si tro­vava ancora a mal partito... Adesso è gua­rito.

- Seguitiamo la narrazione della testi­mone oculare, la giornalista Giuseppina Scia­scia, pubblicata nel settimanale Alba, VI, 9 maggio 1980, nelle pagine 16-19.

« Il sole continua a cambiare. Sembra, a un certo punto, diventare più grande, avvici­narsi alla terra: è un momento drammatico. Ho visto due bambini abbracciarsi, nasconde­re il viso. Hanno paura. Ho pensato a Fati­ma, al miracolo del sole alle profezie. A quel terzo segreto non ancora rivelato, che forse riguarda il futuro dell'umanità. Accanto a me, una vecchietta mormora: - Dio ci sal­vi dalla guerra -.

Poi vedo tanta gente su un'altura vicina; ci vado anch'io. Con me si avviano Vit­torio Pavone, funzionario del Ministero del­l'Interno in pensione e sua sorella Milena, medico chirurgo.

Il sole sembra liquefarsi: dentro ribolle incessantemente un magma incandescente... Non ci sono più raggi. E all'interno tut­to un formicolio di punti scuri che sem­brano attrarsi e riunirsi. Si sono formate delle linee. E' una « M » maiuscola.

Ho controllato l'esattezza della mia im­pressione con due sposini, accanto a me. Sono in viaggio di nozze, lui sta laurean­dosi in ingegneria.

Ha visto la « M » e tutti i fenomeni pre­cedenti. Mormora: - Eppure, non sto so­gnando; mi sono anche dato un pizzicotto, per accertarmi di essere sveglio! -.

- Lui non crede - spiega la moglie - però quello che sta succedendo lo mette in crisi.

Il sole è ancora là, sopra la cima degli alberi che svettano, ed è di color lilla, con degli aloni concentrici che fanno il cielo di un colore strano, verso l'indaco. Tutti ricordano Fatima. La Madonna della Ri­velazione è la Madonna dell'Apocalisse (Apoc. 12).

Quindi, nel sole l'abbreviazione IHS (Je­sus Homo Salvator), con la figura dell'Ostia grande che viene consacrata nella Messa. E il sole che sta lì; senza seguire il suo cor­so dalle 17,5 alle 18,20 (ora legale).

Il sole ricomincia a roteare. Un gruppo di pellegrini in ginocchio invoca: - Ver­gine della Rivelazione, salva la pace! -

La gente ha interpretato il messaggio, ha creduto d'intendere il significato del segno del cielo: non offendere più il Signore, la preghiera, la recita del santo Rosario, se si vuole scongiurare il gravissimo castigo del­la terza guerra - come nel messaggio se­greto di Fatima -. Bisogna essere tutti più buoni perché siamo tutti in pericolo: è più vicino il tempo della realizzazione del tremendo castigo.

Si sta facendo sera. C'è ancora nell'aria un profumo intenso, fatto di viole, di gigli ».

Il quotidiano romano Il Tempo, lunedì 14 aprile 1980, a p. 4: Cronaca di Roma, riporta il racconto di quanto avvenuto alle Tre Fontane: Al Santuario delle Tre Fon­tane centinaia di persone parlano di prodi­gio... Dicono « Il sole si era liquefatto » « Durante la Messa serale, nel trentesimo anniversario dell'apparizione mariana, mol­tissimi fedeli hanno creduto di vedere stra­ordinari fenomeni luminosi. Immagini ra­diose e figure simboliche al tramonto. Sin­cere testimonianze. Una bambina ha fatto un disegno di ciò che ha visto; e il gior­nale pubblica i tre disegni e a destra la foto della bambina.

Lo stesso giornale Il Tempo, domenica 8 giugno 1980 in terza pagina, ritorna sull'ar­gomento: Rodolfi Doni, Accadono ancora i miracoli?, articolo di tre colonne.

La risposta è senz'altro positiva; l'arti­colista lascia tutto nell'alternativa: per il fe­dele, per il credente nessuna difficoltà, il miracolo è continuo, ben può dirsi, nella Chiesa Cattolica Apostolica Romana. Lo ri­levava già B. Pascal nei suoi « Pensieri ».

Ma per il liberale, per il miscredente, e così via, rimane un punto interrogativo, in­spiegabile: è quanto viene attestato da cen­tinaia di testimoni, gente d'ogni categoria, d'ogni ceto...

Il Doni ricorda ancora il primo decisivo miracolo della Risurrezione di Gesù. Eppu­re, come scrivevo nel volume sull'argomen­to: La Risurrezione di Gesù, Rovigo 1979, il fatto della Risurrezione, come ogni mi­racolo, può essere accertato storicamente, essere pertanto oggetto dell'osservazione pra­tica, quasi tangibile. E mi spiego. Ogni miracolo è un evento straordinario che si verifica in un dato momento. Tutto ciò che precede può essere accertato, documentato; così egualmente quel che viene dopo quel dato momento. Purché ci risultino inecce­pibilmente tutti questi dati, noi possiamo tranquillamente stabilire il fatto, quanto cioè è avvenuto.

Ecco la Risurrezione di Gesù: conoscia­mo i particolari della sua Crocifissione, del­la sua Morte; conosciamo i particolari del­la sua sepoltura, come cioè sia stato avvolto in un lenzuolo con aloe e mirra e legato con fasce che facevano così aderire il len­zuolo al corpo (un po' come si fascia un bambino); sul capo era posto il sudario (della grandezza di un tovagliolo, i cui mar­gini finivano legati intorno al collo); sap­piamo come era costituito il sepolcro: l'ar­cheologia ce ne ha ridati parecchi; c'è an­cora il particolare interessante: i Capi giudaici ottengono da Pilato dei soldati da met­tere a guardia della mola rotonda che chiu­deva l'ingresso del sepolcro, dopo avere ap­posto su di essa il loro sigillo.

Tutti questi dettagli precisi costituiscono quanto precede il momento, il punto de­terminante.

Al mattino i soldati constatano che la grossa mola rotonda sigillata, rotola sotto i loro occhi, il sepolcro è così aperto ai loro sguardi; allo sguardo delle pie donne che dando uno sguardo constatano che il corpo non è più nel sepolcro.

Arrivano Pietro e Giovanni, il capo cioè degli Apostoli e l'apostolo prediletto, i qua­li, avvisati dalla Maddalena: - Han rubato il corpo del Signore -, accorrono ed ecco la loro testimonianza.

Nel sepolcro, trovano i lini in cui era stato legato il corpo del Signore, stanno lì intatti, come erano stati avvolti il venerdì sera, sotto gli occhi dello stesso Giovanni; il sudario stava lì, avvolto com'era stato av­volto sul capo del divino Defunto, e stret­to legato intorno al collo, nella stessa posi­zione di prima: solo che i lini, il sudario giacevano appiattiti.

Nessuno quindi aveva potuto toccarli. Eppure il Corpo del Defunto non era più in quei lini; ne era uscito, come era uscito dal sepolcro sigillato. L'angelo aveva rotolato via la pietra che ne chiudeva l'ingresso ap­punto per permettere ai soldati, ai discepoli di constatare che Gesù non era più in quei lini.

Seguono le apparizioni (vedi i capitoli, 19 e 20 dell'Evangelo di san Giovanni e i capitoli degli altri tre Evangelisti Matteo, Marco e Luca che concordano su questi particolari). Gesù Risorto, con lo stesso corpo, con le piaghe al costato, alle mani, ma glorioso ormai, che si sposta come il pensiero...

Allo storico ecco offerta la dimostrazio­ne, direi l'atto notarile, dell'atto medesimo della Risurrezione.

Fatto storico, data la testimonianza dei due apostoli che osservano tutto con cura minuziosa e riferiscono semplicemente quan­to da loro veduto, constatato.

Il bravo giornalista R. Doni alla do­manda Accadono ancora i miracoli? ricorda Lourdes. Lì c'è una équipe di medici internazionali i quali registrano scientifica­mente i miracoli che continuano a verificar­si sul posto. Essi cosa attestano? Ecco, arriva un ammalato: cartelle cliniche, lastre, ecc., non lasciano dubbi, si tratta, ad esem­pio, di una tubercolosi al terzo stadio (come per l'ammalata che guarì, presente l'incre­dulo Zola). Bene; va alla grotta, è posto davanti alla Basilica, passa il Vescovo, o il sacerdote e impartisce la benedizione col Santissimo Sacramento su ciascun ammala­to. L'affetta da tubercolosi si alza, si sente guarita. Viene riportata da quegli stessi medici che avevano constatato la gravità del male, e che adesso dopo le accurate pro­ve, constatano che il suo male è scompar­so, improvvisamente, istantaneamente scom­parso.

Basta questa constatazione; la certa dia­gnosi anteriore e adesso, subito dopo, la dia­gnosi opposta. Basta questa constatazione. La scienza non può assolutamente spiegare come tale guarigione sia avvenuta: nessuna spiegazione naturale è possibile. Solo l'On­nipotenza di Dio, padrone assoluto dell'Uni­verso ha operato la guarigione: è l'unica conclusione possibile.

A Fatima, come alle Tre Fontane, mi­gliaia di persone vedono, attestano il pro­digio nel sole.

E c'è di più. Sia a Fatima che alle Tre Fontane, è preannunziato « un miracolo ».

Il 7 novembre 1979 - cinque mesi pri­ma del 12 aprile - Bruno Cornacchiola di­ce di aver avuto la ventitreesima apparizio­ne: la Madonna gli avrebbe detto - rife­risce il Doni - (trascrivo dal diario che egli eccezionalmente mi ha lasciato vedere in quel passo): - « Per l'anniversario della mia ve­nuta alla grotta, il 12 aprile sabato in albis, quest'anno sarà la stessa data, con lo stesso giorno: farò molte operazioni e grazie inter­ne ed esterne in chi con fede le chiede... tu prega e sii forte: alla grotta farò un grande prodigio nel sole; tu taci e non dirlo a nes­suno » -.

Il Cornacchiola parlò di questa apparizio­ne e del preannuncio a due persone: al suo confessore e a madre Prisca, la Superiora della comunità, che conferma questo.

Grazie interne e conversioni. « Il signor Camillo Camillucci che, non essendo prati­cante, si era recato alle Tre Fontane per ac­contentare la moglie ha dichiarato che il fe­nomeno al quale ha assistito ha completamen­te trasformato la sua vita.

« Ho anche pensato che si trattasse di una illusione ottica » - ha detto il signor Cam­millucci - « quindi ho cercato di abbassare e rialzare gli occhi parecchie volte, ma ho sempre veduto il medesimo spettacolo. Sono riconoscente a mia moglie - ha concluso - per avermi costretto a seguirla ».

« Mentre un centinaio delle persone presenti - come scrive S. Nofri, I segni nel sole, Propaganda mariana, Roma 1982, p. 12 - non hanno veduto nulla, non po­tevano guardare il sole (per lo splendore), non è stato loro concesso di vedere il pro­digio, confermando così che non si tratta di fenomeno naturale, alcune persone lo han­no veduto pur non trovandosi sulla collina degli eucalypti; come appunto è successo al­la signora Rosa Zambone Maurízio, resi­dente ad Alassio (Savona), la quale essendo a Roma per affari, a quell'ora stava passando per via Laurentina, all'altezza delle Tre Fon­tane.

Rileggiamo il c. 46 di Isaia: Iahweh parla contro gl'idoli di Babilonia:

« Ognuno lo invoca, ma non risponde: (l'idolo) non libera nessuno dalla sua angoscia. Ricordatevelo ed agite da uomini; rifletteteci, o prevaricatori. Ricordatevi i fatti del tempo antico perché io sono Dio e non ce n'è altri. Sono Dio, nulla è eguale a me.

Io dal principio annunzio la fine (il miracolo della profezia, segno, indice del vero Dio) e, molto prima, quanto non è stato [ancora compiuto; io che dico: "Il mio piano resta valido, io compirò ogni mia volontà!"

... Così ho parlato e così avverrà; l'ho progettato, così farò ».

In tutta la seconda parte del suo libro (c.c. 40-G5), Isaia insiste su questa caratte­ristica del vero Dio: che predice, molto pri­ma che avvengano, i vari eventi. E' il mi­racolo della profezia.

Si ripete il prodigio del sole

Ancora alle Tre Fontane: 12 aprile 1982, lunedì di Pasqua, dalle 18 alle 18,40 ora legale, dura il miracolo del sole.

Anche questa volta, precede la recita del santo Rosario, da parte della folla radunata sul colle degli eucalypti, dentro, dinanzi, tutto intorno alla grotta: folla numerosa, calcolata circa di 10 mila persone.

Quindi il Cornacchiola narra la sua vita: un'autobiografia che è un'esaltazione della misericordia di Dio manifestatasi così straordinariamente tramite la Madre del Sal­vatore.

Pochi momenti dopo ha inizio la celebra­zione della Santa Messa: una concelebra­zione di circa 30 sacerdoti presieduta da Mons. Pietro Bianchi, del Vicariato di Roma.

Quando si passa alla distribuzione del Santissimo Sacramento, incomincia il pro­digio nel sole.

« Guardo il sole - narra il teste ocula­re S. Nofri, nel suo libretto, già citato, a p. 25 s. -. Ora lo posso fissare. E' lumi­noso, ma di una luminosità che non fa male agli occhi..

Vedo un disco lucente di un bel colore azzurro!

La sua circonferenza è delimitata da un bordo che ha il colore dell'oro: un cerchio di brillanti! E i raggi hanno il colore delle rose... E a tratti quel disco azzurro gira su se stesso. A momenti la sua luminosità aumenta. Aumenta quando sembra staccarsi dal cielo, venire in avanti e tornare indietro.

Alle 18,25, l'azzurro è stato sostituito dal verde. Ora il sole è un grande disco verde... Noto che le facce delle persone, a intermittenza si colorano. Come se dall'al­to un riflettore vi sciabolasse fasci di luce rosa. E' il riflesso di quei raggi. Mi dicono che anche la mia faccia è colorata.

... Le 18,30: L'enorme faro dalla luce ver­de è sempre lì, nello stesso punto del cielo. Le 18,35: è sempre lì, dov'era alle 18,15, quando l'ho potuto fissare personalmente. Nessuno è stanco di guardare.

(Ma qualcuno accanto a me si lamenta. E' un uomo di mezza età che non riesce a fissare il sole. Constata, sì, anche lui, che il sole è fermo nello stesso punto, ma non riesce a sostenere la sua luce... Dopo un po' s'allontana, avvilito, sembra vergognar­si di non vedere ciò che vedo io e tutti gli altri intorno a noi).

Le 18,40. Ora il verde scolora, la colla­na bianca e i raggi rosa se ne vanno. Lo spettacolo è finito. Il sole torna ad essere il sole, il sole di sempre. Che non si può fissare. E che ora - essendo l'ora - do­vrà andare a nascondersi dietro gli euca­lypti. E infatti se ne va. Ma - inaudito - non scende lentamente, come fa ogni gior­no... No, scompare, repentinamente, rigua­dagnando così il tempo... rimasto immoto. Di colpo va a collocarsi nel punto del cielo dove deve trovarsi il 12 aprile alle 18,40 (ora legale).

Migliaia di persone han dunque potuto osservare, fissare il sole dalle 18, inizio del prodigio, fino alle 18,40, quando ebbe fine. Un fenomeno nel fenomeno. Il sole è rima­sto immobile nello stesso punto del cielo

Tra le testimonianze riportate dal Nofri, trascrivo quella data da Mons. Osvaldo Bal­ducci.

- « Durante la Santa Messa, al momen­to della comunione dei fedeli, si levarono dalla folla diverse grida: "il sole, il sole".

Il sole si poteva fissare benissimo, era un disco verde smagliante inserito tra due anel­li, uno bianco e uno rosa, che emettevano raggi vivissimi e palpitanti. Ebbi anche la impressione che roteasse. Persone e cose riflettevano uno spettacolo di colori. Guar­davo il sole... senza alcun disturbo degli occhi. Ritornando a casa, in macchina, in­sieme ad altre persone che come me aveva­no potuto fissare il sole, provammo più volte a guardarlo, ma non ci fu possibile neppure per un attimo.

Nella mattina dello stesso giorno, 12 apri­le 1982, con un gruppo ristretto di eccle­siastici, avevo ascoltato la lettura di un messaggio dato dalla Madonna a Bruno Cor­nacchiola il 23 febbraio 1982. Tra le altre cose venne letta la profezia di un secondo attentato alla vita del Papa, il quale, però, grazie alla protezione della Vergine, sarebbe rimasto incolume. La profezia si è avverata: il 12 maggio 1982, a Fatima, si è tentato di uccidere Sua Santità.

Bruno Cornacchiola, quella mattina, ave­va anche precisato che Giovanni Paolo II ne era stato, per via riservata, tempestiva­mente avvertito! » - (p. 34).

Il settimanale Alba, 7 maggio 1982, pp. 4­7, 60, alla rubrica « I fatti della speranza », riporta il servizio di Giuseppina Sciascia, che è stata presente al fenomeno: - « Ancora una volta, come due anni fa, il sole ha ro­teato e mutato colore nel cielo sopra il San­tuario delle Tre Fontane dove 35 anni fa la Madonna apparve al tramviere romano Bruno Cornacchiola. Migliaia di pellegrini - tra cui la nostra inviata -.hanno assi­stito al prodigio. Ecco il racconto e le molte testimonianze » -.

Anche questa volta, il fenomeno era sta­to preannunziato. Tra gli spettatori: un padre domenicano francese P. Auvray, un mons. della Segreteria di Stato, Mons. Del Ton, un altro, che presiede da sottosegre­tario ad una delle Congregazioni romane; la Madre provinciale di un Istituto di Suore, un gruppo delle discepole del Cena­colo: con tutti questi ho potuto parlare distintamente, e raccogliere le loro testi­monianze, che sostanzialmente concordano con quelle su riportate.

Come per Fatima, ripeterò pertanto lo interrogativo postosi da P. De Fonseca: « Perché questo mirabile segno nel cielo, nel sole? ». Con l'identica risposta: « Evi­dentemente per convincerci della verità del­le apparizioni e dell'eccezionale importanza del celeste messaggio... ».

Aggiungo: « Per ricordare agli immemori che pende sull'umanità quel tremendo. ca­stigo preannunziato nel terzo segreto: per esortarli con sollecitudine materna a rifor­mare la propria condotta; bisogna essere tutti più buoni; "non offendano più Nostro Signore, che è già troppo offeso"; il tempo del castigo si avvicina...

Un'ultima considerazione. Bruno Cornac­chiola è davvero stato prescelto per questa missione di profeta.

Tale missione egli compie fedelmente, con fortezza: sempre docile alle direttive del suo direttore spirituale; animato da un vero ze­lo per la salvezza delle anime; ma, prima di tutto, ardente di zelo, per l'amore, la devozione alla Santissima Vergine; a Gesù no­stro Signore e Redentore; amore e dedizione assoluta al Sommo Pontefice, Vicario di Ge­sù, e alla Chiesa.

Fedeltà ed amore che gli han fatto supe­rare vittoriosamente tutte le prove e le umi­liazioni, sofferenze dello spirito, d'ogni sorta.

Ascoltiamone gli ammonimenti; accoglia­mo con gratitudine il messaggio della Ver­gine della Rivelazione.

Quanto alla natura del fenomeno « sola­re », ci sovviene della stella o astro che guidò i Magi a Betlem, addirittura alla casa dove dimorava la Sacra Famiglia: il Bambi­no Gesù, con la Vergine Santa, sua madre, e san Giuseppe.

Ecco il testo evangelico:

- Allorché Gesù fu nato a Betlem del­la Giudea, al tempo del re Erode, ecco che dei Magi dall'Oriente arrivarono a Gerusa­lemme e chiesero:

- Dov'è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto la sua stella in Oriente e siamo venuti ad adorarlo.

A questa notizia il re Erode si turbò e con lui tutta Gerusalemme; e fece radunare

tutti gli Arcisacerdoti e gli Scribi del popolo e chiese loro dove doveva nascere il Cristo. Ed essi gli risposero:

- A Betlem della Giudea, secondo la profezia di Michea... (Mi. 5, 1-3).

Allora Erode ... ai Magi:

- Andate e cercate con diligenza il bam­bino; poi, quando l'avete trovato, venite­melo a dire, affinché anch'io possa andare ad adorarlo.

E loro, dando retta al re, partirono. Ed ecco, la stella che avevano visto in Orien­te, riprese ad andar davanti a loro fino a che giunse dov'era il bambino e si fermò sopra. A veder la stella provarono una gioia vivissima. Ed entrati che furono nel­la casa, videro il bambino con Maria, sua madre, l'adorarono e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Poi, avvertiti in so­gno di non ripassare da Erode, tornarono al loro paese per un'altra via » (Matt. 2,-12).

Riporto il commento sintetico, da me pro­posto nel libro della vita di Gesù ".

- Magan, « partecipe del dono » che era la dottrina di Zaratustra, cioè suoi seguaci. Guidati da una visione dei sensi interni, da un astro che li ha preceduti in tutto il loro viaggio dall'oriente, essi pervengono a Gerusalemme... abbiamo visto la sua stella, e siamo venuti a rendergli omaggio... L'astro che li aveva condotti a Gerusalemme, ora che essi ne escono diretti a Betlem, riap­pare e li guida alla casa dove dimora la Sa­cra Famiglia ».

Si tratta dunque di una stella, di un astro, presente ad opera di Dio in quei pii seguaci di Zaratustra, che illuminati interior­mente circa la nascita del Messia, si avviano « dall'Oriente » seguendo la visione dei sensi interiori.

In realtà, è altrimenti inspiegabile, natu­ralmente, l'apparizione di questa stella, o astro, o cometa - come si cercò di inten­derla - che arrivata a Gerusalemme, cambi direzione muovendo da nord a sud (Betlem), e così vicina alla terra da indicare la casa e quivi fermarsi.

Ben lo rileva uno scienziato, il ben noto Mons. Giambattista Alfano, Vita di Gesù, secondo la storia, l'archeologia e la scienza, Napoli 1959, pp. 45-50.

Dopo aver esposto le varie soluzioni pro­poste: 1) l'ipotesi della stella nuova (Good­rike); 2) la congiunzione dei due pianeti Gio­ve e Saturno (Giovanni Keplero, Federic Munter, Ludovic Ideler); 3) la congiunzione geocentrica Venere-Giove (Stockwell, 1892); 4) l'ipotesi di una cometa periodica, e si è supposto che l'astro di Betlem sia stata la cometa di Halley (la propose lo stesso astro­nomo Halley + 1742; e l'ha ripresa recen­temente l'Argentieri, Quando visse Gesù Cristo, Milano 1945, p. 96); 5) una co­meta non periodica (ipotesi antica che ri­monta ad Origene); e dopo averne dimo­strato l'impossibilità a concordare la rispet­tiva ipotesi con i dati del testo sacro, l'Au­tore conclude:

- Non ci resta che rivolgere le nostre idee ad un intervento soprannaturale. Probabilmente l'ipotesi più accettabile è la seguente: che una meteora luminosa sia sorta, per opera divina, in Oriente, diri­gendosi verso la Palestina. I Magi, perché custodi di tradizioni di astrologia, o per­ché illuminati da Dio, la riferirono alla pro­fezia di Balaam sulla nascita di un grande Re atteso; e la seguirono...

Fu tutta una serie di manifestazioni miracolose (da Gerusalemme a Betlem).. . La stella dei Magi fu un'opera speciale e mera­vigliosa di Dio... ».

Intervento, opera di Dio, senz'altro. L'alternativa permane, tra visione dei sensi esterni, con un reale corpo celeste; o visione soltanto dei sensi interni, per cui nulla c'e all'esterno. Opera di Dio, sempre; ma che agisce soltanto nell'uomo. Abbiamo già illustrato di sopra con esem­pi delle visioni dei sensi interni in Isaia, Ezechiele e gli altri profeti.

Forse possiamo concludere allo stesso modo per il grande fenomeno nel sole a Fatima e alle Tre Fontane.



di Francesco Spadafora

Fonte del documento: www.preghiereagesuemaria.it